Capitolo 8

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Quando giro la chiave nella toppa ed apro la porta della mia stanza, una figura minuta dai capelli lunghi mi si fionda letteralmente addosso,sospirando così forte da farlo rimbombare per tutta la stanza.

"Mio dio, Madison, mi hai fatta preoccupare! Non ti sei presentata al nostro appuntamento e ti presenti in camera solo alle cinque del pomeriggio passate! Che ti è successo?"

Improvvisamente mi sento terribilmente in colpa per Amber e per averla lasciata da sola ad attendermi, anche se non avrei comunque potuto avvisarla, visto e considerato che il ragazzo misterioso della caffetteria mi ha tramortita, evitando la tragedia per un soffio.

Ricambio la sua potente stretta circondandole le spalle e solo in quel momento,svanita l'adrenalina e la confusione mentale, che percepisco realmente il mio corpo e quanto debole mi senta. Non ho pranzato e il mio fisico ne risente, facendomi tremare impercettibilmente le mani.

"Scusami, devo sedermi" mormoro, sciogliendo l'abbraccio ed avvicinandomi al mio letto. "Questa è davvero una lunga storia, preparati."

Amber sembra incuriosita anche se il cipiglio di preoccupazione non è svanito del tutto dal suo viso. Recupera una sedia dalla sua scrivania e la trascina finché non si trova di fronte al mio letto; quindi si accomoda in silenzio, mantenendo gli occhi su di me in attesa di una spiegazione plausibile.

"C'è un ragazzo che quasi ogni giorno si presenta in caffetteria. Credo si chiami Harry. Oggi, tra una lezione e l'altra, l'ho incrociato in corridoio mentre parlava con un altro tipo, un certo Zayn. Quel ragazzo non mi piace, l'avevo già visto prima e mi incute un certo timore. Quindi,mentre uscivo dall'edificio, il tizio mi si è avvicinato ed io sono corsa via, finendo tramortita da un auto: quella di Harry."

Amber batte le palpebre un paio di volte ed io osservo i suoi occhi verdi con curiosità: sembra incredula davanti ad un racconto così bizzarro e non posso di certo darle torto, anche io avrei reagito allo stesso modo. "Il tizio della caffetteria ti ha investita mentre scappavi dall'altro tizio inquietante. Ah."

Mi lascio andare aduna risata, incredula come lei davanti agli eventi capitatami soltanto durante il primo giorno di università. "Penso di essere svenuta sul colpo e entrambi mi hanno caricata in auto, portandomi a casa di Harry. Quando mi sono svegliata lui mi ha riportata ai dormitori ed eccomi qui."

Amber continua a guardarmi con diffidenza mista a preoccupazione ed io scrollo le spalle, non sapendo se ridere o piangere.

"Maddie, dovresti farti vedere. Potresti avere un trauma cranico o qualcosa del genere!"

Cerco di declinare,scuotendo la testa con così tanta veemenza che comincia a girarmi,così decido di acconsentire. "D'accordo, ma prima ho bisogno di mangiare qualcosa."


-


Di ritorno dall'ospedale, con mio sommo sollievo scopro di non avere nessun trauma cranico, soltanto qualche livido e la pressione piuttosto bassa. Amber guida in direzione dei dormitori quando, catturata da un'insegna, decide di svoltare e fare una sosta in un piccolo ristorante elegante ma dall'aria piuttosto casual e alla nostra portata, per poter consumare la nostra cena.

"Pensavo che dopo una giornata così intensa potessi avere voglia di qualcosa che non sia riscaldato nel microonde" commenta lei ed io mi unisco alla sua risata leggera.

Scendiamo dalla vettura e una volta dentro ordiniamo due fish & chips sotto obbligo della bionda che vuole ad ogni costo farmi assaggiare quello che lei definisce 'il piatto tipico inglese per eccellenza' e mentre consumiamo la nostra pietanza ci lasciamo andare ad un'intensa conversazione sui pettegolezzi che girano per l'università.

Amber ha un fratello del terzo anno e per questo conosce già bene l'ambiente scolastico in cui viviamo e le relative voci sugli studenti: mi conferma di conoscere per sentito dire sia Zayn che Harry ma scrollala testa dispiaciuta quando le chiedo se sa qualcosa su di loro.

