Capitolo 1

378 23 25
                                    

Era dicembre e la neve cadeva leggera sulle strade di New York, tingendole di bianco. Un colore che sarebbe durato poco, dato il continuo via vai di macchine che in tutta la notte non cessò mai di esserci. Persino in quel momento, alle sei e mezza del mattino, un uomo avrebbe camminato più velocemente di quanto avrebbe fatto una macchina immersa in quel traffico.

Il cielo non aveva un preciso colore, era più un misto fra grigio, bianco e azzurro. Assomigliava vagamente agli occhi di Bonnie, che al momento stava percorrendo le grandi vie di quella città. Adorava quel periodo dell'anno, perché camminare al mattino, prima di raggiungere la New York University, vedendo quell'incantevole e rilassante paesaggio era confortevole. Non dava peso alle auto né al chiasso che queste facevano. Erano solo lei e la bianca neve.

La sua era ormai un'abitudine: si svegliava troppo presto e si ritrovava a far colazione sempre nello stesso bar. Quello dietro l'angolo della via che portava alla NYU. La prima volta vi si fermò perché comprando un panino da un venditore ambulante, non si preoccupò di controllare che cosa ci fosse all'interno e si ritrovò con la bocca in fiamme. Aveva un disperato bisogno di acqua e il primo bar che vide fu proprio quello. Non si fece problemi a giudicarlo esteticamente, perché, vedendolo così, in una differente situazione, non ci sarebbe mai entrata. L'insegna di legno, posta sopra la porta, dava modo di leggere Luke's, ma visto da lontano si sarebbe benissimo potuto pensare che fosse una falegnameria o perché no, anche un vecchio locale abbandonato. I vetri oscurati non davano modo di vedere all'interno, per questo Bonnie amava sedersi vicino al vetro. Gli altri non vedevano lei ma lei poteva vedere loro.

Entrando dalla porta verde scuro, percorse il piccolo locale sempre buio, nonostante le luci che si trovavano sulle pareti grigie. Passò tra i tavoli quadrati in legno e qualche volta sbatté la gamba nelle sedie di ferro. Finalmente raggiunse il suo tavolo al fondo del locale, quello che aveva una sola sedia ed era in un angolo tra la parete e il vetro che si affacciava sulla strada.

«Cosa ti porto?» chiese la cameriera sulla cinquantina.

Bonnie la trovava molto simpatica e ormai ci aveva fatto l'abitudine: la vedeva ogni mattina. Stessi indumenti neri abbinati al grembiule bianco, stessi capelli ricci e biondi raccolti.

«Un cappuccino» rispose la ragazza con la sua voce armoniosa.

Si tolse il pesante cappotto nero e lo appoggiò al retro della sedia, insieme al suo zaino grigio. Quando la cameriera le portò la sua ordinazione decise di pagare subito, per evitare che, come l'ultima volta, uscisse e tornasse indietro rendendosi conto di non aver pagato. Fortunatamente ormai era una cliente fissa e non si sarebbero fatti problemi se avesse consegnato il denaro il giorno seguente.

Prese la tazza bianca fra le mani e se la portò alla bocca. Nel momento in cui bevve un sorso sentì un piacevole calore invaderle il corpo congelato a causa delle basse temperature all'esterno. Passò una buona mezz'ora ad alternare lo sguardo fra le bianche strade e la sua tazza che a poco a poco si svuotava.

Data l'ora che s'era fatta, fu costretta ad uscire da quel suo piccolo angolo di paradiso per dirigersi verso l'istituto in cui avrebbe dovuto trascorrere ancora quattro anni. Non le dispiaceva come tipo di ambiente: era moderno e inoltre all'interno era presente una grande libreria nella quale trascorreva le sue ore buche. Aveva molti amici e amava tenerseli sempre accanto perché talvolta doveva spegnere la mente e divertirsi un poco, senza dover pensare ai problemi che la circondavano. Neppure nella sua casa si respirava un'aria di tranquillità, siccome c'era sempre molta tensione tra i due genitori a causa del lavoro di suo padre, o meglio, del vecchio lavoro dato che la fabbrica aveva chiuso lasciando a casa i dipendenti senza un minimo preavviso. Ma di questo Bonnie non si voleva preoccupare, infatti viveva la sua vita come ogni suo amico, al pomeriggio aveva il turno in una libreria vicino casa sua e i soldi che guadagnava erano sufficienti per pagarsi gli studi, ma non abbastanza per permettersi un appartamento. Ogni tanto dormiva a casa di Luce, una delle sue migliori amiche.

Dimentica (IN PAUSA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora