•Epilogo

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"Tutte le volte che mi guarderò allo specchio
tutte le volte che mi lancerò nel vuoto
tutte le volte che m’inventerò il futuro
tutte le volte che ne sentirò il bisogno
ti troverò, ti troverò a casa mia"

Erano passati quasi tre anni da quel periodo buio dei due ragazzi.
Di Benjamin e Federico.
E adesso vi domanderete:
"Benjamin, è ancora vivo?"
Ed io vi rispondo così:
Benjamin è ancora vivo.
Ha superato il tumore con grande coraggio e forza di volontà, affiancato da Federico.
Non l'ha mai lasciato solo, nemmeno una notte, nonostante Christian volesse dargli il cambio qualche volta.
Lui diceva di no, diceva di stare bene, diceva di voler stare al fianco di Benjamin per non perderlo di vista nemmeno un minuto, anche se poi finiva per addormentarsi sfinito e quando al moro permettevano di alzarsi, si sedeva sulle gambe di Federico e lo guardava dormire, gli accarezzava il viso e gli sistemava il ciuffo.
Lo osservava in tutta la sua bellezza e pensava a cosa avesse fatto di così tanto speciale per meritarselo al suo fianco.
Poi lo baciava e prontamente Federico si risvegliava dal mondo dei sogni e rispondeva al bacio con tanto di provocazioni.
Le infermiere amavano vederli insieme e speravano con tutte loro stesse che Benjamin riuscisse a salvarsi la vita.
E ci riuscì.
Quando il medico entrò in stanza con l'esito dell'intervento, Federico si mise a piangere e corse ad abbracciare il suo piccolino.
Che si mise a piangere a sua volta.
Dopo mesi di agonia, ce l'aveva fatta.
Le settimane di riabilitazione passarono tranquillamente e finalmente poteva tornare a casa.
Poteva tornare a casa e baciare Federico fino allo sfinimento, fino a ritrovarsi a fare l'amore.
Poteva svegliarsi e trovare il biondo con la testa appoggiata al suo petto.
Poteva svegliarsi e andare al Liceo, di nuovo, per rivedere i suoi compagni e assicurare a tutti di stare bene.
Poteva svegliarsi la mattina per studiare e preparare quella maledetta tesina di maturità.
Okay, forse questo gli piaceva un po' meno, ma era comunque tornato alla normalità.
E a lui la normalità piaceva.
Ovviamente non mancavano le litigate tra i due giovani e, chissà come mai, ma finivano sempre per chiarirsi le idee sotto le coperte del letto di uno dei due.
Alla fine l'esame lo passarono entrambi con il massimo del voto e, per festeggiare, andarono in vacanza in Spagna.
Dove i drammi non furono pochi.
Federico ogni sera si ritrovava a piangere perché Benjamin usciva con un ragazzo che aveva conosciuto in un pub.
Federico non ce la faceva più, voleva scappare, voleva tornare a casa, voleva allontanarsi da Benjamin, e così fece.
Prese il primo aereo disponibile e se ne tornò in Italia.
Non si erano lasciati, ma Benjamin lo credeva.
E lui era consapevole di aver sbagliato, di aver trascurato il più piccolo, ma era consapevole anche di altro.
Non poteva stargli lontano.
Non poteva vivere senza di lui.
Non poteva perdere il suo amore.
Non poteva perdere ciò che di più bello aveva nella sua vita.
Non poteva perderlo, non un'altra volta.
Perciò decise di prendere in mano la situazione, con le idee già chiare in testa, prese l'aereo per il ritorno e, appena atterrato in Italia, si recò a casa di Federico, per fare quello che avrebbe dovuto fare tempo prima.
Gli chiese di sposarlo.
Gli chiese di sposare il disastro che era.
Gli chiese di sposare un ragazzo che di pregi ne aveva ben pochi.
Gli chiese di sposarlo a 19 anni.
E lui accettò.
Gli gettò le braccia al collo e lo baciò.
Lo baciò trasmettendogli tutta la felicità e tutto l'amore che aveva dentro sè.
E dopo aver avuto il consenso dei genitori, si sposarono.
Si giurarono amore eterno.
Pronunciarono quel: 'Sì, lo voglio'
Perché si volevano.
Eccome se si volevano.
Ma a loro mancava qualcosa.
La loro vita era diventata monotona e raramente succedeva qualcosa di particolarmente importante da ricordare.
Poi un giorno a Federico venne un'idea.
Aveva appena compiuto 22 anni e, senza dare spiegazioni al maggiore, uscì di casa e si recò dai suoi genitori per chiedere consiglio riguardo a ciò che gli era passato per la testa.
Inutile dire che sua madre si mise a piangere e accettò, più che volentieri, la proposta di suo figlio.
Il biondo tornò a casa e le uniche parole che disse appena entrò furono:
"Adottiamo una bambina"
Benjamin rimase spiazzato, era senza parole, era felice, ma aveva anche paura.
Paura di poter essere un problema per la loro futura figlia.
Paura di poter sbagliare tutto con lei.
Paura di non volergli bene abbastanza.
Paura di non essere un buon padre.
Paura di essere giudicato dai compagni di sua figlia.
Aveva paura di tutto, ma non se c'era Federico al suo fianco.
Accettò volentieri l'idea del suo fidanzato e il giorno seguente adottarono la piccola Teresa.
Da quel momento in poi erano sicuri di avere tutto.
Avevano felicità.
Avevano amore.
Avevano famiglia.
E non potevano chiedere di meglio.
Da quel momento in poi niente sarebbe più cambiato.
Da quel momento in poi non esistevano più Benjamin e Federico, ma bensì Benjamin, Federico e la piccola Teresa.

***

"Benjamin.." lo chiamò Federico a voce bassa

"Dimmi amore.." lo incitò Benjamin a continuare

"Quando hai avuto il tumore, tre anni fa, ti dissi una frase, te la ricordi?" chiese il biondo avvicinandosi a lui

"Sei e sempre sarai tu il mio Re" rispose Benjamin incrociando le loro dita

"Credo che sia arrivato il momento di cambiarla.." ammise lui sorridendo, mentre osservava la figlia giocare al parco con gli amici

"E come la vorresti cambiare?" domandò il moro

"Siete e sempre sarete il mio Re e la mia Regina"

Sei tu il Mio Re •Fenji (Completata)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora