Capitolo 31

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Emily

Sono ancora in dormiveglia quando degli strani rumori, simili a ticchettii, provenienti da fuori, mi destano, perciò dopo essermi alzata nervosamente dal letto, mi affaccio al balcone con l'intenzione di controllare, ma un sassolino mi colpisce in faccia, graffiandomi

<<oh mio dio Emy, scusa!>> urla Nick dal giardino <<non volevo farti male>> continua, lasciando cadere a terra i sassolini che aveva raccolto, con l'intenzione di lanciarli contro la mia finestra

<<shh abbassa la voce, non vorrai mica che mio padre ci scopra>> rispondo io, con un tono decisamente più basso, mentre nella mia mente gli inveisco contro per il dolore

<<hai ragione, scusa di nuovo>> risponde mortificato, per poi arrampicarsi sull'albero di fronte alla mia stanza

<<oh mio dio! Stai attento>> impreco, appena lo vedo sbilanciarsi a causa di una forte folata di vento

<<tranquilla, sto bene>> risponde lui, prima di raggiungermi, con un leggero balzo, sul balcone

<<sei pazzo o cosa? Mi hai fatta morire di paura>>

<<sono pazzo si, di te>> risponde per poi baciarmi

<<non sembrava nei giorni scorsi>> dico un po amareggiata quando ci separiamo, cercando di fargli notare che da quando circa una settimana fa Cris è partito, lui non si è quasi più fatto vedere ne sentire

<<hai ragione, scusa tesoro.
Avevo bisogno di stare un pò da solo per pensare>>

<<e sentiamo, che conclusioni hai tratto?>>

<<lo scoprirai tra poco, ma prima devi venire con me>> risponde sorridendo

<<ma Nick è prestissimo, mio padre e mia sorella stanno ancora dormendo, non posso andarmene così>>

<<eddai oggi non c'è scuola ed io ho una sorpresa per te, perfavore>> mi chiede facendo i cosiddetti "occhi dolci"

<<eh va bene, aspettami giù.
Io mi vesto al volo, avviso mio padre che esco e ti raggiungo>> dico, lui in risposta annuisce sorridendo, poi si cala giù dall'albero e si dirige verso la sua moto, parcheggiata sul ciglio della strada.
Io invece mi vesto in tutta fretta, facendo attenzione a non disturbare mia sorella, poi vado in camera di mio padre e lo scuoto, nel tentativo di svegliarlo

<<papà>>

<<mhh tesoro, che ore sono?>> chiede con la voce impastata dal sonno

<<è molto presto, ti volevo solo avvisare che sto andando a fare jogging, tu torna pure a dormire>>

<<va bene, allora buon allenamento tesoro, a dopo>> dice per poi chiudere nuovamente gli occhi.
Io ricambio il saluto, poi esco di casa e raggiungo Nick

<<allora dove si va?>> gli domando curiosa

<<te l'ho detto, è una sorpresa>> sorride malizioso lui

<<ma io sono curiosa, non so se riesco ad aspettare>> rispondo, con voce quasi da bambina

<<ti capisco, ma se te lo dicessi ora che genere di sorpresa sarebbe?>> chiede ironico

<<uffa, eh va bene>> rispondo sbuffando, mentre lui sale sulla sua moto

<<che aspetti? Monta su>> afferma poi ed io, anche se titubante, annuisco e faccio ciò che mi dice.
E' la seconda volta che salgo sulla sua moto e anche se so quanto lui sia premuroso e responsabile, soprattutto con me come passeggera, non posso fare a meno di preoccuparmi, per questo motivo mi avvinghio a lui come un koala, bloccandogli quasi il respiro

<<ehi amore calma, così mi soffochi>>

<<cosa... Cosa hai detto?>> chiedo incredula

<<che mi soffochi>>

<<no prima>>

<<oh ho detto amore, perchè non ti piace?>> domanda dispiaciuto

<<no al contrario, lo adoro e quasi non ci credo che tu, Nicholas Jefferson, capitano della squadra di football, nonché uno dei ragazzi più ambiti della città, possa chiamare me, una semplice "secchiona invisibile", amore>> rispondo emozionata

<<ti chiamo così perchè è ciò che sei per me e non voglio più nasconderlo, anzi voglio urlarlo al mondo ed è proprio quello che sto per fare>>

<<in che senso? Non capisco >> domando confusa

<<ora no, ma fra poco tutto ti sarà più chiaro>> risponde sorridendo

(...)

Non so quanto tempo sia passato, so solo che poco fa Nick ha accostato, mi ha fatta scendere dalla moto e mi ha chiesto di indossare una benda e poi mi ha condotta fino a qui.
In realtà non so dove ci troviamo, ma la sua stretta sulla mia vita mi infonde fiducia e quando finalmente mi toglie la benda, la sorpresa che si palesa di fronte ai miei occhi, mi emoziona.

<<Nick ma siamo... Siamo al...>> sono baita e mi mancano le parole, perciò lui prosegue al posto mio

<<si, siamo al faro dove ti ho portato quel giorno, il giorno nel quale ci siamo avvicinati per la prima volta, il giorno in cui abbiamo iniziato a parlare e a conoscerci davvero, il luogo nel quale abbiamo iniziato a provare qualcosa l'uno per l'altra>> risponde anche lui molto emozionato

<<wow, hai anche preparato un pic-nic, non ci credo>>

<<già, io e mio padre li facevamo molto spesso quando ero piccolo, era una nostra tradizione ed ora io la voglio condividere con te>>

<<ne sono onorata Nick>> rispondo baciandolo a stampo

<<prima di mangiare devo però fare una cosa>> dice, per poi affacciarsi dal faro e urlare a squarciagola <<Emily ti amo!>>

Angolo Autrice
Spero che il capitolo vi piaccia, vorrei solo ricevere un numero maggiore di visualizzazioni e commenti, almeno per sapere il vostro parere, se devo continuare la storia oppure abbandonarla.
Comunque al prossimo, ciao <3 ;)

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