Quando finalmente riapro gli occhi, l'unica cosa che riesco a vedere è il soffitto poco familiare, almeno per qualche secondo, in cui cerco di chiarire le idee.
Porto le mani sul viso, strofinandolo e cercando di ricordare qualsiasi cosa, finché, come un flash, mi appare nella mente il ricordo di quell'auto che mi colpisce e mi fa volare a terra.
Quando rimuovo le mani dal viso, il mio cuore perde un battito, mentre una testa, dall'alto, mi sta fissando con un ghigno, davvero troppo vicina.
Istintivamente cerco di allontanarmi, ma c'è poco che possa fare, visto che il divano su cui sono sdraiata non mi permette alcun movimento.
“Ben svegliata, principessa” Ridacchia il ragazzo dalla pelle ambrata e i capelli neri, facendomi venire il batticuore ed un improvviso panico. “Ormai dormivi da 2 ore!” Esclama poi, così vicino che il suo alito caldo mi intiepidisce il viso.
Non è reale, penso nella mia testa, provando a chiudere gli occhi, ma non appena li riapro, lui è ancora lì, e sta ridendo. Di me.
“Cosa è successo? Chi sei tu? Dove sono?” Chiedo, il più veloce possibile, facendo scaturire in lui una grassa risata che mi fa venire i brividi.
Non so cos'abbia questo ragazzo di sbagliato, non mi ha fatto nulla di male, ma mi mette terribilmente in soggezione e mi fa sentire a disagio e fuori posto, anche solo l'essergli vicino.
“Calmati, non ti ho rapito” ridacchia lui, ed io voglio sprofondare in quel divano dall'aria vecchia.
“Rispondi” dico, cercando di sembrare il più minacciosa possibile, ma la mia voce fine, in confronto alla sua, è un sussurro tremante, il ché lo fa ridere ancora.
“Piantala di ridere, non sono un clown” mormoro, prendendo un sospiro e girando la testa di lato per non dover vedere la sua fastidiosa faccia.
Finalmente lui si alza dalla sua posizione ed io posso mettermi a sedere.
“Hey, Harry, indovina un po'? Non andrai in prigione!” esclama il ragazzo, ed appena sento il nome 'Harry', capisco che non si sta riferendo a me, così mi volto e alla ricerca di questo fantomatico ragazzo. “Si è svegliata” aggiunge con una risata, poi si volta verso di me, sorridendo per la mia espressione di pura confusione.
“Il mio amico Harry ti ha investito, mentre cercavi di scappare da me, così ti abbiamo portato qui, a casa sua, per assicurarci che stessi bene”.
Finalmente mi ha dato una risposta concreta, senza ridere o fare quei dannati sorrisi inutili.
“Grazie a Dio!”.
La voce di quel ragazzo ha un non so ché di familiare, così istintivamente mi volto verso lo stipite della porta e davanti ai miei occhi, come un miraggio, compare il ragazzo riccio della caffetteria, appoggiato al muro, mentre mi scruta come se fossi una cavia.
Non si disturba di scusarsi o di salutarmi, semplicemente finisce il contenuto del suo bicchiere di vetro e guarda il moro.
“Grazie Zayn” gli dice, e così finalmente so entrambi i loro nomi.
Per il ragazzo della caffetteria, il nome Harry è decisamente azzeccato e gli calza a pennello. Dio solo sa quante volte ho immaginato tutti i possibili modi in cui potesse chiamarsi e, nonostante non avessi mai pensato proprio a quello, in questo momento mi rendo conto di quanto ogni altro nome sarebbe insulso, associato a lui.
Il moro, con un nome profondo e grave come Zayn, fa fatica a rientrare nella mia ottica, anche perché fino ad ora non avevo mai conosciuto nessun altro con quel nome, ma in fin dei conti anche quello era pressoché perfetto.

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coffee - h.s.
FanfictionQuando Madison abbandonò la sua dolce e confortevole America per trasferirsi in una non altrettanto amata Inghilterra, sentì come se stesse abbandonando la sua intera vita. Nel giro di un mese, si era ritrovata tra stupide scatole marroni, seduta su...