Ma jeunesse ne fut qu'un ténébreux orage,
Traversé çà et là par de brillants soleils;
Le tonnerre et la pluie ont fait un tel ravage,
Qu'il reste en mon jardin bien peu de fruits vermeils.
Non fu che fosca tempesta la mia giovinezza,
qua e là solcata da rilucenti soli;
il tuono e la pioggia ne han fatto un tale strazio
da lasciare nel mio giardino solo qualche vermiglio frutto.
L'ennemi
Les Fleurs du mal
Charles Baudelaire
*
A volte succedeva che Yoongi suonasse una ballata prima dei valzer. Era un evento raro, e accadeva solo quando Yoongi voleva che la notte non terminasse, quando voleva rimanere in compagnia di Jungkook ancora per un po'. Anche se questo l'altro ovviamente non lo sapeva.
Jungkook lo guardava incantato mentre intrecciava le sue melodie, le note talmente delicate da sembrare quelle di un'arpa. E poi di nuovo un tempo più tormentato, prima di tornare a raccontare la fine dell'estate.
«Cosa vuol dire Suga?» chiese Jungkook all'improvviso.
«In che senso?» fece l'altro, continuando a suonare senza sforzo.
«Jimin... Jimin ti chiama sempre così, ma non so cosa voglia dire. Suga,» ripeté, facendosi scivolare la parola tra i denti, un suono dolce, ma tagliente.
Yoongi parve pensare un attimo alle sue parole, «Ah ecco dove avevi sentito questo nome,» sospirò, «Non è niente di che... Era il mio nome d'arte da pianista, quando ero in Inghilterra. "Min Yoongi" non era abbastanza memorabile per le menti inglesi.»
Jungkook gli rivolse uno sguardo sorpreso, «Quindi... Eri un pianista professionista?»
Yoongi annuì, mentre il pezzo volgeva al termine in un disperato turbinio di note.
«Sì. Lo ero,» disse infine, quando ormai della ballata non rimaneva che il ricordo, «Ma ormai non più. Jimin continua a chiamarmi così perché spera che un giorno torni ad esserlo.»
Rimase un attimo in silenzio, gli occhi chiusi e pensosi, «Ma ora sono solo il proprietario di una sala da tè che suona nel tempo libero. Come chiunque altro. Suga non esiste più.»
Jungkook si sentì spezzare il cuore perché per quanto Yoongi tentasse di nasconderlo, la sua voce a malapena celava la sua amarezza.
«Ma Suga c'è ancora. Non lo senti? Nessun altro può suonare come suoni tu...» cominciò.
STAI LEGGENDO
A place where to forget
Fiksi PenggemarVoleva baciarlo sapendo che il giorno dopo avrebbe baciato di nuovo quelle labbra. E il giorno dopo. E il giorno dopo ancora. Finché vi fossero stati giorni da contare, Taehyung voleva contarli con Jimin. * C'è una sala da tè a est del fiume. È pi...