Capitolo 14

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JUSTIN P.O.V.

"Alfredo" lo chiamai con voce flebile.

Pensai che non fosse riuscito a sentirmi, invece balzò in piedi e si avvicinò a me.

"Justin" balbettò non sapendo cosa fare.

"penso che ci siamo, il dolore continua ad aumentare, non si arresta" parlai a denti stretti cercando di respirare.

"ok, resta lucido,concentrati sul tuo corpo"

"ho la testa che mi scoppia, è difficile riuscire a concentrarmi".

Il dolore aumentò ancora, facendomi fare una smorfia. Chiusi le lenzuola del letto nei pugni delle mie mani, cercando di non urlare.

Alfredo sfiorò il mio orecchio.

Lo guardai stranito dalla sua azione.

"Justin" balbettò.

Misi a fuoco sulle sue dita.

Grugnii appena capii che era sangue.

"fanculo" sputai a denti stretti.

Mugolai a causa del dolore quando esso si intensificò.

Cercavo di restare lucido, ma divenne ancora più complicato quando il dolore si spinse oltre i limiti della sopportazione umana.

Inarcai la schiena mentre continuavo a contorcermi.

Alfredo era pietrificato davanti a me.

Lo vidi voltarsi e spalancare gli occhi.

Tre "uomini" si trovavano ai piedi del letto.

*noi siamo i Superiori Justin e adesso tu verrai con noi*

Non ce la facevo più e mi lasciai andare. Chiusi gli occhi e venni avvolto dall'oscurità.

Mi svegliai.

Ero ancora stordito. L'ultima cosa che ricordavo era il dolore lancinante che affollava il mio corpo.

Roteai gli occhi guardandomi attorno senza alzarmi.

Ero in una stanza dal pavimento e il soffitto bianchi. Le pareti erano di metallo.

Alzai il busto e mi guardai meglio attorno.

Ero su di un tavolo, anch'esso di metallo.

"ma che cazzo.." dissi accorgendomi dell'ago sul mio avambraccio e uno sul dorso della mia mano destra. Che mi stavano buttando dentro le vene?

*pensavamo che non ce l'avresti fatta* ecco di nuovo quella voce.

Mi guardai intorno. C'era un uomo accanto ad una porta.

I miei battiti si accelerarono.

*io sono il Secondo Superiore*

"che cosa mi sta succedendo? Che cosa volete da me?" gli chiesi impaurito.

*Justin, guarda il tuo polso sinistro*

Ubbidii. C'era un tatuaggio, era un numero. 2102.

"che cosa sarebbe?" chiesi.

*è la data di nascita di una ragazza, Lily Stewart*

"e chi sarebbe?"

*una ragazza che, come te, ci serve per combattere una guerra devastante che avrà inizio il 16 Novembre*

"che guerra?" chiesi.

*una guerra con l'uso di automa e droni, una guerra tra due mondi opposti. Mettiti in testa che tu hai dei poteri eccezionali e che di umano, in te, rimane ben poco* si avvicinò al mio braccio destro togliendomi gli aghi.

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