N.B.
Questa one-shot è ispirata al romanzo di William Hope Hodgson, tutti i crediti vanno a lui anche se è morto e sepolto (e scommetto che non l'avete mai sentito nominare ahah)
Tra l'altro non so se questa roba si possa considerare Stydia... Leggete e fatemi sapere se vi è piaciuto!E così in quella nebbiosa estate del 1827 la famiglia Stilinski si trasferì in un isolata casa, in una remota regione dell'Irlanda. Sorpresi del basso costo della proprietà, gli Stilinski scoprono che essa è situata sull'orlo di un precipizio, non molto profondo.
Come se non bastasse, gli abitanti del villaggio più vicino sostengono che la casa sia infestata.Siamo arrivati presto, questa mattina. Il sole splende scialbo dietro la nebbia umida che sembra sovrastare ogni cosa da quando ho messo piede in Irlanda. Nonostante ciò sono emozionato dal cambiamento, vivere a Londra da sempre iniziava a essere ripetitivo. Forse vi starete chiedendo come mai io non stia studiando in qualche prestigioso college, o magari viaggiando per tutti i mari terrestri.
Il motivo, che è il medesimo per cui ora sto attraversando questo intricato bosco, è mia madre. Claudia ha sempre sofferto di insignificanti disturbi mentali: una voce sussurrata qua e là, niente di più. Ma negli ultimi anni questi disturbi sono peggiorati, e ormai, poco spesso è abbastanza lucida da riconoscere me, mia sorella o mio padre.
Per questo il suo medico ci ha detto di affidargliela, e ci ha raccomandato di andare a vivere nelle campagne, in un luogo tranquillo in cui tutti possiamo restare aggrappati alla nostra sanità mentale e dimenticare le urla disperate della mamma. Inoltre mio padre, che è uno scrittore, si troverà bene in questa campagna isolata.
Immerso nei miei pensieri sono ormai arrivato davanti alla villa. È carina, dà un po' l'idea di abbandono, ma per un pagamento così modesto ne è valsa la pena.
Mio padre apre la porta, che emette un cigolio ovattato. La stanza è immensa, siamo in una cantina? -Stiles, questo portone chiudilo, e non apriamolo più. Trovo terribile dover entrare in casa dai sotterranei.- mi dice Noah. Chiudo con fatica i battenti e la stanza sprofonda nel buio più totale. Sento Bekah lanciare un gridolino, così si accende una lampada a olio. -Grazie padre.- balbetta lei. Io sbuffo, mia sorella è così infantile per avere 18 anni... Proprio come la mia fidanzata Malia, lei è così immatura... Però ci dovremo sposare. Certe cose non si possono semplicemente scegliere.
Saliamo degli scalini impolverati e arriviamo in un piccolo locale, la cucina.
-Sistematevi nelle vostre stanze ragazzi, ci vediamo per cena.- annuiamo entrambi e salgo di un altro piano. Ci sono due stanze, io e Bekah ci sistemiamo.
Mi sembra di scorgere una luce verde alla finestra, ma no, sarà semplicemente la mia immaginazione. Ne sono certo.TRE MESI DOPO
Sto passeggiando nel bosco, l'aria di dicembre è fresca e molto umida. Il fiume che corre sul fondo dell'abisso si sta ingrossando a causa delle frequenti piogge, ma niente di preoccupante. Concentrato sul rumore dei miei passi non mi accorgo di un piccolo lume verde che aleggia nell'aria. Lo fisso, sbatto le palpebre eppure non scompare. Anzi, inizia a spostarsi.
Lo dovrei seguire? Mi guardo intorno e decido di scoprire che diavolo sta succedendo.
La lucina si sposta a slalom attraverso gli alberi, faccio fatica a tenere il passo.
Sono talmente concentrato nell'inseguimento che non faccio caso al fatto che mi sto lasciando casa alla spalle, molto alle spalle.
Sono come incantato, non riesco a smettere di seguire questo piccolo sole, anche se mi sta conducendo all'abisso.
Ormai una leggera pioggerella sta scrosciando sugli alberi, ma la luce non si affievolisce, neanche per un momento...
Uno stridio acuto invade il burrone, probabilmente tutta la valle. Cerco di tapparmi le orecchie non appena lo stridio diventa un urlo. Ma non è un urlo umano, e proviene dal fiume. Anzi, per essere esatti proviene dalla cavità in cui il fiume si getta. Come faccio a esserne certo? La luce verde è schizzata verso quella specie di grotta.
