capitolo 8

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Dopo che Luca mi lasciò a casa, salii, e una volta dentro pensai di andare subito a letto. L'indomani sarebbe stata una giornata pesante, avrei iniziato il nuovo lavoro e dovevo anche studiare per un esame. Per fortuna non avevo lezione la mattina, ma dovevo essere riposata per fare una bella impressione al titolare del bar.

Dopo la piacevole serata della sera prima, mi alzai con addosso una tranquillità che da mesi non avevo più, avevo quasi paura fosse la quiete prima della tempesta. Pulii un po', e mi misi a studiare. Dopo pranzo mi chiamò Luca, e mi disse che aveva una sorpresa per me, nulla di che ma era sicuro che a Roma mi sarebbe servita. Mi chiese di scendere e mi precipitai giù per le scale, arrivata davanti al portone vidi una bici con un grosso fiocco rosso sopra e lui accanto:

- Ma tu sei pazzo, non dovevi, non era il caso.

- Non è nulla di che, era mia e mi è stata molto utile nei primi tempi, prima che avessi la possibilità di prendermi la macchina, adesso che devi andare a lavoro e torni un po' più tardi, ti farà fare più in fretta.

- Sei stato veramente carino, davvero.

- E adesso?

- Adesso cosa?

- Mi merito un bacio o no?

Andai verso di lui e gli saltai al collo, gli diedi un lungo bacio, un bacio vero però, non un semplice bacio sulle labbra.

- Wow, - disse lui. Sorrisi e gli dissi che l'avrei usata quella sera stessa.

Ci salutammo, lui era di turno al lavoro e io dovevo tornare a studiare, quindi messa la bici nell'entrata del palazzo sotto le scale, tornai di sopra.

Verso le cinque e trenta del pomeriggio feci una doccia, mi vestii e andai a lavoro con la mia bella bici. Mi sentivo come una bambina, sorridevo da sola.

Quando arrivai a lavoro, il titolare mi disse di chiedere tutto ciò che volevo sapere ad Alessandro, un ragazzo che dava le direttive sul da farsi.

Mi avvicinai, mi presentai, e lui mi disse subito che dovevo innanzitutto andare nelle cucine ad aiutare Giulia, l'altra barista che insieme a me doveva preparare tramezzini e roba varia per le otto. Andai in cucina e trovai una ragazza molto carina, minuta e bionda. Quando la salutai, mi venne subito incontro, era molto solare e poi mi disse:

- Hai già conosciuto Alessandro? Hai visto che simpaticone? – Scoppiò a ridere.

- In effetti mi è sembrato un po' burbero, ma pensavo che fosse così perché sono nuova, quindi vuoi dire che è sempre così?

- No, no, forse non hai capito, è anche peggio di come appare.

Mi fece l'occhiolino e si rimise a fare i panini, mi misi vicino a lei e iniziai ad aiutarla.

Verso le venti stavano arrivando un po' di persone, e così iniziammo a riempire i banconi. Stavo servendo dei clienti, quando ad un certo punto mi sentii chiamare:

- Scusi cameriera?

Mi girai e c'era Luca. Mi avvicinai a lui e gli dissi:

- Buonasera, desidera ordinare?

Sorridendomi disse:

- Prima un bacio, e poi forse non obbietterò sul servizio della cameriera,- mi fece l'occhiolino.

- Non posso, e se mi vede il capo?

- Puoi, puoi...

Gli diedi un bacio veloce, e poi lui si girò verso il titolare e disse:

- Pietro mi raccomando, trattamela bene.

Il titolare gli sorrise strizzandoli l'occhio:

- Lo conosci? Perché non mi hai detto nulla?

- Perché sapevo che non avresti voluto aiuto, e infatti ce l'hai fatta da sola, se ti avessi detto che lo conoscevo cosa cambiava?

- Nulla, però voglio che tu sia sincero, e mi devi giurare che non hai chiesto nulla al signor Pietro.

- Te lo giuro, hai ottenuto il lavoro solo grazie alla tua persona. Ora se gentilmente mi porti uno spritz e degli stuzzichini che se no svengo.

- Farò di più, vedrai.

Allora andai in cucina e gli feci preparare un mega tramezzino, preparai una scodellina con stuzzichini vari, lo spritz e glieli portai:

- Così farò cena!

- Bene, sono già le ventuno.

- Quando sono con te il tempo vola.

Gli diedi un bacio, gli augurai buona cena e tornai a lavoro.

Quella sera passò tranquilla, non fu molto faticosa e Giulia era una buona compagnia. Quando finii di pulire i tavoli ed alzare le sedie, il titolare mi chiamò e mi disse che era andato tutto bene, e che ero assunta definitivamente. Contenta, uscii per prendere la mia bici e accanto ad essa, c'era Luca che mi aspettava:

- E allora cosa ti ha detto Pietro? Ti ha confermata?

- Avevi dubbi?- gli dissi facendogli la linguaccia, - Adesso però devo andare, sono stanca e se no si fa tardi.

Luca prese la bici, abbassò i sedili di dietro e la caricò in macchina:

- Su principessa per stasera ti porto io, così fai prima.

- Grazie, sei il mio supereroe.

Si mise a ridere, salii in macchina e andammo a casa. Scaricai la bici, mi aiutò a metterla nel sottoscala e davanti al portone mi baciò augurandomi la buona notte.

Avrei voluto dirgli di salire per stare un po' sul divano, ma non volevo fraintendesse, se così fosse stato si sarebbe potuto rovinare tutto. Così salii da sola.

Nessuno dopo TeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora