Capitolo 6

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"Mario sei pronto?"
"Si arrivo Clà fammi prendere gli occhiali da sole e arrivo" sono fermo davanti la porta di casa con un piccolo borsone nella mano destra che aspetto Mario.
Oggi partiamo per Roma, sono solo le sei del mattino ma dobbiamo fare tutta la strada con la macchina quindi ci conviene partire presto. Svegliare Mario è stata davvero un'impresa, lui ama dormire e se si sveglia male sta storto tutta la giornata.
"Eccomi"
"Hai tu le chiavi di casa?"
"Si si le ho io, eccole, adesso chiudo tutto" Mario chiude la porta, prende il suo borsone e mi passa le chiavi.
"Tienile tu" gli dico, lui mi guarda e sorride.
Amo questa cosa, sembrerà banale, ma il fatto che abbia lui le chiavi di casa mia, ormai casa nostra, mi rende così felice è come dire 'ti affido il mio rifugio, il mio posto, il mio spazio'.
"Guido io Clà"
"Senti Mario io ci tengo alla mia vita quindi guido io"
"No dai amò lo sai che non so stare ore fermo a non fare niente"
"La macchina è mia e guido io"
"Facciamo che prima guido io e poi ad un certo punto ci diamo il cambio?" mi guarda con una faccia tenerissima e io cedo.
Perché va sempre così, io cederò sempre davanti a Mario Serpa, il mio amore.
"E va bene rompiscatole, tieni" gli lancio le chiavi della macchina mentre lascio i borsoni nei sedili posteriori.
"Si parte"

...

"Estate, di dove siete com'è che state? Ci state bene? Estate" canto con il telefono davanti la bocca che funge da microfono
"Amò basta è da due ore che canti qualsiasi canzone che passa alla radio, per favore"
"Ma se io sono un cantante cosa posso farci?"
"Si cantante. Certo"
"Smettila o ti lascio qua"
"Sto guidando io non puoi decidere se fermarci o no" lo guardo male e alzo il volume della radio, un'altra canzone che mi piace
"Stai attenta, stai attenta almeno a me non dar la colpa a te"
"Ma non la sai questa amò"
"Che cazzo dici? Tutte le parole ho detto"
"Come no"
"Ma la smetti di prendermi in giro?"
"Ma tu riesci sempre a farmi sorridere" stacca una mano dal volante e mi accarezza una guancia con una dolcezza che solo lui sa avere e io mi sciolgo subito.
Appoggio la mia mano sopra la sua e gliela stringo
"Noi non siamo sdolcinati però questi momenti mi piacciono da morire" gli dico mentre gli bacio la mano e faccio intrecciare le mie dita alle sue. Sembrano fatte per stare unite, lo spazio tra le sue dita è perfetto per quelle mie, si incastrano come due pezzi di un puzzle.
Lui si gira a guardarmi e mi sorride, uno di quei sorrisi che riserva solo a me, quelli dove il nero dei suoi occhi brilla.
"Sei bellissimo Clà" nonostante tutto questo tempo i suoi complimenti mi fanno sempre arrossire così mi porto una mano davanti il viso e parlo "se dici queste cose poi io sto zitto e non parlo più" lui scoppia a ridere
"Me lo dai un bacio?"
"Ma stai guidando"
"E dammelo sulla guancia" mi avvicino al suo viso e l'osservo.
Mario è così bello, è proprio il suo non essere consapevole di questa bellezza che lo rende ancora più affascinante. Poggio le labbra sulla sua guancia, quella parte tra lo zigomo e la barba e gli lascio una serie di baci a ricoprire tutta la zona, è il mio punto preferito.
"Amo i tuoi baci" mi dice mentre struscio il mio naso sulla sua guancia giocosamente e dopo aver lasciato un ultimo bacio vicino all'angolo delle sue labbra ritorno al mio posto.

Un'ora dopo

Mario mi ha lasciato il posto di guida perché era davvero stanco e ora è quasi sdraiato sul sedile mentre io cerco qualche canzone alla radio.
Lo vedo che chiude gli occhi e sorrido
"Ma lo sai che sei un panda dormiglione tu?"
"Me lo ripeti sempre Clà"
"Eh si, confermo lo sei"
"Quanto sei scemo. E tu sei proprio una scimmietta dispettosa"
"Io non sono dispettoso"
"Si, lo sei"
"No"
"Si"
"E va bene Mario hai vinto, si sono dispettoso, ma solo perché amo farti spuntare il broncio e poi mandarlo via con un bacio"
"E io amo i tuoi baci, anche se ogni volta mi fai incavolare di brutto"
rido e sposto la mia attenzione sulla strada in modo tale da lasciarlo dormire un po'.

