Capitolo 10

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Adam pensava solo a se stesso, era impossibile dispiacersi per lui. Credeva forse di essere l'unico uomo tradito dalla moglie esistente al mondo? È un errore umano: le persone non saranno mai fedeli a tutto; nessuno è perfetto. Ovviamente qualcuno si sa controllare più di altri.

Adam non era quindi l'unico ad aver subito questo dolore, doveva capirlo. Non aveva senso odiare ogni singola donna presente sulla terra. Alcune di loro avevano rispetto verso gli uomini, non avrebbero mai tradito il marito. Dal momento in cui, però, l'ultima cosa che Adam avrebbe dato ad una dona era proprio il rispetto, sicuramente non poteva pretendere di riceverne da parte loro.

Bonnie non riusciva proprio a provare pena per quell'essere spregevole e nemmeno voleva farlo. Voleva invece avere nostalgia di suo padre, invece non poteva, perché l'unica cosa a cui riusciva a pensare in quel momento era che il suo amato papà aveva tradito sua madre, lei e suo fratello. Pensandoci si era resa conto che ogni singola parola pronunciata da Caleb aveva perfettamente senso ed era dannatamente vera.

C'era stato un periodo in cui suo padre tornava tardi a casa perché, come diceva ogni volta, aveva molte faccende da sbrigare al lavoro. Bonnie gli credeva; come poteva una bambina immaginare che il suo amato papà potesse fare alla sua famiglia un torto simile? Però, adesso, prendendo in considerazione l'ipotesi del tradimento, tutto aveva più senso: suo padre non aveva tempo per la famiglia perché pensava solo a sé, non perché era impegnato al lavoro.

Continuava a tradire la moglie? Aveva capito l'errore che aveva fatto? Sua madre aveva mai sospettato qualcosa? Forse non l'avrebbe mai perdonato o forse sì, ma solo col tempo; dopo tutto era sempre l'uomo che, insieme alla mamma, l'aveva cresciuta e gli doveva molto.

«Avanti bella bionda, non sei qui per fissare il muro!» la voce di Adam la riportò alla realtà.

Ancora più di prima, provava ribrezzo per quell'uomo: aveva rovinato la vita a tantissime ragazza (chissà quante prima di quelle che si trovavano in quel bordello), solamente perché la sua ex moglie lo aveva tradito.

«Tesoro, te lo ripeto: non sei qui per fissare il muro.» disse in tono minaccioso.

Ma la ragazza non si mosse, non lo stava facendo apposta: le sembrava che il suo corpo non reagisse ai comandi. Non riusciva a muoversi.

Qualcuno le strinse con forza il polso tirandola verso la sua stanza. Quando entrambi furono dentro e la porta si chiuse, la bionda alzò lo sguardo verso Caleb che ancora non aveva mollato la presa.

«Mi stai facendo male.»

Il ragazzo non reagì e Bonnie era quasi spaventata dal suo sguardo carico di rabbia.

«Caleb.» lo richiamò.

Lasciò la presa ma la rabbia non svanì. Intanto la ragazza si stava massaggiando il polso ancora dolorante.

«Tu credi forse di essere l'unica vittima qua dentro? Perché mi spiace deluderti, ma non è così.» Caleb le gridò contro.

«Io non ho mai detto nulla di tutto ciò.»

«Ti comporti come se volessi essere la ragazza più forte del mondo, ma appena ne hai occasione ti piangi addosso. Ti prego! Tu hai voluto sapere la verità e io te l'ho detta, non dando ascolto a mio padre che mi aveva ordinato di non dirti nulla. Dovevo dargli ascolto: evidentemente aveva capito tutto.» sputò.

«Ti chiedo scusa, ma mi sono successe parecchie cose ultimamente, non credi? A partire dal fatto che mi hai rapita per un motivo totalmente insensato e mi hai portata in questo posto. Sono obbligata a fare cose che mi fanno schifo e non dimentichiamo le numerose minacce di morte da parte del tuo caro papà. Probabilmente mi ucciderà appena ne avrà occasione. Infine, mi vieni a dire che mio padre ha tradito mia madre con la tua. E scusami se "mi piango addosso", ma sono tante cose da assimilare.» replicò a voce alta.

