Capitolo 1

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Si può dare un pugno, piangere, urlare e rimanere shockati in qualche minuto?
A me è appena successo. Tornare a casa dopo una giornata stressante all'Università della caldissima Dallas e ritrovarsi davanti questa scena non è proprio un toccasana per la mia salute. Sento i nervi a fior di pelle e i palmi ormai insanguinati dalla forza con cui ci sto premendo le unghie dentro. Credo che se adesso mi vedesse qualcuno non mi riconoscerebbe. In effetti neanche io mi riconoscerei.
Nadya, la mia coinquilina da circa cinque mesi, stava ficcando la lingua dentro la bocca di Drew, nonché uomo che avevo scelto di amare per sempre. Beh, mi sbagliavo. Tantissimo.
La guancia di Nadya è gonfia quasi quanto la mia mano. Per una buona causa, però.
Corro in camera non appena vedo che Drew sta medicando la ferita che ho provocato sullo zigomo della mia ex coinquilina. Prendo il primo borsone che trovo nel mio armadio e ci metto dentro alla rinfusa le poche magliette e i pochi jeans che sono riuscita a buttare giù dalle stampelle. Ora mi è difficile persino muovere il polso, perché il nervosismo sta facendo tremare ogni piccola cellula del mio corpo.
«Piccola, non è come sembra...» ma è scemo? cosa crede che io abbia visto?mi giro di scatto con uno sguardo assassino e lo guardo dritto negli occhi.
«Non è come sembra? Sei scemo, Drew? Stavi limonando la mia coinquilina! E chissà quante altre volte lo avrai fatto!» concludo urlando e  lanciando le mani in aria. Lui si avvicina e mi tocca il polso.
«Tesoro...» mi libero dalla sua presa bruscamente e prendo il borsone in mano puntando con l'indice dell'altra mano il suo viso.
«Tesoro a chi? Io non sono il tuo "tesoro"! Io non sono il tesoro di nessuno!» cerca di afferrarmi il braccio ma io lo aggiro e corro verso l'ingresso. Le lacrime continuano a sgorgare dai miei occhi come se ne avessi una scorta infinita. Quasi mi fanno male. Nadya è seduta sul bancone della cucina e appena mi vede scende lentamente tenendo una mano sulla guancia sanguinante. Non mi fa nessuna pietà, a dir il vero. So che la violenza non si dovrebbe MAI usare, ma prima  ho reagito di istinto e sempre di istinto dico che non me ne frega niente di ciò che mi dirà. Anzi non mi frega nulla di lei. O ancora meglio, non mi frega niente di loro due. Per me si possono prendere le peggiori punizioni dell'inferno. So anche che sono brutti pensieri che non andrebbero augurati a nessuno ma adesso penso solo a quello che mi hanno appena fatto. Li odio. Con tutto il cuore.
«Margot, io...» lascio la mano sul pomello della porta e mi giro verso di lei. Mi guarda con una faccia da cucciolo smarrito e piange anche lei. Spero che stia scherzando perché altrimenti le rimetto le mani addosso. Lei sta piangendo? Per quale ragione? Glielo do io un motivo per piangere a quella.
«Tu niente, Nadya. Vaffanculo.» esco e sbatto la porta con tutta la forza che ho senza voltarmi una volta.

-Spero che vi piaccia il primo capitolo di questa storia. Ne pubblicherò uno al giorno. 👋🏼 buona lettura.

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