Capitolo 15

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Nick

<<Ben sveglio ragazzo, avevi intenzione di non andare a scuola oggi, o forse hai
finalmente deciso di lasciarla e venire a lavorare nella mia officina?>> mi domanda il mio patrigno ridacchiando, appena scendo in cucina, a causa dei due bicchieri di whisky che si é già scolato, nonostante siano solo le 7.30 di mattina

<<no Robert, ti ho già detto che questo è il mio ultimo anno scolastico e desidero diplomarmi prima di iniziare qualunque tipo di lavoro>>

<<uffa, ancora con questa stupida idea del diploma? Non hai ancora capito che è inutile, soprattutto visto che lavorerai con me, il tuo caro patrigno>> dice, mentre uno strano ghigno compare sul suo volto

<<Robert io non so se verrò a lavorare nella tua officina e se anche capitasse, sarà comunque un occupazione temporanea, finchè non troverò qualcosa di migliore, ti è chiaro?>>

<<Nicholas smettila di dire cazzate, quello è il tuo posto>> risponde con durezza

<<no non lo è, ne lo sarà mai.
A dir la verità lo odio con tutto il mio cuore, così come odio te>>

<<ora stai esagerando signorino!>> dice alterato

<<no, tu lo stai facendo! Sei solo un ubriacone e non fai altro che ferire me e mia madre, sono stufo!>> urlo arrabbiato

<<Nick calmati, non ti azzardare a dire queste cose, sai quanto Robert si preoccupa per noi, quanto lui ci voglia bene>> interviene mia madre, andando ad abbracciare il marito

<<si certo, quante bugie che ci raccontiamo...Ma le cose cambieranno molto presto mamma, vedrai>> rispondo, con la voce carica di speranza

<<tesoro stai delirando, noi siamo una famiglia>> dice lei

<<no non lo siamo e mai lo saremo!
Tu non capisci... Voi non capite e io non voglio più vivere in queste condizioni>>

<<bene, mi sembra perfetto, ti accontento subito ragazzo>> risponde Robert, prima di sferrarmi un pugno in faccia, che mi porta a sbattere la testa contro lo spigolo del tavolo e, di conseguenza, a cadere a terra inerme.

Qualche minuto dopo, percepisco indistintamente mia madre urlare e la mia sorellina, agitata, correre al mio fianco, scoppiando a piangere alla vista del sangue che scorre copioso dalla mia testa e pian piano mi riprendo

-sto... Sto bene Mary, non piangere- le dico, cercando di tranquillizzarla

<<no, non è velo Nick, tu peddi sangue>>

<<si ma si placherà subito vedrai.
Ora devo andare a scuola e tu devi terminare la tua colazione, quindi per favore smettila di piangere e torna di la>> rispondo, alzandomi in piedi

<<eh va bene Nick, ma solo pecchè me lo chiedi tu e solo se prima di uscire vai a metterti un celotto>> afferma sorridendo.
Io in risposta annuisco e quindi lei, tutta contenta, torna a vedere i cartoni animati in salotto, mentre io riprendo il mio discorso

<<sai che ti dico Robert, ormai non mi ferisci più.
Una volta, quando ero ancora un ragazzino debole e confuso, credevo tu lo facessi per il mio bene, ti consideravo una specie di eroe, venuto a salvare me e la mia mamma, dopo la morte del mio papà, ma ora sono cresciuto e alle tue balle non credo più>> dico duramente, uscendo dalla cucina e dirigendomi verso la porta

<<aspetta Nick, dove vai?>> urla mia madre preoccupata <<stai perdendo sangue, torna qui>>

<<tesoro fidati di me, lascialo andare, tornerà, lo fa sempre>> le dice Robert, stringendola a se

<<si infatti, lasciami andare, è la cosa migliore!- rispondo uscendo di casa, senza neppure fasciarmi la ferita, poi prendo la moto e mi dirigo a scuola

(...)

Circa 15 minuti dopo mi trovo già nel campo da football dell'istituto, pronto a sfogarmi giocando

<<forza ragazzi, dovete impegnarvi, settimana prossima ci sarà la prima partita di campionato e non possiamo perdere!>> ci urla "The Rock", soprannome da me affibbiato all'allenatore per via della sua stazza, che lo porta ad assomigliare al famoso wrestler e attore, appena iniziamo la partita

<<Nick passami la palla! Sono libero, farò touchdown>> grida Cris, solo qualche minuto dopo, non essendo placcato.
Io, ancora troppo incazzato con lui, decido però di ignorare la sua richiesta e provo ad andare a meta da solo, ma sfortunatamente, alcuni miei compagni mi placcano, impedendomelo

<<ti avevo detto di passarmela!
Perché non mi hai ascoltato?>> afferma quindi il mio ex migliore amico, fortemente irritato, appena l'allenatore ci concede qualche minuto di pausa

<<Walker modera i toni, certi errori capitano a tutti>> lo ammonisce lui

<<si infatti, datti una calmata amico. Fino a prova contraria, sono ancora il tuo capitano ed ero sicuro di farcela>> rispondo io, con altrettanta ostilità

<<si certo, come se fosse questo il vero motivo>>

<<senti io...>> sto per rispondergli a tono, ma il coach mi interrompe

<<Sentite ora basta! State esagerando ok?
Non mi importa quale sia il vero motivo, voglio solo che errori del genere non si ripetano più, soprattutto durante la partita, siamo intesi?>> ci dice duramente il mister

<<ha ragione coach, ci scusi... Certo se lui fosse un amico migliore forse...>> sussurro irritato, lasciando il discorso in sospeso

<<scusa cosa hai detto?>>

<<oh hai sentito bene>> rispondo in collera, per poi dargli uno spintone. Lui ricambia tirandomi un pugno e diamo così inizio ad una pesante rissa, che finisce per coinvolgere anche parte della squadra.
Per fortuna l'allenatore corre immediatamente a separarci e ci spedisce a calmarci negli spogliatoi

<<e ringraziate che non vi mandi dal preside!>>

<<ha ragione mister, ci scusi, non accadrà più>> ammetto, realmente dispiaciuto

<<si concordo con lui>> dice Cris

<<lo spero>> risponde l'allenatore

Angolo Autrice
Ecco un nuovo capitolo ragazze, come sempre spero vi piaccia e perfavore lasciatemi i vostri pareri, ci tengo davvero a sapere cosa ne pensate, a presto <3 ;)

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