Anime ansiose

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"Quindi, aspetta, fammi capire..." sentì la sorella sospirare dall'altra parte della cornetta e questo gli raggelò le vene "Tu e Victor lo avete fatto, senza contraccettivo sperando di non beccare proprio il momento adatto per il concepimento? E invece, non è stato così e adesso sei ridotto a questa situazione" concluse, con un tono pacato. Troppo per i gusti di Yuuri.
Seguì un lungo silenzio, che fu straziante per il corvino prima che delle parole secche e crudeli gli arrivassero all'orecchio: "Ma ti ha dato di volta il cervello?"
Sussultò sul water, ancora rinchiuso in bagno, e non poté neanche ribattere: la colpa era sua e solo sua.

"Mari..." era sul punto di piangere mentre la sorella era in linea "So di aver fatto una cavolata e di essere stato sconsiderato, ma, ti prego, ho davvero bisogno del tuo aiuto"

"Che poi, non eri tu il primo a non volere figli?" ignorò volutamente la sua richiesta d'aiuto "Yuuri..."
Il groppo alla gola era diventato intollerabile
Soprattutto quando quelle parole amare uscirono dalla bocca della sorella, ferendolo di nuovo: "Te lo dico sinceramente..." la paura lo assalì, come una morsa stretta al petto: quando Mari era sincera, sapeva per certo che voleva dirgli la verità.

"Sei certo di volerlo tenere?" un'altra pugnalata al cuore, che stordí il corvino.
Non aveva tutti i torti: quella piccola creatura non avrebbe dato altro che rogne a lui, a Victor, alla sua famiglia e, più importante, alla sua carriera da ballerino.
Era ancora in tempo, no?
Poteva andare in ospedale, firmare le carte e abortire.
Veloce e indolore: Victor non si sarebbe accorto di nulla e avrebbero continuato a vivere insieme per un po' di anni.
Sarebbe arrivato un figlio, prima o poi, non è che non lo volevano. Solo...era troppo presto.

Ma era una scelta difficile per lui.

"Cazzo, che nervi..." sussurrò quel tanto che bastava a far sentire la sua imprecazione alla sorella. Sì grattò furiosamente il capo, tirando alcuni capelli gemendo di dolore.

"Ormai il casino è fatto, Yuuri..."
Pum, altra pugnalata: seriamente, per quanto ancora intendeva torturarlo così?

"Lo so Mari, lo so!" inveí contro di lei, pronto a pentirsene poco dopo con un singhiozzo "Scusa, scusa, scusa..."
Inutile trattenere quelle lacrime, che, maledette, avrebbero lasciato un segno indelebile sulla sua pelle e sulla sua anima: tutto rischiava di andare in malora solo per un suo capriccio. Solo perché aveva voluto sentire il brivido di Victor dentro di sé senza alcuna barriera.
Ma ne era valsa la pena?

"Yuuri..." lo chiamò, con voce più calma e tranquilla "Avrai fatto pure un casino, ma non dimenticarti di Victor. Cosa ne pensa lui?"
Ah, sgamato...

"Ehhhhhhh, Mari, ecco ti devo dire un'ultima cosa" qualche gocciolina di sudore, unita alle lacrime, scivolò via dalla sua pelle.

"Aspetta..." sentì la sua voce alzare di tono e perdere quella pacatezza che aveva da poco acquistato "NON MI DIRE CHE NON HAI DETTO NULLA A VICTOR!!" strillò dalla cornetta "Yuuri!! Ma sei matto??"
Il corvino tremò sotto la voce imponente della sorella: poteva sembrare una persona tranquilla, apatica e di poche parole, ma quando ci si metteva diventava una bestia.

"No, Mari, aspetta non correre. Ho i miei motivi"

"E vai, illustrameli, allora!" sentì il rumore di una mano sbattere contro il tavolo, probabile, della cucina.

"Non posso dirlo a Victor, capisci? Se glie lo dicessi mi proibirebbe di esibirmi e-"

"Yuuri! Sono tornato, dove sei?" la voce squillante di Victor, non gli sciolse i nervi come accadeva la maggior parte di volte, più che altro glie li tese ancora di più.
Quanto stress poteva ancora accumulare il suo corpo?

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