Capitolo 4

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La prima giornata di lavoro fila liscia, tra la consegna dei caffè ai pochi clienti e il costante osservare il ragazzo che è seduto da ore a scrivere sul suo diario.

Mi chiedo davvero che cosa stia scrivendo di così importante lì sopra, visto che sembra così impegnato, con la sua espressione costantemente corrucciata.

La curiosità, a tratti sembra volermi uccidere.

Dio santo, devo lavorare.

Passo le mani sul viso, quando mi rendo conto che mi sono incantata per l'ennesima volta a fissarlo.

“Madison?” chiama Robert, mentre cerco invano di pulire il bancone già lucido, solo per tenere sott'occhio il ragazzo dai capelli ricci. “Madison?” chiede ancora, avvicinandosi a me.

“Uh, sì?” sembro svegliarmi dal mio stato di trance, e mi volto verso di lui, tenendo il panno con cui stavo pulendo a mezz'aria.

Lui sorride, abbassandomi la mano. “Se continui così, consumerai il bancone.”

“Oh.” Mi sento totalmente in imbarazzo in questo momento. Probabilmente devo sembrargli una psicopatica. “Mi dispiace.”

“Non importa, davvero. Per oggi puoi anche andare, è mezzogiorno.” mi congeda, con un sorriso.

“Davvero? Così presto? Sono qui solo da quattro ore.” Lo fermo, mentre si sta voltando per continuare il suo lavoro.

“Sì. Christian, il direttore, ha detto che almeno per la prima settimana non dovresti lavorare a tempo pieno. Devi prima adattarti a lavorare, visto che non hai molta esperienza.” Nelle sue parole non c'è ombra di giudizio, ma in ogni caso mi sento un po' toccata sul vivo, quando dice che non ho molta esperienza.

In ogni caso annuisco, senza fare polemiche, e torno nel retro del negozio per cambiarmi e sciacquare il viso con dell'acqua fresca.

Robert ha ragione, non sono abituata a lavorare, e queste quattro ore sono state abbastanza intense e stancanti.

Il fatto è che ho davvero bisogno di stare fuori da quella casa, ad ogni costo. Non ho davvero voglia di rivedere mamma, papà e perfino Rachel, dopo stamattina.

Ho bisogno di una pausa da tutto.

Sta capitando tutto così velocemente: la separazione da Paul, il trasferimento, il nuovo lavoro, i miei genitori che non approvano e l'imminente inizio dell'università.

Quando alzo la testa dal lavandino e fisso il mio riflesso nello specchio, mi vedo diversa.

Il mio viso sembra più stanco, più scavato, ma anche più adulto in qualche modo.

Non sono più la ragazzina del liceo completamente dipendente dai genitori, con un fidanzato dolce e qualche amico, adesso ho superato quella fase.

Sistemo un'ultima volta i capelli, lasciando che ricadano in morbide onde castane sulle mie spalle, poi torno in caffetteria e mi azzardo a salutare Robert con un bacio sulla guancia.

Lui sussulta, poi sorride e mantiene i suoi occhi su di me finché non sparisco dalla sua visuale.

Quando arrivo al vialetto di casa decido di non entrare, mentre opto per salire sulla mia nuova auto, un regalo dei miei genitori, per aiutarmi a sopportare meglio l'idea di vivere dall'altra parte del mondo.

Non l'ho mai guidata da quando siamo qui, così decido di andare anche più lentamente del solito, per il terrore di sbagliare qualcosa e causare un incidente; avrò davvero bisogno di molta pratica.

Dannati inglesi che vogliono sempre fare le cose diverse dagli altri.

Le auto in tutto il mondo hanno la guida da sinistra ma loro no! Figuriamoci!

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