Roma

Finalmente siamo arrivati a casa di Mario.
Siamo stanchi morti entrambi.
Durante il viaggio Mario ha inviato un messaggio ai due ragazzi che dividono casa con lui spiegando loro che si trasferirà da me a Verona e che poi si metteranno d'accordo per le ultime cose da pagare e che la sua stanza da domani può essere affittata.
"Non c'è nessuno?"
"No amò mi hanno scritto che forse rientrano questa sera, ma che non c'è nessun problema per i pagamenti"
Ci incamminiamo verso la sua stanza dove butto per terra la borsa e mi distendo sulle sue lenzuola nere
"Come faremo a Verona cicci?"
"In che senso?"
"Io amo le lenzuola bianche e tu quelle nere"
"Amò nella tua stanza non ci stanno quelle nere con quelle pareti così bianche quindi useremo solo il bianco"
"Invece no" mi alzo e lo abbraccio "li alterneremo. Una settimana ciascuno. Io voglio che riempi casa nostra con tutte le tue abitudini, i tuoi oggetti, i tuoi colori" gli lascio un bacio sul collo e lui mi stringe forte.
"Sei speciale lo sai?" sussurra sulla mia pelle
"Tu più di me"
"No Clà" allenta un po' la presa per riuscire a guardarmi negli occhi "tu sei così buono, pensi sempre al bene degli altri prima del tuo e questa è una delle caratteristiche che ti rendono speciale" lo guardo con gli occhi lucidi e lo bacio.
Gli prendo la testa fra le mani e gli lascio una serie di baci sulle labbra, lo bacio piano, con lentezza, con tutto l'amore possibile mentre lui si abbandona a me, alle mie attenzioni.
Premo con la lingua fra le sue labbra e lui le apre per consentirmi di entrare in modo tale da intrecciare le nostre lingue e come sempre i brividi e le emozioni che anche un semplice bacio ci regala sono immense e finiamo per amarci tra queste lenzuola nere come gli occhi di Mario, che però luccicano sempre, nere come la notte più buia che però da ora in poi non mi fa più paura perché al mio fianco ho Mario, e se lui è con me niente mi fa paura, insieme siamo una forza immensa.
Dopo aver dormito un po' ci facciamo una doccia e ci vestiamo mentre suona il campanello.
Mario va ad aprire e nel giro di pochi secondi una voce squillante riempie la stanza.
"Ziooooo" Ginevra corre tra le braccia di Mario che la prende al volo e se la stringe forte mentre Valentina, la migliore amica di Mario entra dentro e si avvicina piano a me
"Claudio" mi guarda e poi mi butta le braccia al collo "Sono felicissima per voi. Vi ho sempre visti così bene insieme che ci ho sperato fino all'ultimo nel ritorno"
"Grazie Vale! Sei sempre stata dalla nostra parte e un'amica fantastica. Grazie per far sorridere Mario così tanto"
"È la cosa più cara che ho" lei mi guarda intensamente e mi abbraccia di nuovo
"Anche io"
Ad un certo punto Ginevra si avvicina a me
"Posso abbracciarti Claudio?"
"Certo" mi abbasso alla sua altezza e la stringo fortissimo
"Lo sai che fai sorridere tanto Mario? E ti devo ringraziare. Da quando sei tu il suo fidanzato è sempre stato felice e quando vi siete lasciati era tanto triste come anche tu sicuramente. Grazie perché siete tornati insieme e vi fate bene" la guardo con gli occhi lucidi e la stringo ancora di più e noto che anche Mario sta quasi piangendo anche se cerca di trattenersi
"Sei una piccola grande donna" le lascio un bacio tra i capelli mentre tutti e quattro ci spostiamo sul divano.
"Come mai è con te, Vale?" chiede Mario mentre accarezza una mia mano posta sul suo ginocchio
"Perché ero passata da Anzio a salutare tuo fratello e tua cognata e nel mentre mi è arrivato un tuo messaggio che stavi venendo a Roma con Clà e Ginevra subito ha insistito per venire a salutarvi. La riporto più tardi io"
"Vale dobbiamo dirvi una cosa?"
"Brutta?" chiede subito la piccola
"No tesoro è una cosa bella per me e tuo zio"
"Si è una cosa bella, io e Clà andiamo a vivere insieme. Mi trasferisco a Verona" entrambe ci guardano e vedo tanta tristezza nei loro occhi.
"Claudio mi prometti che renderai felice ogni giorno mio zio?"
"Si, certo che si, te lo prometto"
"Zio, promettimi che non farai arrabbiare Claudio"
"Prometto"
"Ok, allora sono felice per voi anche se mi mancherete da morire"
"Anche tu ci mancherai però casa nostra sarà sempre aperta per te e sopratutto ti porterò lo zio ad Anzio spesso"
"Mi piaci Claudio" Ginevra lascia un bacio sulle nostre guance e Valentina ci sorride.
"Ci sarà posto anche per me a casa vostra?"
"Vale, ci sarà sempre posto per te, potrai venire a trovare Mario tutte le volte che vorrai" le dico io
"Le promesse che avete fatto a Ginevra valgono anche per me eh" scoppiamo a ridere e restiamo lì a parlare fino a pomeriggio inoltrato e dopo Valentina e Ginevra ci aiutano a sistemare tutta la roba di Mario negli scatoloni e nelle valigie.
Con Mario abbiamo deciso di ripartire l'indomani mattina, perché affrontare di nuovo il viaggio nella stessa giornata è davvero pesante.