Probabilmente nell'altra stanza li stavano sentendo, ma a Caleb non importava e a Bonnie ancora di meno.

«Tante cose da assimilare?» domandò incredulo «Tu non hai idea di cosa siano "tante cose da assimilare"»

«Perché tu sì? Cosa c'è di tanto difficile da far andare giù? Insomma, tu dai l'impressione di vivere nella normalità. Mio padre è un coglione? Normale. Gestisco un bordello insieme a lui? Normale. Ho rovinato la vita a tutte quelle ragazze? Normale. È tutto normale per te! Sei egoista e basta, non ti importa degli altri, l'importante è che tu abbia la tua vita.»

«Credi di sapere tutto di me? Credi che vedermi una o due volte al giorno e insultarmi di tanto in tanto serva a farti capire tutto della mia vita? Non hai capito proprio niente.»

«Tu nemmeno sai com'è la mia vita, o meglio, com'era.»

«Lo vedi? Sei sempre tu la vittima della situazione.»

«Mi chiedo perché non vai a vivere con quella puttana di tua madre allora.» disse senza pensare, ma se ne pentì subito: la rabbia stava prendendo il controllo sulle sue parole.

In meno di mezzo secondo si ritrovò con le spalle al muro e il viso di Caleb a poca distanza dal suo.

«Ci andrei volentieri a vivere con mia madre, ma se mi spieghi come raggiungere i morti senza morire mi fai un favore.»

Ah...

Fece per replicare qualcosa per scusarsi o per dispiacersi, non lo sapeva neanche lei, ma Caleb non la lasciò parlare.

«Quando Adam ha scoperto che lo tradiva, prima di farglielo presente, ha aspettato la notte per buttarla giù dalla finestra del palazzo in cui vivevamo. Alla polizia ha detto che soffriva ormai da tempo di depressione e il caso si è concluso.» continuava a parlare senza allontanare il suo viso da quello di Bonnie «Una volta morta lei non aveva più nessuno da odiare, quindi se l'è presa con mia sorella, fino a quando non l'ha abbandonata in un orfanotrofio.»

Non aveva mai pensato alla fine che aveva fatto sua moglie, non le interessava. Oltre ad uccidere la moglie, aveva anche abbandonato la figlia.

«E allora perché non te ne vai?» sussurrò.

«Perché è l'unica persona che mi rimane ed è mio padre. Tutto ciò che posso fare è renderlo fiero di me: ha già sofferto abbastanza.»

«Non hai motivo di renderlo fiero di te.»

«È davvero questo il modo in cui vuoi rendere fiero tuo padre?»

«No, tu non capisci, non ho altra scelta.»

«Quindi ti senti obbligato, non lo fai per tuo volere. Tu non sei così e lo sai bene.»

«Lui è mio padre, è mio dovere rispettare le sue scelte.»

«Caleb, lui è malato.»

La fissò, guardava i suoi occhi chiari e cercava le cose giuste da dire, ma scelse la codardia e scappò.

«No, ascoltami: dimentica. Dimentica tutto quello che ti ho detto. Non avresti dovuto sapere nulla.»

Detto questo, si allontanò dal suo viso e uscì dalla stanza lasciando dentro Bonnie un inaspettato senso di vuoto. Forse ora lo capiva di più e capiva anche perché Allie le chiese di lasciarlo fuori da tutto.

Quell'uomo aveva trascinato dentro la sua pazzia anche il figlio che non poteva fare a meno di appoggiare le sue idee. Adam aveva rovinato anche la sua vita impedendogli di vedere la sorella, togliendogli l'amore della madre.

Caleb era la sua unica possibilità dii uscire da lì.

S/A
Ecco il capitolo 10! Di nuovo, mi scuso per il ritardo ma ho sempre il problema della scuola.
Fatemi sapere se vi è piaciuto💕
-Ele🙈

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