PROLOGO

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Potei sentire la mia bocca asciugarsi nel disperato tentativo di trovare qualcosa da dire.

Fissai lo spazio in mezzo ai suoi occhi castani, pregandole di fermare tutto questo.

“Vai via Marcel. Smettila di prenderti gioco di te stesso” sussurrò, nella sua voce percepii del veleno, facendomi sentire ancora più patetico. Potevo sentire tutte le paia di occhi, nella caffetteria, su di me.

I sorrisetti dei ragazzi, guardando quest’intera storia venir fuori. Sentii una fitta allo stomaco, disgustato per aver riposto fiducia in lei.

Era diversa. Lo sapevo. Me l’aveva provato.

“Vaffanculo Marcel” sputò verso di me, quel soprannome che giurò non sarebbe mai uscito dalla sua bocca. Un insulto che tutti usavano.

Si girò sui tacchi con una sigaretta fra le dita, nel giro di secondi.

La guardai da dietro, mentre se ne andava. Gli studenti risero indicandomi e mi sforzai per non piangere.

Mi ero fidato di lei.

Mi ero innamorato di lei, me lei non di me.

La mia amata Veronica.

Mocked (Italian traslation)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora