Harry e Louis si erano conosciuti una mattina d'autunno. Nessun cliché, molto semplicemente si erano ritrovati nello stesso posto, alla stessa ora, senza sapere niente l'uno dell'altro; non ancora almeno. Harry era solito essere gentile con tutti e sopratutto sempre disponibile per i bisogni della madre, la quale un martedì di Novembre, gli chiese gentilmente di portare le cuginette più piccole ad un parco vicino il centro di Londra. Nessuno sbuffo, nessuna lamentela. Al contrario, quando a Louis fu chiesto di portare a spasso il cane, per la passeggiata pomeridiana, il ragazzo alzò gli occhi al cielo ma ubbidì per evitare di sentire le continue lamentele della madre sul perché gli avesse chiesto un animale domestico se poi non intendeva prendersene cura. In realtà, era stato un piccolo Louis a chiederlo all'età di otto anni e davvero se ne prese cura - per un periodo - in seguito però, la novità del cucciolo domestico era passata e il ragazzo iniziò ad interessarsene sempre meno.
Così i due si incontrarono, uno era felice di passare del tempo con le cugine, l'altro era nervoso e con un cipiglio che difficilmente abbandonò il suo volto.
Il caso volle che le bambine piccole giocassero col cagnolino, Sbuffo, e che quindi i due ragazzi iniziassero a parlare. Inizialmente ci fu disagio e vennero affrontati argomenti futili, che non importavano a nessuno. In seguito però, i due legarono e pian piano Harry riuscì a scacciare quel brutto cipiglio che in precedenza si era impossessato del volto di Louis. Anzi, quest'ultimo si maledisse per aver anche solo indugiato a portare fuori Sbuffo, si perché - anche se ancora non lo sapeva - era proprio grazie a lui che aveva fatto la conoscenza dell'essere che "avrebbe iniziato ad apparire nei sogni più belli" - testuali parole - del ragazzo dagli occhi blu.
Harry, d'altro canto, non fu che emozionato e pieno di gioia nell'aver fatto la conoscenza di Louis; sì, ancora non sapeva cosa avrebbe comportato, ma forse era solo meglio così. Perché magari se l'avesse saputo non avrebbe rischiato di innamorarsi e così facendo, non avrebbe conosciuto il vero amore, nonostante questo l'avrebbe distrutto. Che poi, chi è quel folle che pensa che il vero amore sia destinato a durare per sempre? Può anche non farlo, oppure si ovviamente, ma essere vero e sincero. Nella vita ci sono poche cose di vere e sincere, e l'amore - dovremmo tenerlo tutti a mente - è una fra queste. È naturale, può ferire ed essere la causa di un dolore profondo che ci porteremo dietro per un lungo periodo di tempo, ma provare sentimenti è ciò che ci rende umani, non dovremmo dimenticarlo. Anche perché dimenticare è segno di debolezza, forse, mentre ricordare è necessario per comprendere meglio la vita e sopratutto per non commettere più gli errori che in passato ci risultarono fatali.
È anche vero però, che il dolore non è per tutti. Non tutti sono in grado di reggerlo e di riuscire ad andare avanti. Alcuni per esempio lasciano che il dolore li logori, smettono di vivere, si lasciano cullare da esso e aspettano solo la loro fine. La quale sarà lenta e - esilarante! - dolorosa. Tutto è dolore; tutto è sofferenza. Vale la pena di vivere quindi?
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Il filo del dolore » l.s.
Fiksi PenggemarIl filo del dolore è sottile tanto quanto quello della felicità, resistono entrambi grazie a noi.