9•Benjamin

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"I had a dream
We were sipping whisky neat
Highest floor, the bowery
And I was high enough
‘Somewhere along the lines
We stopped seeing eye to eye
You were staying out all night
And I had enough
No, I don’t wanna know where you been or where you’re going
But I know I won’t be home
And you’ll be on your own
Who’s gonna walk you through the dark side of the morning?
Who’s gonna rock you when the sun won’t let you sleep?
Who’s waking up to drive you home when you’re drunk and all alone?"

Ti amo, Benjamin

Tre parole a cui nessuno sa dare un significato ben preciso.
Federico amava Benjamin.
Eccome se lo amava, adesso ne era certo.
Dopo le parole del moro, aveva avuto delle risposte alle miriadi di domande che aveva nella testa.
Ma era pronto ad intraprendere una relazione con lui?
A mostrarsi in pubblico mano nella mano, con lui?
A scambiarsi baci innocenti per strada?
A sopportare le occhiate indiscrete dei passanti?
Sì, insomma, era pronto a tutte quelle cose che devono superare persone dello stesso sesso, definite sbagli, errori, disastri, solamente perché si amano?
Era pronto ad accettarsi?
Era pronto a buttare giù quel muro che lo separava dalla realtà?
Era pronto a dare la possibilità alla sua vita di distruggerlo?
Federico, era veramente pronto a tutto?
Forse sì, forse no.
Forse aveva solo bisogno di quella punta di felicità in più che tutti desideriamo.
Forse aveva bisogno di sostegno, costantemente.
Forse aveva bisogno di essere compreso, di essere capito.
Forse aveva bisogno solo di Lui nel suo piccolo Mondo a colori.
E forse, con lui, si sarebbe sentito pronto.
Forse, chissà.

***

Il sole era ormai alto nel cielo.
La sveglia di Federico segnava le 10 in punto di mattina ed entrambi dormivano ancora.
Le loro gambe erano intrecciate, come lo erano anche le loro mani e la testa del biondo era poggiata sul petto di Benjamin, che si alzava e si abbassava regolarmente.
Il primo a svegliarsi fu proprio il moro che rimase ad osservare il più piccolo dormire beatamente.

Un angelo.

La prima cosa che gli venne in mente da paragonare a lui.
Ecco cosa era Federico.
Era un angelo.
Era un angelo dagli occhi azzurri e dal ciuffo biondo.
Era un angelo pronto ad accoglierlo tra le sue ali e portarlo in alto nel cielo, per salvarlo da ogni male terreno.

"Ehi piccolo" pronuncio queste parole nello stesso istante in cui mugugna qualcosa di incomprensibile

"Federico?" riprovo di nuovo e quasi non mi viene un infarto.
Lentamente apre le palpebre e mi mostra l'azzurro dei suoi occhi; sono più chiari, più limpidi, ma belli come ogni volta.
Ha i capelli scompigliati e i segni della maglietta stropicciata sono finiti sul suo viso.
È un bimbo.
Il mio bimbo.

"Ciao Benjamin" si avvicina di più a me e lascia un'umida scia di baci sulla mia mascella

"Dormito bene?" chiedo mentre avvolgo un braccio attorno alla sua schiena

"Benissimo" risponde prima di riprendere a fare ciò che stava facendo.
Infilo la mano sotto alla sua maglia accarezzandogli, dolcemente, i fianchi.
Sospira rumorosamente sotto al mio tocco, ma non si fa distrarre dall'opera d'arte che vuole creare sul mio collo, che tra lnon ho intenzione di coprire per nessun motivo.

"Ecco fatto" annuncia prendendo il telefono per scattare una foto al suo capolavoro.
Lo stringo a me e, senza preavviso, sale sul mio corpo, sedendosi all'altezza del bacino.

"Che facciamo oggi?" appoggia i gomiti sulle mie spalle e si distende completamente su di me

"Che ne dici di uscire un po'? Sembra una bella giornata" guardo di sfuggita la finestra per poi riportare l'attenzione al ragazzo sopra di me

"Per me va bene" dice facendo spallucce

"Ah. Volevo chiederti scusa." aggiunge in seguito, tornando nella posizione precedente

"Per cosa?" chiedo inarcando un sopracciglio, fingendo di non capire

"Per averti fatto soffrire per tutto questo tempo. Non era mia intenzione. Ho fatto una cazzata e me ne pento amaramente, ma adesso siamo qui, insieme, e non potrei chiedere di meglio" dice sintetizzando un discorso di mesi e mesi in poche frasi.
Poggia le mani sul mio petto e si fa più avanti, sfiorando le mie labbra con le sue, per un attimo, senza farle toccare.

