call

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All'inizio, quando Lea vide "numero sconosciuto" sorrise, capendo la causa di quella chiamata. Dopo un suo "pronto?" bisbigliato, l'uomo, cordialmente, si presentò: -Sono Paul, vivo a Backer Street e.. ho avvistato la bambina dei volantini, quindi ho subito chiamato questo numero.-
Tutto stava andando bene ed era fin troppo normale, per la madre. Non era abituata a questo, al pizzico di felicità e speranza che le nacque al petto. Infatti, morì mano a mano che la chiamata proseguì.
-L'ho vista mentre andava nel bosco. Mi sembra che stesse seguendo qualcuno.. era una persona molto vecchia, nella sua faccia c'erano numerose rughe ed aveva un aspetto spaventoso. I vestiti erano totalmente stracciati.- a Lea si gelò il sangue nelle vene, ricordandosi delle parole della bimba. Ma proprio in quel momento la chiamata iniziò ad essere strana. La sua voce si trasformò completamente: diventò più roca e distorta, come se quello non fosse un semplice uomo, o donna, pensò Lea -in quel momento era impossibile distinguerlo-, ma qualcosa di molto più grande e potente. Al di sopra di ogni essere che poteva abitare quella terra. -Non mi sembrava una qualunque però.. Sì. Ne sono sicuro. È Baba Jaga. E Baba Jaga sono io.- La sentirono sorridere. E in quel momento, la chiamata finì.
Ora poteva sentirla e vederla davvero. Baba Jaga esisteva. E la stava invitando da lei.

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