Capitolo 7

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Nella mia vita ho sempre creduto che l'amore vero non esistesse, che la persona destinata a te non troverà mai il modo di arrivare a te, non ho mai realmente creduto nell'amore, forse perché non mi sono mai innamorato.
Tutto ciò lo pensavo prima che un paio di occhi verdi entrassero nella mia vita.
Quando l'ho visto dietro quel bancone ho pensato subito che forse ero morto perché mi sembrava un essere sovrannaturale, un angelo e invece è più reale che mai.
Claudio Sona è il mio angelo terrestre.
Con lui mi sento protetto, capito, amato.
Ecco, soprattutto amato.
Da quando è entrato lui nella mia vita l'ha stravolta del tutto, l'ha migliorata.
Sono sempre stato un tipo tranquillo, pantofolaio che andava in discoteca solo per lavoro, che non pensava minimamente per due.
Spesso mi sono sentito solo nel mio letto, spesso ho immaginato di avere qualcuno al mio fianco, qualcuno che durante le giornate d'inverno ti prende tra le braccia sotto le coperte e ti riscalda con il suo calore, qualcuno che nei mesi estivi, nonostante il caldo terribile non rinuncia a dormire attaccato a te fregandosene di sudare, qualcuno che ti porta la colazione a letto o che semplicemente si prende cura di te.
Mi immaginavo tutto ciò e poi scoppiavo a piangere tra le lenzuola nere del mio letto perché avevo smesso di credere che questo qualcuno esistesse per me.
E mi sentivo solo.
E mi sentivo sbagliato.
E mi sentivo come un un oggetto difettoso che nessuno vuole usare o esporre in casa perché troppo brutto e inutile.
Mi sentivo così, vivevo solo perché il sole ogni mattina saliva alto nel cielo ma io in realtà non vivevo affatto, sopravvivevo.
E adesso eccomi qui, per l'ultima volta sul mio letto con le lenzuola nere.
Ma questa volta non sto piangendo, non mi sto sentendo solo e difettoso, questa volta mi sento vivo, amato.
E tutto ciò è merito del meraviglioso uomo che dorme beato tra le mie braccia.
Di solito dormo io sul suo petto ma questa notte, dopo la sorpresa che gli ho fatto e che lui ha fatto a me per avermi regalato le chiavi di casa, gli ho chiesto di invertire i ruoli perché volevo sentire il suo repriro caldo sulla pelle, volevo affondare le mie mani nei suoi capelli e giocare con quelle ciocche chiare, volevo baciargli le tempie e vedere il suo viso appena sveglio.
Così ci siamo addormentati con lui tra le mie braccia e non c'è sensazione più bella e più appagante di questa.
Stringere il tuo uomo tra le braccia è qualcosa di indescrivibile.
Lo sento muoversi leggermente e poi apre gli occhi e dopo aver alzato un po' la testa incatena i nostri sguardi e mi sorride.
"Buongiorno" sussurra sulle mie labbra prima di lasciarmi un tenero bacio
"Giorno" gli dico dopo aver baciato il suo collo
"Che ore sono cicci?"
"Le nove amò"
"Abbiamo ancora tempo allora" afferma lui prima di rifuggiarsi di nuovo sul mio petto e lasciarci una serie di baci.
Io a mia volta lo stringo ancora di più e respiro il suo profumo
"Vuoi dormire?"
"No Mario, voglio solo stare così per qualche altro minuto"
"Tutto il tempo che vuoi" me lo stringo ancora un po' e inizio a lasciargli dolci carezza sul fondoschiena.
Dopo qualche minuto passato in silenzio inzia a parlare
"Ti mancherà Roma cicci? Io sono consapevole del fatto che tra i due sei tu quello che sta rinunciando di più. Qui hai la tua famiglia, tuo fratello, Valentina, Ginevra. In questa casa hai vissuto per 10 anni. Però ti prometto che non ti farò mai sentire la mancanza di tutto ciò, ti darò tutto l'amore possibile e ti porterò a Roma, da tua nipote tutte le volte che vorrai. A Verona non sei solo Mario, hai me e hai anche i miei amici, che ormai sono anche tuoi amici. Ti vogliono bene e potrai sempre contare su di loro per uno sfogo, un aiuto, una risata, una chiacchierata. Sempre" rimango immobile dopo aver ascoltato queste parole così piene di amore e di senso di protezione
"Amò. È vero che qui ho tutto, però non ho l'unica persona di cui ho veramente bisogno.
Non ho te.
Tu sei l'amore della mia vita, tu sei l'uomo con il quale voglio passare le mie giornate. Quindi non ho nessun problema a trasferirmi a Verona con te, sei la mia famiglia Claudio" lui mi guarda con gli occhi lucidi e mi bacia.
Un bacio voluto, sentito, uno di quelli che ti tolgono l'aria però tu non vuoi staccarti dal bacio quindi te ne freghi della mancanza di ossigeno e continui a non allontanarti da quelle labbra meravigliose che un po' ti appartengono.
Mentre ci coccoliamo mi squilla il cellulare così mi allungo sul comodino per prenderlo e appena leggo quel nome il mio cuore fa un salto.
Dopo tutto ciò che è successo adesso leggere questo nome è una ventata d'aria fresca perché ora mi sento accettato e voluto bene.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 09, 2017 ⏰

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