«Kageyama!»
Un piccolo cespuglio di capelli arancioni vide il suo migliore amico da lontano, così lo chiamò a gran voce per farsi sentire, ma non accadde.
Venne ignorato, pensò così che non lo avesse sentito.«OII TOBIO!»
Ed ecco che l'amico finalmente si accorse di lui, girandosi e guardandolo.
«Ciao»
Il rosso gli corse incontro, saltandogli al collo e stringendolo in un abbraccio.
«Freddo come al solito eh?»
«Non sono freddo»
«Si che lo sei!»Il moro sospirò.
«Se lo dici tu»
«Ho sempre ragione»
«Sempre»Alzò gli occhi al cielo, cercando di staccarsi il rosso di dosso.
«Oggi che fai??»
«Nulla»
«Immaginavo, come al solito. Allora oggi andiamo al bar»In risposta il corvino annuì, seguendo il suo amico fino al suddetto bar.
Entrambi si sedettero ad un tavolino, uno di fronte al altro.«Aw come un appuntamento romantico»
«Ma piantala»
«Siii come una coppietta, uh Kageyama non è che ci stai provando con me?»Il più basso alzò e abbassò le sopracciglia, leccandosi le labbra.
«Ti prego smettila, sei imbarazzante»
Scoppiarono a ridere, chi più rumorosamente e chi meno.
«Kagsss tu che prendi?»
«Un caffè, non ho molta fame»
«Ew, che schifo il caffè, io prendo una cioccolata calda»
«Ma siamo a maggio»
«Il cioccolato va sempre bene»Finite le loro ordinazioni, si alzarono e si diressero verso casa del più grande.
«Hinata, perché mi segui?»
«Perché vengo a casa con te, ovvio»
«Stasera no, scusa»
«Ma... mi hai detto così anche la scorsa volta»
«Scusami, in questo periodo sono un po' impegnato»
«Impegnato a fare cosa?»
«Studiare, per superare l'esame di quella grande università, ricordi?»
«Certo... Se vuoi posso aiutarti a studiare, mi ripeti quello che hai imparato?»
«No»
«Oh... Okay, come vuoi. Alla prossima allora»
«Ehi, non prendertela. Ma davvero,è roba complicata e tu ti annoieresti solo. Non andare a pensare che voglio evitarti o che non abbia voglia di averti a casa, perché sai che non è così, chiaro?»Il piccolo annuì, con la testa leggermente verso il basso.
Tobio non sopportava di vederlo così, per quello si avvicinò a lui e lo abbracciò, stringendolo al suo petto.«Ti scrivo io, a domani.»
Il corvino salutò il rosso, che corse subito nella direzione opposta.
Lo sguardo di Kageyama si incupì, svoltando in un vialetto poco illuminato.
Iniziò a correre, seguendo una scia immaginaria mentre i suoi occhi si tingevano di nero.
Si imbattè in un ragazzo, basso e con il cappuccio tirato a nascondergli il volto.
Si avvicinò cautamente a lui, prendendolo per il colletto della felpa e osservandolo.
Aveva gli occhi marroni tendenti al giallo, i capelli a caschetto biondi tinti e il naso all'insù.
Inutile dire che divenne il suo pasto in pochi secondi.
Lasciò il corpo morente lì a terra, inspirando a pieni polmoni il profumo pungente della morte facendo così tornare i suoi occhi del loro colore originario.
Si passò una mano tra i capelli, sporcando alcune ciocche di sangue, e tornò a casa sua che distava poco lontano da lì.La mattina dopo si svegliò, spegnendo la sveglia dal suo cellulare e si preparò per andare a scuola.
Sull'autobus si ritrovò a fissare lo sfondo del suo telefono, ovvero una foto sua e di Hinata.
Si conoscevano da quando erano piccoli, ed era stato Shoyo a cercarlo per primo.
Kageyama non voleva affezionarsi a lui, spaventato dalla propria natura e dalla possibilità di poterlo ferire in preda ad un'attacco di fame. Aveva provato ad allontanarlo, ma mai ci era riuscito e in un certo senso questo lo rendeva davvero felice.
Ieri era stato costretto a raccontargli una bugia, a mentire sullo studiare per non farlo venire a casa sua, era una scusa che usava troppo spesso e Hinata aveva iniziato ad avere dei dubbi.
Ieri aveva bisogno di mangiare decentemente, non gli bastava più il caffè, il suo stomaco ringhiava per essere saziato da carne umana, per questo motivo non aveva accettato di ospitarlo per la notte, temeva troppo di poterlo ferire, non se lo sarebbe mai perdonato, mai.
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