Capitolo 2

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 "Harry Styles” Il mio nome viene richiamato dall’ufficio.

Mi alzo, raddrizzandomi la camicia ed entrando. Bryce è seduto su una sedia. Il Principale Donovan mi indica l’altra poltrona e io mi accomodo.

“Che succede sfigato” Dice Bryce provocandomi.

Mi sistemo meglio gli occhiali.

“Bryce per favore. Il linguaggio” Il preside Donovan sospira.

Mi ritrovo a disagio davanti a lui, insicuro su cosa stia per succedere da qui a poco.

Non sono mai stato chiamato in quest’aula prima d’ora, eccetto per ritirare qualche premio scolastico.

“Ora, sono certo che entrambi capiate quando dico che non sono ammesse risse in questo edificio. Sono davvero deluso dal tuo comportamento Mr. Styles”

“Io?! Ma non ho fatto niente. Ho solamente spiegato Romeo e Giulietta” Mi difendo.

Non c’è modo che vada nei casini per essere stato colpito in faccia ripetutamente.

Non è che gliel’abbia chiesto io.

“Dovresti essere punito per il semplice fatto che sei un gaaaaay” Ridacchia Bryce.

Qualcuno per favore gli presti un dizionario.

Non è immaturo, di più.

“Ascolta Harry, capisco come tu ti possa sentirti riguardo a questa situazione. Non sto cercando di punire nessuno, ma tutte queste discussioni devono finire. Ho paura di dover assegnare ad entrambi il programma delle attività di detenzione.

“COSA?! DIAVOLO NO. NON PUOI ASPETTARTI CHE IO SPRECHI IL MIO TEMPO CON UN BRANCO DI PERDENTI!” Bryce scatta, alzandosi improvvisamente in piedi.

Ottimo, ma che bel temperamento.

“Bryce siediti. Non hai altre opzioni. Entrambi presterete servizio dopo la scuola. Questa è la mia decisione.” Dice il preside scrivendolo su una lista ormai piena di nomi.

Devono esserci diversi casinisti qui.

“Questa è una follia!” Urla Bryce, sferrando un pugno contro il muro durante la sua uscita dalla stanza.

Sobbalzo dalla paura. Per fortuna che non ero io questa volta.

“Signore, non potrei avere un’altra sanzione? Non vado molto d’accordo con le persone.” Mi aggiusto la cravatta attorno al collo, sentendo come se l’ufficio si stesse rimpicciolendo. Pian piano sento come se il mondo mi stesse cadendo addosso.

Mia madre sarà furiosa con me quando verrà a sapere che mi sono messo nei casini.

Il principale Donovan scuote la testa “No, Harry. Questa è la punizione. Inizia questo pomeriggio. Ora torna in classe.” Mi dimette, sembrando non importarsene del fatto che mi abbia appena condannato a morte.

Non sono mai uscito dopo l’orario scolastico. Gli studenti si divertono ad usarmi come sacco da boxe, durante quel periodo della giornata.

Esco dal suo ufficio per dirigermi velocemente verso la mia classe.

Il Professor James starà sicuramente spiegando un’altra opera letteraria e mi vorrà lì per questo.

Prima che faccia il mio ritorno nell’aula, vengo bloccato da Veronica, apparsa da dietro un muro.

Mi sorride quando faccio un passo indietro, sobbalzando impaurito.

“Ciao Harry” Per un secondo non capisco a chi si stia riferendo.

Nessuno mi ha mai chiamato Harry escludendo gli adulti.

“Che c’è? Hai scordato il tuo nome?”

“N-no, è solo che… è strano sentirlo dire da..” Cerco di spiegare, gesticolando stupidamente.

Si sposta i capelli su una spalla, avvicinandosi casualmente a me. Il mio cuore palpita.

“Una ragazza?” Scherza. Le sono abbastanza vicino da poter sentire l’odore di sigaretta proveniente dalle sue labbra. Mi metto a posto gli occhiali. “Stai bene con quel livido. Ti fa sembrare un piccolo ribelle” Mi dice ammiccandomi.

“I-io” Che cosa stavo dicendo?

Veronica si avvicina ancora, le sue dita scorrono sulla mia camicia. I miei occhi si spalancano quando vengo scosso da un brivido.

Ridacchia, i suoi occhi castani fissano i miei. Mi sento il cuore battere sempre più velocemente. Non sono mai stato a queste vicinanze con una ragazza. O nessuno che non mi stesse picchiando.

Apro la mia bocca per parlare di nuovo, ma lei mi interrompe appoggiando un dito sulla mie labbra. “Shhhh.” Sorride.

Non riesco a dire nient’altro prima che se ne vada ballando. Non ha lezione? Perché è sempre per i corridoi?

Scuoto la testa e torno a lezione.

Le prime ore trascorrono alla velocemente. Ignoro i “Marcel” quando mi alzo per risolvere un calcolo alla lavagna. Preferisco venir deriso per essere intelligente piuttosto che non sapere niente delle lezioni.

Per fortuna Bryce non ha nessun altra classe con me, quindi mi sento un po’ più sicuro quando mi offro come volontario.

A pranzo l’intera scuola sta discutendo di come “Marcel è stato colpito in faccia”.

Odio l’ora di pranzo, ma non c’è modo che io possa saltarla.

Prendo insalata e pago, mi siedo ad un tavolo libero che si affaccia al cortile.

Tutti i ragazzi sono appoggiati agli alberi con il proprio pranzo in mano.

Mi sono sempre chiesto come sarebbe stato mangiare fuori. Ovviamente non ho mai avuto quell’opzione.

Sposto il pezzo di pollo dall’insalata, ignorando la carne, e inizio a mangiare.

Dopo poco un altro vassoio viene posto davanti al mio. Alzo lo sguardo dal mio cibo e sono faccia a faccia con Veronica. Ovviamente.

Nella mensa cala il silenzio. Mi guardo attorno e realizzo che tutto mi stanno fissando. Nessuno si è mai seduto con me.

“Bene, qualcuno non mangia” Veronica ride, addentando il mio pezzo di carne che avevo lasciato in disparte. Il suo piatto è pieno di cibo differente.

“Che fai? Le persone non si siedono qui” Abbasso la testa, bisbigliando.

“Tutti ti stanno osservando. Vai via prima che ti rovini la reputazione” Mormoro.

Veronica ride rumorosamente. Mi muovo sulla sedia. Tutti ci stanno fissando “A chi importa del parere delle persone Harry!” A chi importa? Pensaci, se ti preoccupi ogni giorno, tutto il giorno riguardo a cosa qualcuno possa pensare di te, non potrai mai essere felice. Mai. E intendo M A I “ Enfatizzando l’ultima parola, prendendo una mela dal mio vassoio e dandoci un morso

Rimango a fissare le sue arance nel suo piatto.

Sospira e tira fuori una sigaretta, alzandosi. La guarda accenderla, appoggiarsela tra i denti. Si piega in avanti, le sue mani distese sul tavolo. Cerco di non fissare la sua maglietta.

Fa un tiro dalla sigaretta e mi soffia il fumo addosso.

“Ci vediamo dopo Harry. Non sei l’unico a dover servire dopo scuola” Mi sorride prima di raddrizzarsi.

Non posso evitare di guardarla mentre se ne va. Magari è il modo in cui cammina.

Non ho avuto tempo per riguardarlo quindi se c'è qualche errore o suona male da qualche parte, ditemelo :)

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