Capitolo 1

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Giornata di autunno. 16 Novembre. Passeggiare per Central Park di questo periodo è d'obbligo. I bambini ridono intorno al laghetto. I marciapiedi sono cosparsi di foglie rossastre e dorate che, inumidite dalla pioggia caduta la sera prima, emanano un odore autunnale. Gli alberi sono colorati di arancione, presto saranno completamente spogli. Con la testa mi sposto da un pensiero all'altro. Pensieri pesanti che fanno salire un po' di preoccupazioni, mal di testa e disperazione.

La mia mente si stacca da quei pensieri quando sento pronunciare il mio nome in lontananza da una voce femminile.

"Lily!". Mi salutò agitando la mano.

"Amy!". Le sorrisi. Corse verso di me. Ci abbracciamo calorosamente.

"come va?". Mise le braccia conserte per cercare un po' di calore.

"non tanto bene.. te?". Dissi mentre col mio piede giocavo con un sassolino sul marciapiede.

"uguale.. sono 3 notti che non chiudo occhio, ultimamente diventano sempre più frequenti e forti".

"anche io. A volte quando riesco ad addormentarmi vengo svegliata dalle scosse e non riesco a riaddormentarmi".

"ho veramente paura". Disse prima rivolgendo lo sguardo a terra e poi sui bambini che giocavano.

"non sei l'unica". Mi voltai verso i bambini anche io.

"godiamoci questo ultimo autunno". Si rassegnò tornando a guardare il grigiastro marciapiede.

La sua mente venne cosparsa di pensieri, si poteva ben capire dal suo sguardo.

"camminiamo un po'?". Cercai di distrarla.

"si". Rispose senza lasciare quei pensieri.

Ci incamminammo per il viale, le foglie degli alberi, cadendo, sfioravano i nostri giubbotti, ma erano troppo familiari per catturare la nostra attenzione e portar via qualche pensiero.

Arrivammo alla fontana e ci sedemmo nella fredda e un po' bagnata panchina in legno lì davanti.

Una piccola scossa di terremoto ci fece sobbalzare. Mi aggrappai saldamente alla panchina. Amy si strinse la testa tra le mani.

Le madri prendevano per mano i loro bambini o in braccio e correvano via. La scossa cessò.

"andrà tutto bene". Ero sul punto di crollare in un pianto.

Amy aveva già cominciato piangere. Cominciai ad accarezzarle la schiena.

"credo sia meglio tornare a casa". Si alzò.

Mi alzai anche io. Ci guardammo qualche secondo in silenzio poi ci abbracciammo di colpo.

"ti voglio bene". Cominciai a piangere.

"anche io, grazie mille, per tutto". Ci staccammo.

Lasciare la mia migliore amica era molto difficile. Ci sorridemmo.

"niente addio, solo un semplice ciao".

"Tu Lily riesci sempre ad alleggerire tutto, io non sono come te".

"Che cosa intendi?". Corrugai le sopracciglia senza capire cosa volesse dire.

"Non è detto che ci rivedremo". Una lacrima rigò il suo viso mentre il suo sguardo si rivolse verso il basso.

"Amy". La presi per le spalle.

"Ci rivedremo". Continuai guardandola dritta negli occhi.

"Ti voglio bene Lily". Mi abbracciò singhiozzando.

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