Vuole giocare? E allora giochiamo.

Ribalto la situazione fino a ritrovarmi sopra al corpo di Federico.
Lentamente faccio passare le mani sotto alla maglia che, ancora, indossa e gliela sfilo per poi lasciarla cadere a terra.
Bacio ogni centimetro di pelle.
Bacio ogni tatuaggio.
Si tira il labbro tra i denti non appena le mie labbra toccano la pelle accaldata del suo collo.
Sorrido nel notare come il suo corpo si abbandona totalmente al mio.
Dopo aver finito, rimango ad osservarlo e...penso.
Penso a quanto sono fortunato ad averlo.
Sì, mi ritengo fortunato.
Forse è brutto da dire, ma dopotutto è così.
Chi l'avrebbe mai detto?
Federico Rossi, il ragazzo più desiderato del liceo, nonché mio migliore amico, mi ama.
Mi ama.
Fino a qualche giorno fa, non l'avrei mai detto, eppure è così.
E adesso sono felice, siamo felici.
E non potrei chiedere di meglio.

17:30

"Guarda là Benjamin!"
Siamo usciti da pochi minuti perchè ci siamo addormentati dopo pranzo e lui ha deciso di andare al parco.
Dico lui perché mi ha costretto a venire qua, io in realtà avevo proposto altro.
Alzo gli occhi al cielo mentre mi trascina per tutto il parco in cerca di un posto in cui poter stare.

"Qui è perfetto" annuncia fermandosi sotto l'ombra di un grande albero.
Sistema la coperta sul prato e ci si siede sopra, invitandomi a raggiungerlo.
Si distende completamente su di essa, regalandomi la perfetta visuale del suo 'lato b'; mi mordo il labbro mentre immagini poco caste passano nella mia mente.
Scrollo la testa più volte e mi distendo al suo fianco, è ancora presto per fare quel passo.

"So che sei rimasto a fissarmi, anzi, a fissare altro" dice ridacchiando per poi aggiungere "Ma ti perdono solamente perchè forse sono stato io a volere che accadesse"

"Sei un'idiota" affermo sorridendo

"Il tuo" allaccia le braccia dietro al mio collo e poggia, finalmente, le labbra sulle mie, unendole in un bacio lento, quasi romantico, che si trasforma ben presto in uno più che passionale.
Le nostre lingue giocano assieme, si rincorrono continuamente.
Accarezzo il suo viso e sorride sulle mie labbra.
È una sensazione unica, quasi magica che viene interrotta da una voce sconosciuta.

"Questo è un luogo pubblico non adatto a voi, ci sono dei bambini, dovete andarvene da qui"

Il sole stava tramontando, stava lasciando il posto alla notte.
Stava succedendo la stessa cosa a Federico.
Dopo le parole di quella donna, i suoi occhi si stavano spegnendo lentamente.
Era scomparso l'azzurro limpido dei suoi occhi ed era stato sostituito da un blu elettrico.
Le lacrime minacciavano di uscire da i suoi occhi, ma non gliela diede vinta.
Si alzò, recuperò le sue cose e in pochi secondi e se ne andò.
Lontano da me.

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Baci💋

"Ho fatto un sogno,
stavamo sorseggiando whisky liscio,
al piano più in alto, al Bowery.
Ed io ero abbastanza su di giri,
da qualche parte lungo le linee.
Ci siamo fermati a guardarci faccia a faccia,
tu stavi fuori tutta la notte,
ed io ne avevo abbastanza.
No, io non voglio sapere dove sei stato o dove stai andando,
ma so che non sarò a casa,
e tu sarai da solo.
Chi ti farà da guida attraverso il lato oscuro del mattino?
Chi ti sveglierà quando il sole non ti consente di dormire?
Chi si sveglierà per guidare a casa quando sei ubriaco e tutto solo?"

Questa è la traduzione del pezzo iniziale.
Sono i versi della canzone I Ain't Me di Selena Gomez e Kygo.

Sei tu il Mio Re •Fenji (Completata)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora