1: Il Direttore

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I luminescenti raggi del sole di questo asfissiante clima californiano penetrano la finestra della camera d'albergo. Il mio tranquillo respiro è tutto ciò che si avverte in questo penetrante silenzio, rotto solo dallo scroscio d'acqua proveniente dal bagno adiacente. Il mio sguardo è perso nel vuoto mentre la mia testa è volata in mondi lontani. È tutto ciò che posso fare da quando sono qui: aspettare, riflettere sul futuro, affinare i sensi e stare in all'erta alla minima anomalia sonora. Non credo che sia molto bello rimanere chiuso qui dentro, facendo per tutto il tempo solo queste quattro cose, ed uscire solo per colazione, pranzo e cena. Sono qui da circa tre giorni (si può quindi immaginare la noia), dopo aver fatto un viaggio in aereo da Ciampino, come ordinatomi dai miei superiori, ed ora sono qui ad attendere nuove istruzioni, attese per me come una nuova venuta di Cristo.

Uno squillo di una videochiamata in arrivo dal mio portatile di lavoro giunge alle mie orecchie come le campane del Paradiso. Finalmente.

Mi precipito a rispondere.
Mi compare Alberto Angela serio ed impassibile che non perde tempo ad aprire bocca.
"Le auguro Buongiorno, Direttore. Il suo tempo è finalmente arrivato. Dopo molta fatica siamo riusciti finalmente a catturare un licantropo. È stato immediatamente sottoposto a vari esperimenti per saziare la grande sete di sapere dei nostri scienziati. Purtroppo, non è riuscito a resistere ai continui esperimenti a cui è stato sottoposto (cosa prevedibile) ed ora è morto, ma prima del suo decesso abbiamo estratto quantità abbondanti del suo sangue. Sul tavolino vicino a lei c'è una scatola. La apra. Troverà lo strumento che contiene il suo campione sanguigno. Questo la aiuterà a rintracciare i licantropi da selezionare per gli esperimenti. È capace di intercettarne uno nel raggio di due kilometri. Comincerà la sua ricerca dagli Stati Uniti poiché è stato stimato dai nostri esperti una grossa concentrazione di queste creature in quelle zone. Ora vada. Le daremo maggiori istruzioni in seguito, appena avrà catturato sufficienti licantropi da espatriare, e siamo certi che non le mancheranno. Buona fortuna Signor Direttore, e viva l'Italia."

La videochiamata si interrompe. Chiudo il portatile e sospiro. Ecco, è arrivato il mio turno, da adesso entra in gioco la possibilità di ritornare a casa e riabbracciare la mia famiglia con milioni di Euro in tasca.
Non importa come mi chiamo.
Da quando sono partito tutti mi chiamano il Direttore De Bellis. Sono un ragazzo di soli 14 anni alto un metro e settantadue , capelli biondo-castani ed occhi castano scuro. Da molti mesi ho lasciato la mia casa per potermi buttare in questa folle impresa. Che io sia dannato. La mia famiglia era sul lastrico e piena di debiti ed i miei avevamo appena i soldi per mandarmi a scuola. Così, dato che nessuno di noi voleva che andassi ai servizi sociali, mentre mi dedicavo allo studio, ho cercato anche di darmi al lavoro in nero. Cercando offerte lavorative sul computer (uno dei pochi lussi che ci potevamo ancora concedere), mi è capitata una richiesta di lavoro singolare, che richiedeva come requisiti che il lavoratore in questione doveva avere 13-14 anni di età.

Tutto mi è parso molto strano, ma essendo un disperato, mi ero candidato per la selezione. Che stupido che sono stato. Una settimana dopo mi sono venuti a prendere, dicendomi che avevo vinto. Ho firmato con i miei genitori dei moduli e tutta una serie di scartoffie di vario genere. Tanto per capirci dovevo confermare che accettavo i rischi dell'incarico e che sarei stato lontano da casa a tempo indeterminato. Anche se ero minorenne, i miei genitori erano comunque esenti da lasciarmi partire o meno e perciò si trattava esclusivamente di una mia decisione. Visto che era stato spiegato sia a me (per prendere ciò come un'opportunità) e sia a loro (per rassicuarli) che sarei stato trattato bene (cosa vera in parte) e che questo "nuovo" lavoro giovanile ci avrebbe fatto scalare la piramide sociale a velocità record, i loro discorsi sono stati più che sufficienti a farmi accettare l'incarico.

Mi ricordo ancora quando salutai mia madre e mio padre per l'ultima volta, da allora non ho mai più avuto loro notizie.
Sento una lacrima cadermi dal mio occhio sinistro, mi strofino l'occhio in fretta per togliermela, anche se nel mio profondo del cuore vorrei scoppiare in lacrime.
Tutto il resto comincia a balenarmi nella mente da sé: dopo che servizi segreti italiani sono venuti a prelevarmi, mi hanno sottoposto ad allenamenti fisici, mentali e psicologici durati mesi e mesi, tutto ciò avendo un supporto top-secret da parte del governo italiano. Piano piano mi hanno rivelato che cosa mi toccherà e che cosa dovrò affrontare: dovrò prelevare dei licantropi da diverse località in cui si ipotizza la loro presenza, e sottoporli a diversi esperimenti. Se dai risultati ottenuti si sarebbe potuto ricavare qualcosa di benefico a favore della nazione, allora sarei diventato ricco oltre ogni immaginazione ed io e la mia famiglia saremo vissuti nel lusso più sfrenato. Se invece le ricerche non avrebbero portato a niente, avrei avuto comunque dei soldi come risarcimento per tutto ciò che avrei dovuto passare (compreso rischiare di morire atrocemente, probabilmente in terra straniera e con pochi pezzi del mio corpo ancora integri). Mi hanno anche riferito perché hanno proprio preso me e perché mi hanno messo a capo di tutto il progetto. Mi hanno spiegato che le menti giovanili possono capire ed intuire cose che gli adulti invece non possono perché i bambini ed i ragazzi hanno molta più fantasia rispetto agli adulti, poi che i giovani sono molto più svelti ed iperattivi rispetto ad un adulto, poi che i nemici avrebbero avuto molta più esitazione nel far del male ad un minorenne (apparentemente innocente) piuttosto che ad un adulto, ed infine che in caso di spionaggio internazionale nessuno avrebbe sospettato di un bambino o di un ragazzo come capo di un progetto top-secret. Peccato che questo è proprio il mio caso. Che sfiga.

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