Capitolo 32

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Emily

E' passato qualche giorno da quando Nick mi ha rivelato la portata dei suoi sentimenti, urlando al mondo che mi ama e un paio di ore fa, dopo essere usciti da scuola, ci siamo diretti a casa sua per passare il pomeriggio insieme, come facciamo ormai quasi ogni giorno.
Poco fa però, mentre guardavamo un film d'azione abbracciati sul suo letto, lui si é girato verso di me, tutto agitato ha spento la TV e mi ha rivolto la parola
<<Emy io ci ho pensato molto e credo sia arrivato il momento di raccontarti tutta la verità sul perchè odio così tanto il mio patrigno e desidero così tanto andarmene da questa casa>>

<<amore sei sicuro di volerlo fare? Insomma so che è un argomento molto scomodo per te e non voglio forzarti>> chiedo un po preoccupata

<<piú che sicuro.
Vedi quando avevo solo 9 anni mio padre ci ha lasciati, era molto malato e anche se ha combattuto fino alla fine, quella bestia, chiamata comunemente cancro, lo ha divorato e portato via da noi.
Mia madre, naturalmente, ne è rimasta distrutta, in un primo momento non riusciva nemmeno più a badare a se stessa, figurati a me, perciò é stata costretta ad assumere una baby-sitter a tempo pieno, a cui tuttora voglio un gran bene, che si occupasse di me e della casa... Questo almeno finché non ho compiuto 14 anni.
Non mi ricordo esattamente quando, ma in un caldo giorno d'estate il motore della sua auto si è fuso ed é stata costretta a portarla in officina per farla riparare ed é li che ha conosciuto Robert.
Lui era il proprietario del posto e fin da subito si è dimostrato molto gentile nei suoi confronti, tanto che nel periodo in cui la macchina era in riparazione la accompagnava e andava a prendere al lavoro e spesso ci faceva anche compagnia a cena.
Alla fine, visto il rapporto che si era venuto a creare tra loro, per risparmiare, mia mamma decise di licenziare Lara, la babysitter e chiese a lui di occuparsi di me.
Robert naturalmente non perse l'occasione e da quel momento, ogni singolo pomeriggio, dopo la scuola, fui costretto ad andare in officina e aiutarlo a riparare le auto.
E la cosa piú brutta é che appena prendevo una pausa per mangiare o fare i compiti, oppure uscivo in giardino a giocare a foootball, mi prendeva a schiaffi.
Per un pò di tempo, troppo intimidito e spaventato da lui, decisi di tenerlo nascosto, soprattutto alla mamma, poichè non volevo in alcun modo distruggere la sua felicità, ma la situazione diventava, di giorno in giorno, sempre piú ingestibile, così alla fine decisi di rivelarglielo, ma ormai era troppo tardi, lei era già rimasta incinta di Mary e aveva deciso di sposare Robert.
Da quel momento la mia vita é diventata un inferno.
Robert si trasferì da noi e prese qualunque sorta di decisione al posto di mia madre, anche quelle riguardanti me, soprattutto quelle riguardanti me e continuò a picchiarmi.
Posso dire che é un miracolo se sto ancora frequentando la scuola e riesco a giocare a football, visto che se fosse per lui io avrei già abbandonato gli studi e lo sport da tempo per aiutarlo in officina e queste cicatrici ne sono la prova>> nel dirlo mi mostra una serie di tagli, di diverse dimensione, sul petto e sulle braccia, uno più di tutti mi sconvolge, poichè attraversa il costato

<<oh mio dio Nick non ci credo, e questo?>> mentre glielo chiedo, lo sfioro

<<è stato uno degli episodi peggiori, aveva uno strumento da meccanico in mano e con esso mi ha sfregiato>>

<<Io... Io non so che dire... Non ho parole>> balbetto sconvolta e dispiaciuta

<<nemmeno io, so solo che non ce la faccio più, ci ho provato, per mia madre e per la mia sorellina, non avrei mai voluto lasciarle sole con lui, ma ho compreso che sono ancora troppo debole, che non posso difenderle ne proteggerle, se non so fare lo stesso con me e per questo motivo ho deciso di andarmene, di scappare di casa>> mi rivela

<<come scappare di casa?>> gli domando sconvolta

<<bè in realtà non sarà proprio una fuga, semplicemente mi trasferirò dai miei zii.
Gli ho raccontato tutto e sono più che felici di ospitarmi>>

<<Nick io non ti giudico, anzi sono d'accordo con te, non puoi più rimanere in quella casa con lui.
E comunque ora che mi hai raccontato cosa ti è accaduto, sento di dover fare lo stesso, vorrei raccontarti come mai mi sono trasferita qui e vivo solo con mio padre e mia sorella>>

<<Emy non ce nè bisogno, io non l'ho fatto per ottenere qualcosa in cambio, volevo solo che sapessi tutto su di me, anche i miei più reconditi segreti>>

<<lo so e voglio la medesima cosa.
Ti amo e non vedo per quale motivo dovrei nasconderti dei fatti così importanti>>

<<se la metti così, va bene, dimmi pure>> risponde sorridendo

<<ecco è iniziato tutto quando avevo 11 anni.
Mia mamma, in quel periodo, era sempre più distante, spesso saltava il lavoro, stava fuori casa tutto il giorno, fino a sera inoltrata, si dimenticava di venirci a prendere a scuola e soprattutto lei e mio padre non si parlavano praticamente più.
Mia sorella era piccola e non ne risentiva più di tanto, ma io si.
Mi accorgevo di ciò che stava succedendo, avevo notato che lei e mio papà si stavano allontanando e che le poche volte che parlavano, finivano per litigare e sinceramente non ce la facevo più, ma mai avrei pensato che da li a poco l'avrei persa.
Soffro ad ammetterlo, ma la verità é che a lei non importava più nulla di noi, le interessava solo quel puttaniere del suo collega, un uomo più giovane, bello e brillante, almeno secondo lei, di mio padre e che a detta sua, la faceva sentire viva, come non lo era mai stata.
Quell'uomo, in poco tempo, l'ha portata ad allontanarsi da noi, fino a scappare di casa e da quel momento non l'abbiamo più vista.
Avevo 12 anni quando, pochi mesi dopo il suo abbandono, mio padre ha deciso di venire a vivere qui, visto che sua sorella, mia zia, ci abitava gia.
E' stato molto difficile superare la cosa, sia per mio padre che per me, quella che ne ha sofferto di meno devo dire che è stata mia sorella, tuttora convinta che la mamma abbia ricevuto un importante offerta di lavoro e sia dovuta partire, ma che prima o poi tornerà, io però so che non accadrà mai e quando a volte mi capita do ripensarci, non posso fare a meno di soffrire>> ammetto con un misto di tristezza e rabbia

<<wow... Mi... Mi dispiace amore mio. Io ho perso mio padre, ma so che lui mi amava più della sua stessa vita, niente a confronto di ciò che è capitato a te, con quello che tua madre ti ha fatto>> dice commosso, poi mi stringe a se e mi asciuga, con dei soavi baci, le lascrime che stanno sgorgando dai miei occhi

<<non ti preoccupare amore, ormai è passato>>.

Angolo Autrice
Ciao ragazze, spero vivamente che il capitolo vi sia piaciuto, soprattutto perché quello che é capitato ad Emily, é molto simile a ciò che é successo a me, diciamo che ci ho messo molto di me stessa nel scriverlo.
Se vi va lasciatemi un parere mi fareste felicissima e già ché ci sono, ne approfitto per dirvi che domani parto perciò non so quando riuscirò ad aggiornare.
Comunque al prossimo, un bacio ;) <3

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