La sera

"Mario perché ci siamo vestiti così eleganti? E soprattutto, dove stiamo andando?"
"Ti ho detto che è un segreto Clà, stiamo per arrivare, tranquillo" sbuffo perché le sorprese non mi sono mai piaciute, io sono un tipo molto curioso e non riesco mai ad aspettare.
Inganno il tempo osservando Mario.
Siamo con la sua smart perché riesce meglio a girare tra le strade di Roma.
Ha un paio di pantaloni neri e una camicia bianca che fa risaltare il suo collo e il ciuffo questa volta lo ha lasciato basso che lo rende ancora più bello.
Io invece ho un jeans elegante e una camicia nera e sotto consiglio di Mario ho lasciato anche io il ciuffo basso, mi dice sempre che così sembro ancora di più un bimbo e lui ama osservare il mio viso con il ciuffo basso.
Così mi sono sciolto tra le sue parole e l'ho accontentato.
Arriviamo a destinazione, parcheggiamo e scendiamo dalla macchina.
Siamo di fronte un grande cancello dove c'è un uomo che ci saluta educatamente e ci invita ad entrare dentro.
Mario mi lascia un veloce bacio a stampo, mi prende la mano e così entriamo dentro.
È un grande giardino, ci sono tantissimi alberi alti e alcune piante verdi poste in fila lungo un piccolo viale che ci conduce davanti uno spettacolo che non avevo mai visto. Un sogno ad occhi aperti.
In fondo al viale c'è un piccolo gazebo con un tavolo al centro tutto imbandito ed elegante e tante piccole rose di vari colori intrecciate a fili d'erba che circondano il gazebo e formano in ogni lato un cuore dal quale poter osservare il paesaggio e il grande giardino.
Lungo il viale sono posizionate tante candele rosse e gialle, intorno al gazebo e sopra il tavolo invece ci sono infinite candele verdi e blu profumate.
Credo di essere in paradiso.
Stringo la mano di Mario più forte e lui mi sorride con gli occhi che gli brillano.
Arriviamo al centro del gazebo e il cameriere ci fa accomodare e ci versa un po' di vino bianco prima di sparire sicuramente a prendere qualcosa da mangiare.
"Mario ma è meraviglioso qui"
"Hai visto? L'ho scoperto una volta per caso, volevo venire qua da sempre solo che non avevo mai trovato la persona giusta da portare con me"
"E io lo sono?"
"Tu sei la mia vita Clà. Sei la mia persona. Finalmente ti ho trovato e questo posto ha una luce diversa con te al mio fianco" ho gli occhi lucidi, questo uomo mi fa emozionare sempre, mi sporgo sul tavolo e gli lascio un bacio a fior di labbra.
"Grazie cicci, è così bello essere qua con te. È tutto così magico" tocco la tasca del mio giubbotto e decido che è arrivato il momento.
"Cicci devo dirti una cosa" avvicino la mia sedia alla sua e intreccio le nostre dita
"Devo preoccuparmi?"
"Assolutamente no. In questo mese che siamo stati distanti mi sei mancato più di ogni altra cosa al mondo, mi sentivo vuoto, incompleto. La paura di aver perso l'unica cosa bella e l'unico capace di farmi sorridere con il cuore è stata tanta però adesso siamo qui, insieme, da domani andremo a vivere sotto lo stesso tetto e io non vedo l'ora di averti intorno per sempre. Quindi..." tiro fuori il pacchetto dorato dalla tasca e glielo porgo
"E questo?" mi guarda lui spaesato
"Aprilo" con mani tremanti afferra il pacco e lo scarta e appena vede il contenuto allarga gli occhi e mi guarda con una scintilla di felicità che dona luce ai suoi occhi neri
"Clà, oddio. Sono..sono una copia delle chiavi di casa tua"
"Casa nostra"
"Grazie. Non vedo l'ora anche io di vivere con te e passare ogni attimo delle mie giornate al tuo fianco"
Mi bacia intensamente e ci stringiamo sorridendo.
Gli ho regalato una copia di casa nostra con un portachiavi dove ci sono una scimmietta con un cuore blu e un panda con un cuore verde.
"Come mai questo portachiavi amò?"
"Siamo noi due. Tu, il panda, che tieni in mano il mio cuore e io, la scimmietta, che tengo in mano il tuo cuore". Scoppia a piangere e si siede sulle mie gambe.
"Ti amo Claudio Sona"
"Ti amo Mario Serpa"

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