Capitolo 28

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LILY P.O.V.

Aprii lentamente gli occhi e mi stiracchiai. Venni ripercorsa da un turbine di dolore quando le immagini del giorno precedente avevano preso a scorrere nella mia mente, facendomi venire voglia di sprofondare di nuovo nel sonno e magari non riaprire più gli occhi. Ancora faticavo a crederci, per qualche strano motivo.

Mi girai su di un fianco, volendo distogliere la mia mente dai ricordi, cominciando la giornata accanto a Justin. Il pensiero di lui al mio fianco mi fece sentire meglio e sorridendo mi voltai verso la parte in cui doveva ancora dormire lui.

Ma non era lì.

Tirai su il busto e mi guardai intorno, mentre il terrore si infiltrava tra le mie ossa, facendomi tremare in risposta. La stanza era buia così mi alzai, accesi la luce e mi guardai intorno, ma la stanza era vuota. Aprii la porta del bagno, sperando che fosse lì, fregandomene della figura di merda che avrei fatto se ci si fosse trovato. Ma non c'era nessuno.

Una strana mancanza d'aria afflisse i miei polmoni e mi ritrovai immersa in un vero e proprio attacco di panico. Non poteva essersene andato. Non poteva avermi lasciata sola, non di nuovo. Mi sedei sul bordo della vasca, poggiando una mano sul mio petto, mentre cercavo di calmare il respiro. Le lacrime presero a scorrere sul mio viso. Lui non c'era, non era qui. Non era accanto a me.

"no!" piansi mentre le urla squarciavano la mia gola.

A dire la verità non mi spiegavo nemmeno io il perché a questa reazione, o forse si. Era successo troppo in questi giorni. L'idea di rimanere da sola, veramente, mi spaventava, o meglio, mi uccideva. C'erano un catasto di emozioni dentro di me, ma riuscii a capire quale prevaleva: dolore. Ma nelle mie urla c'era una mescolanza di odio, rabbia, paura, tristezza, impotenza, incapacità.

"Lily" sentii qualcuno chiamarmi. Voltai la testa, vedendolo mentre camminava verso di me.

"Justin" mormorai tremando.

"che è successo?" mi chiese inginocchiandosi tra le mie gambe. Preoccupato del mio stato.

"non eri qui. Ho avuto paura" singhiozzai.

"oh dio, Lily" sussurrò per poi prendermi in braccio e portarmi nell'altra stanza.

Si sedé sul letto con il mio corpo tra le braccia. Cominciò a fare dei piccoli movimenti, come a cullarmi, mentre mi stringeva a se. La mia testa sul suo petto mentre mi calmavo.

"shh, va tutto bene, sono qui" mi sussurrò baciandomi i capelli.

"dove sei stato?" chiesi quando il mio respiro tornò normale.

"ho dato una controllata fuori" mi disse.

"è tutto a posto?" chiesi. Sospirò, mentre i suoi occhi presero a vagare nella stanza.

"non so se sia una cosa buona o cattiva" mi disse.

"cosa?" chiesi io, preoccupandomi.

"non c'era nessuna traccia dei droni" mormorò. Il respiro si impigliò nella mia gola.

"che cosa?!" mi tirai in piedi.

"è così" fece un cenno con la testa. Gli occhi a vagare per la stanza.

"che ore sono?" chiesi.

"ancora il sole non è sorto" rispose scuotendo la testa.

"sei andato là fuori di notte?" gli chiesi. Si poteva scorgere una piccola nota di rabbia nella mia voce.

"che cosa cambia? Anzi, di notte è quasi più sicuro" scrollò le spalle, un poco irritato.

Aprii bocca, ma la richiusi, prima che essa potesse dire una vera e propria cazzata. Con il potere dei nostri occhi, potevamo vederli anche al buio, quindi se era di notte o di giorno, era indifferente. Mi chiesi se però cambiasse qualcosa per loro.

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