"Chiederò a mio fratello, cercherò di farla passare come una semplice curiosità"propone quindi ed io annuisco con entusiasmo. È bello avere qualcuno con cui parlare e spettegolare, qualcuno che affronti con te un'esperienza così nuova e grande da farti paura.

La sensazione di sentirsi piccoli ti attanaglia, attaccandosi alle caviglie e facendosi trascinare mentre affronti una nuova sfida fatta da centinaia di studenti, esami e lezioni da seguire. E tu non puoi fare altro che tentare di scrollartela di dosso prendendo a braccetto qualcuno che si sente come te e facendoti forza: è quello che desidero fare e non sarà la paura di non riuscirci a farmi rinunciare.


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Il giorno seguente le lezioni procedono spedite ed io prendo pagine e pagine di appunti senza riposare neppure un secondo. Dopo aver terminato l'ultima ora scolastica decido di raggiungere quindi Amber in mensa, questa volta guardandomi bene attorno prima di attraversare il trafficato parcheggio. Tiro un sospiro di sollievo quando né Harry né Zayn paiono in vista, ma devo ricredermi poiché il secondo pare attendermi proprio all'ingresso dell'edificio.

"Hey" esclama lui, con un leggero sorriso dipinto sul volto ambrato. Cambia posizione e si mette a braccia conserte, avanzando di qualche passo nella mia direzione.

Io, al contrario,tendo a rallentare il passo e lo guardo con aria interrogativa,parendo stupita del fatto che mi stia rivolgendo la parola. "Hey."

"Volevo solo sapere se ti eri ripresa dalla caduta di ieri." Il tono sembra sinceramente interessato, anche se continua a piacermi poco. Forse devo ammettere di averlo valutato male inizialmente e mi sforzo di sfoderare un sorriso che coinvolga i miei denti, mentre formulo una risposta. "Sto bene, adesso. Niente di rotto, grazie."

"Io sono Zayn,comunque. Avrei preferito approcciare con una motivazione diversa, ma non me l'hai lasciato fare: sei letteralmente scappata."

In questo momento comincio a sentirmi piuttosto colpevole: ho giudicato male una persona soltanto dalla prima impressione che mi ha fatto e non è una cosa da me. Sono fuggita da lui soltanto perché mi ha toccato la spalla ed ha avuto anche la decenza di soccorrermi. Non voglio farmi strane idee a riguardo, probabilmente è stato solo istinto di sopravvivenza e desiderio di aiutare un amico, ma l'interesse che ha avuto nei miei confronti me lo sta facendo rivalutare.

"Madison,piacere. E mi dispiace per ieri." Stringo la mano che mi sta porgendo e lui mi sorride, mostrando i denti ben allineati che rimarcano il suo aspetto piacente. "Scusami, ma adesso devo proprio andare, la mia amica mi sta aspettando dentro!" E così lo liquido senza lasciargli il tempo di rispondere, avanzando fino a spingere la porta a vetri ed avere finalmente accesso alla mensa. Fortunatamente non c'è tanta gente quanta immaginavo e riesco ad individuare in fretta Amber tra la folla di studenti. La raggiungo con una piccola corsetta e la saluto con un ampio sorriso e ritrovata serenità.

"Penso che tu mi debba aggiornare sull'intera faccenda, ho visto con chi scambiavi due chiacchiere qui fuori!"


Io rido e lei mi segue, mentre ci accodiamo agli altri ragazzi per ricevere il nostro pranzo ed io per la prima volta non sento la mancanza dell'Ohio e di Paul.


-- dopo più di un anno decido di prendere nuovamente in mano Coffee, perché è una storia che non ho mai dimenticato, ma soltanto accartocciato in un angolo per via degli studi e degli impegni. Spero vivamente che ci sia ancora qualcuno interessato a leggere quello che ho da dire e allo stesso tempo spero di aver migliorato la mia scrittura durante questo periodo, di modo da farvi apprezzare maggiormente la storia.

Detto ciò vi saluto e ringrazio chi ha continuato a scrivermi, a commentare e leggere Coffee. Non sapete quanto sia importante per me.

Angie.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jun 25, 2017 ⏰

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