Sono interdetto, cosa faccio? Seguo la luce? Torno indietro? Ma ormai mi sono perso, e credo che tanto valga farlo per bene, chissà che non trovi qualcosa.
Mi incammino ancora tra gli arbusti, fino al bordo estremo del precipizio. Tento di pensare a un modo per calarmici, ma la scelta mi è negata dal cedimento del terreno su cui sono. Rotolo giù dalla scarpata cercando invano di far presa su qualcosa ma alla fine tocco il fondo. Prima o poi nella vita si deve sempre toccare il fondo.
Mi scrollo la terra, ormai bagnaticcia a causa della pioggia, di dosso e mi rimetto in piedi, anche se sono tutto dolorante.
Osservo il punto da cui sono caduto, fortunatamente questo abisso non è così profondo come si potrebbe pensare. Anche se sono convinto che qualche strato di terra sia in realtà un ammasso di segreti. Faccio qualche metro e poi sento di nuovo lo stesso grido, disperato, e questa volta anche molto vicino. Al mio fianco c'è il fiume, che se possibile si sta ingrossando a vista d'occhio. E nella corrente impetuosa mi sembra di scorgere un... pezzo di stoffa bordeaux. Ma... Com'è possibile? Ho capito, per avere delle risposte dovrò per forza entrare nella caverna. Non nego di essere terrorizzato, mentre mi avvio verso la mia probabile morte. Che dico, mentre mi avvio verso morte certa!
Non appena entro un'oscurità profonda e un frastuono assordante mi inghiottono.
L'acqua scorre al mio fianco, e scende negli intricati cunicoli di questo posto. Non mi resta che seguirla. Inizio a scendere alla cieca, tastando i muri e rimuginando per interi minuti sui passi che compio. Dopo essere sceso ancora un po', sento un altro urlo. Questa volta è indubbiamente la peggiore, è come se... chi grida mi fosse di fronte.
Ed è così. La mia mano afferra un braccio sottile e gelido, strattono la persona lontano dal fiume, che in questo punto sembra... Precipitare. Non può essere.
Prendo anche l'altro braccio e mi accorgo che si tratta di una ragazza.
-Allora... Tenetevi a me, vi porto fuori da questo dannato inferno.-
Inizio a risalire verso la luce, l'aria, il cielo. Pensavo non li avrei più rivisti, quando finalmente esco da quella grotta. Finalmente vedo la ragazza che ho salvato.
È minuta, la sua pelle è chiara e piena di lividi scuri, i suoi occhi verdi che riflettendo le nuvole cariche di pioggia appaiono grigi, i suoi lunghi capelli rossicci e fradici e le sue labbra rosee, gonfie come se le avesse mordicchiate a lungo.
Ah, ed è completamente nuda.
Distolgo lo sguardo in imbarazzo, ma lei mi sorride con gratitudine. Le prendo la mano per condurla verso casa. È fredda come un corpo morto, e per ora non ha ancora proferito parola. Devo sbrigarmi a tornare.
Mi tolgo la giacca e gliela porgo, la ragazza non se lo fa ripetere due volte e se la infila.
Camminiamo per ore sotto la pioggia, che quando tocca la mia pelle è come una sfilza di aghi. Sono sfinito. E la mia "compagna di passeggio" non è da meno.
Quando arriviamo sotto casa, sono vicino allo svenimento. Non ho idea di come siamo risaliti dall'abisso. Non ho idea di chi, o forse cosa, sia questa ragazza. Non capisco proprio niente, e questa situazione non mi piace. Usiamo la porta che dà su camera mia, la rossa crolla sul mio letto e io sulla mia poltrona. Le tenebre mi avvolgono.Sono in una foresta, gli alberi sono scuri, mi correggo, gli alberi sono cenere... non c'è luce, è sempre notte qui... è sempre notte.
Ma tutto cambia così in fretta.
Il mondo avanza verso la creazione che lo distruggerà, ci corre incontro a braccia aperte. La luce torna piano piano, giorno dopo giorno. Il sole non è uno, i soli sono tanti. Stanno in cielo come occhi verdi, curiosi e impiccioni. Nessuno sa che andiamo verso la morte. Solo lei sa. Ma lei non lo dice, lei non parla. Lei è il cielo, il mare, il bosco, il fuoco e la terra stessa. Lei ha avuto il dono della vista.
Ma non la vista che tutti hanno, quella che mostra il sole luminoso. La vista che illustra ciò che si nasconde dietro la luminosità del sole. Sta tutto nell'ombra del centro, della terra, dell'universo. Nulla è come sembra.
