Capitolo 2

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Ormai è buio di fuori. Oggi ho fatto, visto che è mercoledì, il mio solito turno part-time al bar. Per questo sono tornata più tardi a casa e, che mi venga un colpo, Drew mi ha anche tradito. Ah e oltretutto sta diluviando qua fuori. Fantastico, no?
Sto camminando da circa dieci minuti sotto la pioggia battente e già mi sento disperata. Non ho un posto dove poter andare. I miei genitori vivono nello stato della Georgia, ad Atlanta, insieme ai miei fratelli. Quanto mi mancano. Quando ho deciso di partire per il Texas tutti erano favorevoli alla mia scelta. Non perché volessero sbarazzarsi di me ma perché hanno sempre detto che io sarei dovuta partire e andare a studiare in altri posti per "espandere la mia mente". Beh, avrei non voluto "espandere la mia mente" allora. Soprattutto non in Texas. Non a Dallas.
C'è un ragazzo che mi sta seguendo da poco e sembra confuso dal mio modo di fare. Non posso dargli torto. Sto camminando in tarda serata con il diluvio universale che si sta scatenando intorno a me. Avrei dovuto portare un ombrello. Ma non ci ritorno neanche morta in quello schifo di appartamento. Mi giro di scatto verso il tizio e ancora in preda alla rabbia gli chiedo bruscamente
«Che vuoi? Perché mi stai seguendo, eh?» lui si mette a ridere e mi fa spostare sotto un tetto che unisce due palazzetti. Ah. È Cody, il mio vicino di casa. Lo guardo aggrottando le sopracciglia e poi sbuffo.
«Faccio così tanta pena?» gli chiedo guardando il marciapiede sotto di noi. Lui alza le spalle e dice
«Stai girando a vuoto da un bel po' sotto la pioggia e a quanto pare i miei sospetti sono veri.» fa un mezzo sorriso pervertito. Con Cody non ho molta confidenza però ogni tanto ci parliamo del più e del meno.
«Quali sospetti?» spero non mi abbia letto in faccia che sono stata appena tradita.
«Che non sai dove andare e quindi sei disperata.» incrocio le braccia e inarco un sopracciglio. Sembrerò una snob fastidiosa ma non so perché questo commento non mi piace. Prima gli ho praticamente confessato di essere disperata e ora sono sulla difensiva. Ho bisogno di un po' di the. Butto le braccia lungo i fianchi sospiro. Lui mi da una pacca sulla spalla e sorride in modo compassionevole. Non voglio che qualcuno provi compassione per me. Mi sentirei ancora più triste.
«Non provare compassione per me, ti prego.» sospiro di nuovo e lui nota solo ora le lacrime che sto versando perché sta scorrendo i suoi occhi lungo la mia guancia.
«Come preferisci, Margot.» mi asciugo le lacrime senza un effettivo senso e ci incamminiamo verso il mio palazzo.
«Io non ci voglio tornare dentro il mio appartamento.» dico allarmata. Mi blocco in mezzo alla pioggia e lui mi tira la mano.
«No, infatti verrai nel mio appartamento.» io scuoto la testa confusa. Ride e mi lascia la mano portando la sua sul suo petto.
«Non sono ne un maniaco ne un pervertito, beh quello forse, ne un killer. Tu non hai un posto dove andare quindi, da brava persona, ti porto da me per quanto tempo ne avrai bisogno.» Questo è un pensiero molto dolce ma non credo sia giusto approfittare di lui. Troverò un posto dove vivere, no?
«Io non voglio dare fast...» lui mi liquida con un gesto della mano e va dritto verso il suo appartamento senza voltarsi. Come se fosse certo del fatto che io lo sto seguendo. Che effettivamente è la verità. Si gira verso di me poco prima di aprire il portone
«Ma, no, non dai fastidio.» mi fa l'occhiolino e rivolge l'attenzione al portone. Arrossisco e soffoco una risata.
Oh, bene.
Penso sbuffando e ridendo allo stesso tempo.


-Questa settimana non so se riuscirò a pubblicare un capitolo al giorno perché starò fuori. Spero di farcela👋🏼

Impossible to love youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora