Chapter 3 - L'odore del sangue

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Ross

"Hey" sento una voce stridula chiamarmi da dietro.
Mi giro con sguardo annoiato e inizio ad osservare quell'oca che mi trovo davanti.
Gonna corta e top altrettanto corto che lasciano poco all'immaginazione.

"Ciao" rispondo semplicemente.
"Sei Ross giusto?" Dice avvicinandosi 'sensualmente' a me. Ma sinceramente mi sembra che tra poco possa cadere da quei tacchi alti quanto un grattacielo.
"Si, perchè?" Chiedo indietreggiando.
"Sei nuovo. Volevo far amicizia per farti sentire a tuo agio" detto così poteva sembrare una cosa gentile ma le movenze che usa conducono a tutt'altro fine.
Solo ora i miei occhi vengono catturati dal suo rossetto rosso fuoco. Rende le sue labbra così carnose.
"Io sono Madison comunque" nessuno te l'ha chiesto vorrei tanto rispondere. Ma decido di dileguarmi con un semplice...
"Non è giornata scusa" in realtà non è neanche settimana, mese, anno e vita.
Cerco di incamminarmi verso l'uscita di scuola. Siamo in corridoio e tra pochi minuti questo verrà riempito da migliaia di studenti che non vedono l'ora di terminare il primo giorno di scuola.

"Hey aspetta, ti lascio il mio numero nel caso hai bisogno di compagnia... quando sei solo a casa" io sono sempre solo a casa e preferirei esserlo ancora per molto, grazie.
"Senti io..." non riesco a finire la frase che già la vedo scrivere su un foglio di carta di un quaderno.
"Sei un po' troppo agitato per il tuo primo giorno di scuola se vuoi oggi ti faccio calmare io" dice ammiccante guardandomi negli occhi mentre cerca di strappare dal foglio il pezzo dove aveva scarabocchiato il suo numero di telefono.
Non mi sforzo neanche di fare un finto sorriso di gentilezza perchè improvvisamente alle mie narici arriva il suo profumo troppo forte per riuscirmi a trattenere.
"Oddio, mi sono tagliata con la carta! Che sbadata!" Dice la ragazza con una recita incredibilmente pessima.
Il suo odore si fa ancora più inebriante e irresistibile. Dilato le narici cercando di assaporarlo il più possibile.

"Mi accompagneresti all'infermeria?" che scusa patetica... probabilmente si è tagliata di proposito. Doveva approfittare di quello nuovo.
Non la guardo in faccia e nella mia mente
cerco di formulare una frase coerente.
Ma appena si avvicina non riesco più a resistere.

I miei occhi incontrano quel rosso fuoco che mi attrae come una calamita.
Il suo profumo diventa ancora più intenso.

Mi fiondo su di lei e inizio ad darle le attenzione che vuole, assaporandomela tutta.

*****
Esco da scuola poco prima che suoni la campanella di fine giornata. Non mi va di essere intrappolato in un gruppo di ragazzini con gli ormoni a mille.

Per esperienza ho capito che tutti giudicano le persone dall'apparenza.
Io continuo a ripetermi che non bisogna mai fermarsi a vedere solo la copertina del libro ma ormai ci ho perso le speranze.
Si continuano a usare detti e proverbi su questo argomento ma le persone non cambiano e non cambieranno mai.
L'ho imparato a mie spese.

Ho trattato Madison esattamente in questo modo, probabilmente in realtà era una ragazza simpatica e, chi sa, anche dolce. Ma ci ho dato poca importanza. Non ce ne ho data per niente.

Cerco di scacciare questi miei pensieri accelerando il passo verso casa mia. Ma perchè accelero il passo se nessuno mi aspetta?
Forse essendo stato troppo tempo da solo non sono più abituato a vivere quotidianamente tra delle persone? Forse sto scappando.

*****
Apro la porta di casa mia e un silenzio tombale mi invade i timpani. Dopo aver acceso le luci apro il frigo per prendere una birra dopo di che, come ogni giorno, mi stendo sul mio letto e guardò il soffitto.

È un'abitudine che mi sono imposto per riuscire a pensare con calma e lucidamente almeno una volta in tutta la giornata.
Spesso capita che nella mia testa non passi neanche un dannato pensiero. Niente. Come se avessi paura di pensare, come se pensando troppo potrei iniziare a ricordare... (ed è l'ultima cosa che voglio)

Ma questa volta no. Questa volta la mia testa ha un pensiero costante e ben preciso da ormai troppe ore.

I suoi occhi. Sono riusciti a trasmettermi una calma surreale. Di un blu intenso, tendente al celeste verso il centro, con delle sfumature di verdi.
Così belli, mi viene voglia di scoprire cosa nascondono. Si vede... ha sofferto ed è per questo che mi tranquillizzo quando mi guarda. Lei mi capisce.

Avrei dovuto sentirmi in colpa durante tutta l'ora che ho condiviso con lei ma ovviamente non potevo permettermi questo. La mia anima da cattivo ragazzo non l'avrebbe accettata.
Rimasi indifferente anche dopo averle risposto male.
Ma quel suo sguardo mi è rimasto impresso e morivo dalla voglia di sapere il suo nome e provarlo a dire dalle mie labbra... per vede se anche il suo suono mi calmava.

Per tutta l'ora non ho pensato ad altro.
Quando ho sentito che il professore la richiamava per chiedere la sua attenzione, perchè stava disegnando qualcosa sul suo quaderno, un lieve sorriso si era formato sulle mie labbra.

"Marie Rose" dissi quasi in un sussurro continuando a guardare il soffitto di camera mia.
E, improvvisamente, mi sentii bene.

Angolo autrice
Primo Pov di Ross. Ce ne saranno sicuramente altri. Non temete😏
Cosa ne pensate ragazzi? Vi sta piangendo la storia?

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