La luce illumina le bugie, perché ogni cosa deve prima morire per poter rinascere.
Ormai il buio non esiste più se non nella mente umana. Cammino, giro in cerchio e mi perdo. Ma non esiste il concetto di perdersi, fintanto che ogni direzione presa è quella giusta.
Dove c'è lei c'è la verità. Essa si cela dietro ogni stelo d'erba, roccia e tronco. Ma se è ovunque cosa impedisce di comprenderla?
Troppo verde, troppi soli. Tutto ciò non è innaturale? È tutto normale, se non si guarda in profondità, se non si scende al dettaglio si resta bloccati alle apparenze.
Ormai ci siamo. Siamo dentro la luce. Ora bruceremo, e tutta la verità andrà in fumo, battuta dall'inganno.Mi sveglio molte ore dopo con il fiatone e un tremendo mal di testa. Cos'era quel sogno? Un ammasso di cose senza senso. Che però in confronto a ciò che sto vivendo sembrano essere quasi plausibili.
Mi alzo dalla poltroncina e poi mi ricordo della ragazza. Cammino lentamente cercando di non svegliarla e poi mi siedo al suo fianco.
Sembra davvero un angelo, il viso perfetto incorniciato dai lunghi capelli rossi.
Sto per posare la mia mano sulla guancia di lei, quando spalanca gli occhi verdissimi, quasi quanto quei soli. Sussulto a causa del mio stesso pensiero e poi trovo il coraggio di chiederle: -come ti chiami?
La vedo sgranare gli occhi, ma poi risponde.
-L..Lydia-. Non vorrei entrare troppo nella filosofia del Dolce Stil Novo, ma anche la sua voce mi ricorda quella di un angelo.
-D'accordo Lydia, hai fame?- devo assolutamente scoprire cosa ci facesse in quella grotta e come mai stesse urlando.
Lei annuisce, le prendo la mano e poi mi ricordo che non ha niente addosso.
-Aspettami un attimo qui, ti porto i vestiti di mia sorella... ti dovrebbero andare.-
Chiudo la porta alle mie spalle e noto che il corridoio è deserto.
-Bekah?- la chiamo socchiudendo la porta di camera sua.
Vedo una sagoma sotto le coperte e mi rilasso, è qui.
-Ciao... Posso prendere uno dei tuoi vestiti?-. Nessuna risposta. Provo a scuoterla e lei esce dalle coperte lentamente. -Stiles.- la sua voce è impastata, come se non parlasse da giorni... Si gira e mi guarda, per poco non svengo. I suoi occhi sono verdi.
La sua bocca è verde. Anche la sua pelle si avvicina a questo dannato colore, verde.
Mi sembra fosse il colore della speranza. Bene, si vede che chi l'ha deciso non ha mai assistito a nulla di simile.
-Stiles, tu sei un vero ingenuo...- biascica mentre una specie di melma la avvolge. -Tu pensi di avere la soluzione, ma hai solo....- emette un rantolo mentre la sostanza, che è partita dai piedi, le tocca il viso. -hai solo... Trovato il punto di rottura.- conclude con un ultimo, pesante, respiro. Poi quella cosa le circonda il viso e mia sorella, la ragazza che sorrideva e scherzava sempre, si... Scioglie. Molto banalmente si disintegra.
Resta solo il verde, che impregna tutte le sue lenzuola. Dire che sono scosso non rende abbastanza l'idea. Mi ricordo di Lydia, quindi apro l'armadio e prendo un semplice abito da giorno. Torno in camera mia e nel frattempo ripenso alle parole di Bekah, "il punto di rottura"... Che c'entrasse con il sogno che ho fatto sta notte? Se solo ricordassi tutti i particolari...
-Eccomi!- esclamo entrando.MYSPACE
Hey! Questo è il capitolo più lungo di tutti ahah, e tra l'altro è solo la prima parte di questa "storia". Spero davvero che vi stia incuriosendo, devo ammettere che ne sono abbastanza fiera! Scoprirete qualcosa di concreto solo nel prossimo capitolo, vi lascio un po' sulle spine............ Questa è solo un'introduzione, poi vedrò come continuare perché è molto difficile scrivere questa roba ahah, penso di potercela fare!
Ditemi,
La storia vi sta piacendo? E dove siete di bello in vacanza?
Bacii❤️
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Oneshots || Teen Wolf
FanfictionRacconti brevi riguardo alla mia prima coppia preferita di sempre, la stydia. Tutte le one shots sono ambientate in situazioni differenti da quelle della serie tv. Spero vi piacciano, ENJOY💕