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Anna

Mi sveglio confusa, chissà che cosa mi hanno fatto?!
Sono confusa e qui non mi piace, ma lo ammetto, quella puntura, che mi hanno fatto ieri, mi ha fatto dormire in modo tranquillo.
Esco dalla mia stanza e vado al piano inferiore dove incontro Iris. Prendo dell'orzo, l'unica bevanda permessa, e faccio per dirigermi al tavolo ma sento il mio corpo tremare e cado per terra. La tazza va in frantumi, è come la mia vita in questo momento; non so più chi sono.
Non riesco a spiccicare parola, sto diventando apatica.

"Tieni" dice Iris con una nuova tazza
"Ne uscirai, tranquilla. Oggi abbiamo la seduta, saremo insieme. Fra tre giorni usciremo e potremo andare a casa. Andrà tutto bene"

"Grazie..." dico dopo una lunga pausa. 
Me ne vado nella mia stanza e mi chiudo lì.
Perché Antoine non è venuto a trovarmi?
Perché sembra essere sparito? Io gli devo raccontare della mia bambina, di nostra figlia...

"Amore mio, appena usciremo da qui, tra qualche giorno, dirò a papà di te... sai, saremo felici,  io, lui e te. Andremo a vivere in una casa grande, con una stanza tutta per te, i giochi e i vestitini non ti mancheranno. Quando sarai cresciuta andremo in vacanza, allo stadio, ai concerti, noi, insieme faremo tutto. Ti darò tutto ciò che non  ho mai avuto." Dico alla mia bambina dentro il mio ventre.

Poi sento dei rumori, gli stessi di ieri, è la stessa situazione che si ripete: ci sono delle persone tante persone, hanno dei coltelli e mi urlano contro:
"Tu sei pazza. Antoine non ti vorrà più, non ti ha mai voluta davvero. Pazza, adesso ti cancelleranno la memoria, sarai distrutta"
Tutte queste voci mi arrivano al cuore  e mi metto ad urlare, prendo il cuscino e lo metto davanti al ventre sorreggendolo con una mano. Prendo una bottiglia di vetro, la rompo e comincio ad inveire contro quelle finché non interviene il dottore e mi seda. 

Mi risveglio in una stanza, ho i polsi legati al lettino e le caviglie legate una contro l'altra e immobilizzate.

"Cosa mi fate"

"Ti curiamo..."

"Come?"

"Con l'elettroshock "

"Dov'è il bracciale?"

"Quale?... ah si, lo abbiamo tolto"

Mi stava mentendo, lo capivo dai suoi occhi.  Fu in quel momento che capii tutto: Antoine, il lavoro... tutto

"Io sono pazza? Sono in un manicomio? Vero?!"

"Signorina, lei è schizofrenica. Le dobbiamo fare l' elettroshock."

"Cosa?"

"Consiste nel mandare delle scosse elettriche in modo che il cervello venga... come dire... guarito. Lei verrà sottoposta ad anestesia ma sentirà del fastidio. È pericoloso perciò, lei ci autorizza?"

"Non ha senso vivere una bugia per cui si, vi autorizzo, fatelo oggi stesso se è possibile"

"La stavamo giusto preparando. Tra mezz'ora dovrebbe essere pronta"

Mi ero ostinata a vedere un amore non vero, mi ero ostinata a sognare ad occhi aperti; avevo creato quello che forse era il mondo che desiravo. Adesso voglio che tutto finisca, magari anche la mia vita. Sarebbe stato meglio saltare giù da quel ponte ma mi sono illusa che qualcuno potesse veramente amarmi. Sono così sfortunata che anche la mia mente si prende gioco di me. Che senso ha continuare questa farsa? Che senso ha continuare con questa vita?
Se solo potessi tornare a quel giorno, su quel ponte...

Angolo autrice: ed ecco svelato il mistero... Antoine è realtà o illusione secondo voi?
Un bacio.

Ettroshock -Antoine GriezmannDove le storie prendono vita. Scoprilo ora