«A lei piaceva che la salutassi sedici volte o ventiquattro se era mercoledì. Le piaceva che ci mettessi una vita per tornare a casa, perché dovevo evitare le crepe del marciapiede. Quando siamo andati a vivere insieme lei disse di sentirsi al sicuro. Nessuno avrebbe potuto derubarci perché chiudevo la porta a chiave diciotto volte.» Il pubblico rise e Jimmy si passò una mano in faccia, per poi tornare serio.
«Jim! Andiamo!»
Crepe ovunque, Nicole camminava davanti a me mentre io facevo attenzione a non beccarne nemmeno una.
Lei tornò indietro ed evitò le crepe con me. Fino ad arrivare davanti casa nostra.
Amavo poterlo dire, poter gridare al mondo che finalmente Jimmy Wilson faceva parte di un "noi".Era ormai calata la sera, dopo cena Nicole lavava i piatti, ero orgoglioso del fatto di non dover controllare se i piatti fossero stati puliti nel modo in cui volevo io, perché mi fidavo. Sapevo che erano perfetti nel modo in cui faceva lei.
Dopo averla aiutata ad asciugarli e a riporli a perfezione al loro posto mi stesi a letto.
«Jim? Hai chiuso la porta?»
Mi assalirono mille dubbi, corsi verso la porta d'ingresso e la chiusi molteplici volte. Alzando e abbassando la maniglia centinaia di volte, sospirai: era chiusa.
Tornai in camera da letto e feci lo stesso con la porta di quest'ultima.
«Mi sento al sicuro con te» mi scosse «nessuno potrebbe mai farci del male, solo per merito tuo, sai?» mi sorrise.
Sorrisi anch'io, amavo sentirla parlare.
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The Best Obsession//D.O.C.
Short Story«Ma come può essere uno sbaglio se non devo lavarmi le mani dopo averla toccata?» ❗ATTENZIONE❗: "Discorso" non mio, l'opera è tratta dal monologo di Neil Hilborn.