Rimango interdetto dopo che Veronica ha lasciato il mio tavolo.
Si pavoneggia lungo la mensa, attirando l’attenzione di tutti, mentre apre la porta, spingendola con entrambe le mani.
Sa sicuramente come attirare l’attenzione su di sé.
Dopo la sua uscita, le persone nella stanza ritornano a parlare fra di loro. Il nome Marcel è ormai sulle bocche di tutti.
Tengo la testa china e finisco di mangiare il mio piatto di insalata.
Mi alzo quando il mio orologio da polso mi avvisa che ho dieci minuti prima che la campanella suoni per far tornare gli studenti nelle aule.
Ripongo il mio vassoio ed esco dalla stanza. Gli sguardi delle persone mi seguono finchè non arrivo alla porta.
Nel corridoio rilascio un sospiro di sollievo che non mi ero nemmeno accorto di star trattenendo.
Mi dirigo verso la mia classe e preparo il banco.
È l’ora di arte e anche se non sono portato per questa materia, è un requisito che bisogna coltivare.
È non c’è modo che io vada a fare lezioni di prosa.
Gli studenti fanno la loro entrata, conversando animatamente. Da quando questa è una lezione di arte con un mix di differenti livelli di educazione fra gli studenti.
Appena prima che suoni la campanella Veronica entra in classe.
Sento qualcosa nel mio stomaco stringersi.
Mi fa un occhiolino, ma continua a camminare, dirigendosi verso gli ultimi banchi.
Io sono seduto in prima fila. È l’unico posto della classe che mi permetta di concentrarmi.
“Veronica, per quale fottuto motivo eri seduta vicino a Marcel a pranzo?!” Do un’occhiata dietro alle mie spalle, guardando quel folletto biondo che pretende una risposta da Veronica.
Penso si chiami Misti. L’ho avuta solo in un paio di corsi quando andavo alle elementari.
“Non ti preoccupare” Veronica ride, prendendo il suo posto a sedere.
Misti alza gli occhi al cielo e si siede, continuando una conversazione troppo bassa per permettermi di ascoltare.
La Signora Thustle entra nella stanza, le sue lunghe maniche svolazzano come farfalle.
I ricci grigi sulla sua testa rimbalzano mentre sale sul suo piccolo podio davanti alla classe.
Lei una di quelle insegnanti drammatiche, ogni cosa che dice o fa è enfatizzata da suoi movimenti.
Mi sono sempre chiesto perché non abbia mai insegnato teatro.
“Buon pomeriggio!”
“Buon pomeriggio Signora Thustle” rispondiamo in coro. È una di quelle cose che pretende facciamo tutti di giorni.
“Voglio che disegnate ad occhi chiusi” Questa anziana signora non può essere seria.
Occhi chiusi? La prossima volta potrebbe anche chiederci di disegnare senza usare un foglio.
Sospiro ed inizio a lavorare, legandomi una bandana attorno alla testa per coprirmi gli occhi. Cerco di immaginare qualcosa da disegnare, ma finisco solamente per creare un confuso insieme di tratti di matita.
L’unica cosa bella del corso di arte era che Madam Thustle non ha mai bocciato nessuno.
Dice che fa tutto parte delle scelte dell’artista, le scelte di strutturare quello che fa e che è sbagliato giudicare il lavoro svolto. Se la situazione fosse stata diversa, sarei stato bocciato.
Dopo un’ora di “creiamo il nostro cavallo di battaglia”, Madam Thustle ci lascia togliere la benda e di guardare sul nostro foglio. Nel frattempo lei gira per i banchi, esaminando i disegni, annuendo qui e là.
Il mio sembra uno scarabocchio. No, diciamocelo, era esattamente quello.
“Oh!” Tutti si girano guardando nel fondo della classe. Madam Thustle è di fianco a Veronica e la sua amica, le mani sulla propria bocca. “Magnifico!”
La professoressa boccheggia e solleva il foglio di Veronica, mostrandolo alla classe.
Si può perfettamente vedere il ritratto degli studenti. Le loro teste chine e le loro spalle ricurve.
La persona al centro del disegno è meglio dettagliata. Capelli gellati. Camicia stampata.
Me.
“Vero, hai disegnato davvero bene! Anche ad occhi chiusi!” Madam Thustle esclama dandole una pacca sulla spalla, guardandola come se avesse appena vinto alla lotteria.
Oh si, è il sogno di ogni insegnante avere un alunno prodigio nella propria classe.
“Lo terrò io vero?”
Veronica scuote la testa, le sue onde castane le ricadono sulle spalle.
“Scusi prof, preferirei conservarlo io”
Madam Thustle la guarda addolorata ma annuisce, ridandole il foglio di lavoro.
“Naturalmente!”
“Veronica alza lo sguardo, guardando dritto verso di me. Realizzo solo ora che ha avuto la perfetta visuale della mia schiena, l’intero tempo. Mi chiedo chi altri abbia capito che sono io.
Scusate il ritardo, ma tra il mio compleanno e la scuola non sono riuscita a tradurlo prima.
Spero non ci siano errori, ma nel caso segnalatemeli per favore :)
Se vi piace la storia votate e commentate :)
Grazie mille e lsciate un vostro parereee!
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Mocked (Italian traslation)
FanficTRAMA Harry "Marcel" Styles è quel tipo di ragazzo che subisce bullismo ogni giorno nella sua scuola. I suoi occhiali ricoprono la maggior parte della sua faccia, i suoi vestiti sono costantemente stirati alla perfezione, e le sue possibilità con le...