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Il messaggio di Luke lo aveva lasciato senza parole.

Non sembrava nemmeno arrabbiato... Magari era solo confuso quanto lui. Infondo, si era "dichiarato" da ubriaco e non aveva nemmeno pensato prima di parlare.

Non che Luke comunque pensasse troppo prima di agire.

Michael lo sapeva.

Luke si affidava al suo cuore.

A lui sembrava una cosa dura, impossibile, inaccettabile.

Cosa succedeva quando abbandonavi il cervello per il cuore?
Michael non lo sapeva e, sinceramente, aveva paura di scoprirlo.

Si trovava davanti ad un bivio.

O la ragione e il dubbio.
O i sentimenti e Luke.

Inutile dire che, per quanto la paura lo stesse divorando, la scelta l'aveva presa molto tempo prima.

Dieci anni.

Sapeva che non avrebbe potuto mettere niente davanti a quel biondino nella lista delle sue esigenze da ben dieci anni.

Così, prendendo un piccolo respiro, uscì di casa, correndo verso quella del suo migliore amico.

Ancora non sapeva come etichettarlo ma ricordava che a Luke non erano mai piaciute le etichette.

'Non importa come veniamo al mondo o da chi, è ciò che facciamo del dono della vita che stabilisce chi siamo, Mikey.'

Glielo aveva detto proprio il biondo, dopo essere uscito da una lezione di letteratura.
Amava quella materia.

All'inizio Michael era confuso; non capiva perché Luke gli avesse detto certe parole totalmente a caso.

Ora capiva.

Capiva che Luke già sapeva.

•••

Inutile dire che quando il biondo si ritrovò Michael sulla soglia di casa sua, quasi non svenne.

Si sarebbe aspettato qualsiasi cosa dal tinto, ma non quello.

Non che lui si decidesse a smettere di pensare e che il suo orgoglio lo abbandonasse per chiedere spiegazioni.

Senza dire nulla, il minore si spostò dalla porta, in modo che l'altro potesse entrare in casa.
Ancora in silenzio, salirono nella camera di Luke.

Sentire Michael così distante lo faceva stare male.

Fisicamente era lì.

Mentalmente era nella sua gabbia dorata.

Fatta solo di numeri, spiegazioni e logica.

Luke voleva solo liberarlo.

"Tu mi piaci, Michael."

Quelle parole uscirono così spontanee dalle sue labbre che non dubitò della loro veridicità nemmeno per un secondo.

Poco tempo prima aveva commesso lo stesso errore del suo migliore amico.
Pensava.
Continuava a pensare a cosa provava.
Si era dimenticato che doveva semplicemente affidarsi al cuore.

D'altra parte, l'altro rimase totalmente spiazzato.
Si congelò sul posto, non riuscendo nemmeno a staccare gli occhi da quelli del coetaneo.

L'azzurro era deciso.

Il verde era confuso.

"Mi piaci, Michael Clifford."

Lo ripeté ancora e ancora, fino a quando il maggiore si sbloccò.

Aveva paura.
Ma esattamente di cosa?

La risposta la ebbe non appena vide diventare lucide quelle iridi che tanto lo incantavano e di cui aveva imparato a leggere ogni singola sfumatura.

Aveva paura di ferirlo.

Luke era sempre stato come una creazione in cristallo, per Michael.

Così bella eppure così fragile.

Ma lo stava sottovalutando.
Luke aveva imparato ad essere forte, a proteggersi da tutto e tutto.
E lo aveva imparato proprio da lui.

"Non sono più quel bambino di otto anni, Michael. Sono cresciuto e con me anche i sentimenti che provo per te. Ma tu sei... Sei così ottuso da non averci mai fatto caso.
Smettila di pensare, per una buona volta e guardami, Michael.
Apri gli occhi e guardami."

E per la prima volta, il rosso se ne rese conto.

Luke era cresciuto.

Non era più il bambino ingenuo che si nascondeva dietro di lui quando la maestra lo sgridava o quello che si faceva asciugare le lacrime quando lo prendevano in giro per essere troppo fragile e sensibile.

Era diventato forte.

Era diventato in grado di reggersi in piedi da solo.

O meglio, da solo con Michael.

Quella consapevolezza lasciò il più grande qualche minuto confuso.

Cosa doveva fare?

Il cervello gli diceva che non aveva ancora una risposta e non voleva fare nulla di affrettato senza essersi accertato di ricambiare al 100% i sentimenti di Luke.

Ma il cuore gli urlava di andare.
Di buttarsi.
E di lasciarsi andare tra le braccia dell'unica persona che lo avesse mai capito.
Che lo avesse mai fatto sentire vivo.

"Ti prego, spegni il cervello, Mikey."

E allora lo baciò.

Quella foto la amo okay.
IL PROSSIMO È L'ULTIMO CAPITOLO!

Best Friends. || Muke ❀Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora