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Vanessa Lane uscì in silenzio dal piccolo appartamento che aveva comprato New Orleans, bloccando la porta dietro di lei

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Vanessa Lane uscì in silenzio dal piccolo appartamento che aveva comprato New Orleans, bloccando la porta dietro di lei. Scese giù per i gradini della veranda anteriore e gli scarponi scattarono contro il pavimento duro.

Klaus la raggiunse appena la vide, non seguendola come aveva fatto nelle notti precedenti. Le mani della ragazza erano sepolte nelle tasche della giacca di cuoio, mentre le sue erano appese leggermente dai fianchi.

"Adesso che abbiamo stabilito che nessuno di noi è un serial killer, mi dici il tuo nome", parlava come se non avessero mai smesso, ma rimase in silenzio. "Ascolta, amore, ignorandomi non mi farà andare via, così possiamo anche parlare".

"Non parlo con persone che non conosco", rispose Vanessa stanca.

"Beh, cambieremo, no?"

"Perché ti importa tanto?"

"Sembri una sfida", Klaus scrollò le spalle, "mi piacciono le sfide".

Sospirò, le dita fredde si strofinavano sugli occhi stanchi. Voleva così disperatamente dormire, ma non voleva rivivere il dolore dei suoi incubi che gli venivano. Il suo corpo sarebbe crollato prima o poi, e i ricordi che aveva cercato così duro di dimenticare sarebbero riemersi ancora freschi nella sua mente, come riaprire una vecchia ferita.

"Sai," cominciò dopo un momento di silenzio, "abbiamo solo dimostrato che tu non sei un serial killer". 

Ridacchiò, le fossette apparvero nelle guance, "Non sei un serial killer".

"E come lo sai?" Vanessa guardò rapidamente l'uomo bello accanto a lei.

La sua domanda era uscita in modo tale che Klaus ne fu quasi sconcertato. Era una questione che doveva essere sollecitata, ma invece mostrava solo come fosse rotta la giovane donna accanto a lui. Era come se ci fosse una parte di lei che credeva veramente che fosse in grado di danneggiare qualcuno. Si fermò per un attimo prima di rispondere.

"Sembri troppo dolce."

"Sguardi possono ingannare", il suo tono aveva fatto un ottantuno, ed era di nuovo improvvisamente giocoso.

"Anzi possono essere, ma non credo che questo sia il caso per te". Vanessa fece un sbadiglio forte involontario, i suoi occhi innaffiarono un po'. Leccò le labbra secche e piegò le braccia sul petto. "Sai, dovrai aprirti finalmente."

Klaus sospirò mentre continuavano a camminare fianco a fianco in silenzio lungo la strada tranquilla. I suoi occhi azzurri si muovevano intorno alla città, ma a parte l'occasionale straniero che passava, erano soli.

"Vanessa"  infine ruppe il silenzio che si era stabilito tra loro.

"Che cosa?" Le sopracciglia si corrugarono in confusione.

"Il mio nome." Il viso di Klaus scoppiò un sorriso sgualcito. "Credo che tu abbia ragione, dovrei aprirmi a qualcuno alla fine".

"Va bene, cominciamo da quello che stai facendo a piedi per le strade di New Orleans all 1 del mattino". 

La bocca si avvicinò con un sorriso mezzo: "Non siamo così in confidenza".

Sleep | Klaus MikaelsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora