Capitolo 9

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La mattina seguente andai a scuola, e mentre attraversavo il cortile sentì come se qualcuno mi stesse fissando, così mi girai a destra e a sinistra ma non vidi nessuno che mi guardava, mi voltai pure di spalle, ma niente.

Entrai in classe e Chloe come al solito stava già ridendo, solo lei poteva essere così allegra di prima mattina, mi sono sempre chiesta come facesse, io a volte passavo giorni interi senza mai ridere, lei invece in ogni momento la vedevi sempre con un sorriso stampato sulle labbra.

Immersa nei miei pensieri non mi accorsi che Chloe mi stava facendo segno di avvicinami.

- heilà, tutto bene?-

- una meraviglia - dissi con tono ironico, lei sapeva che non stavo bene e alla mia risposta vidi il suo sorriso spegnersi, mi dispiaceva, era come se si sentisse in colpa ad avermi fatto quella banale domanda

- No davvero sto bene - cercai di rimediare e per mia sorpresa funzionò

- Bene, sono contenta. Non ti immagini cosa ti sei appena persa, Jake questo weekend è andato in Irlanda e ci ha raccontato della sua discussione con un irlandese ubriaco, ti dico solo che hanno parlato per mezz'ora ma Jake non ha mai capito di cosa stessero parlando - detto questo scoppiò in un'altra risata voltandosi verso Jake.

Forse lei non lo avrebbe mai ammesso, ma secondo me un pò le piaceva, è l'unica che ride sempre alle sue battute, e ripeto sempre, anche quelle che non farebbero ridere nemmeno un irlandese ubriaco. Infondo sarebbero stati bene insieme, lei è carina, con i suoi lunghi capelli castani e gli occhi nocciola, sembra sempre un cerbiatto indifeso, ma quando ci vuole tira fuori gli artigli e zittisce tutti; mentre lui è alto, molto alto, e lo si vede dalla faccia che è simpatico, non saprei come descriverlo ma appena lo incontri per strada capisci che tipo è.

Quel pomeriggio decidemmo di uscire e come sospettavo Chloe chiese a Jake di unirsi a noi. Andammo al centro commerciale per la felicità di Jake e feci una cosa che non feci da molto tempo, mi divertii, mi trovavo bene con loro, mi facevano ridere e non pensare a tutte le brutte cose.

Girammo per negozi, poi più per le preghiere di Jake che per altro ci fermammo da Starbucks, ordinammo e presi il mio solito Caramel Macchiato, lo adoravo, dava un pizzico di dolcezza alle mie giornate e ne avevo davvero bisogno.

Quando uscimmo aprì la porta, era davvero pesante, così le diedi un forte colpo e riuscì ad aprirla, l'unico problema era che dall'altra parte di essa si trovava un ragazzo e a causa della mia "delicatezza" la porta gli finì addosso.

- Oddio scusa! Non ti avevo visto -

- La prossima volta stai più attenta - disse con tono duro

Quando alzò il viso lo vidi bene ed era bellissimo, aveva i capelli castani e gli occhi dello stesso colore, aveva delle lentiggini sul naso e rimasi incantata a fissarlo, sarò sembrata una maniaca ma al momento non ci pensai, fino a quando non sentì Chloe chiamarmi.

Quando alzò il viso lo vidi bene ed era bellissimo, aveva i capelli castani e gli occhi dello stesso colore, aveva delle lentiggini sul naso e rimasi incantata a fissarlo, sarò sembrata una maniaca ma al momento non ci pensai, fino a quando non se...

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Stacci gli occhi dai suoi e mi resi conto che il ragazzo mi guardava con un espressione confusa.

- scusa ancora - dissi quasi sottovoce e mi allontanai raggiungendo i miei amici

- che fine hai fatto? Chi era quel ragazzo con cui stavi parlando? Era davvero carino - disse tutta d'un fiato Chloe e non potei trattenermi dal riderle in faccia

- cosa c'è da ridere? Sono seria chi era?-

- Non ne ho idea-

- E allora perché gli stavi parlando? -

- perché gli ho tirato la porta in faccia - non mi sembrava di averlo detto con tono divertente però scoppiarono a ridere e io non potei fare altro che aggregarmi a loro.

Finito il pomeriggio li salutai con dispiacere, mi sentivo bene in loro compagnia non volevo finisse, non volevo ritornare in camera mia dove i pensieri mi si catapultarono addosso tutti insieme facendomi restare senza fiato e facendomi cadere in uno stato di disperazione e pianto.

Presi coraggio, lottai contro la stanchezza e la tristezza che come due grandi mani cercavano di trascinarmi in camera e sdraiarmi a letto ad osservare il soffitto e pensare, pensare senza mai smettere fino a lasciare che mi addormentassi tra le lacrime.

Non volevo far smettere qual briciolo di felicità che la giornata di oggi mi aveva portato, quindi aspettai che tutti si fossero addormentati e uscì.

Mi ritrovai di nuovo su quel pontile, solo che questa sera l'aria non era così forte come l'altra volta e le onde sembravano essersi calmate, le nuvole avevano lasciato spazio a una luna che risplendeva come un faro in mezzo al buio, lasciando una striscia dietro di sé che faceva risplendere il mare. Mi persi in quel panorama, fino a quando non sentì un rumore, era lo stesso dell'altra volta, solo più vicino; mi girai da tutte le parti ma niente, non visi nessuno. Guardai l'ora, mezzanotte, era meglio rientrare.

Mentre tornavo indietro girai l'angolo del pontile e mi scontrai con qualcuno, facendomi perdere l'equilibrio a cadere a terra.

Quando mi ripresi un attimo e capì quello che era appena successo alzai gli occhi e vidi una mano tesa verso di me, senza pensarci due volte la afferrai e mi alzai massaggiandomi la schiena per la caduta.

Una volta alzata mi ritrovai faccia a faccia con un ragazzo, era buio ma per mia fortuna tutto ciò accadde alla luce di un lampione quindi riuscì a capire chi fosse, non ci potevo credere, era il ragazzo che ho quasi ucciso con la porta oggi pomeriggio.

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