capitolo 15

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Finalmente dopo quattro giorni il dottore firmò le dimissioni di Riccardo. E lui non voleva proprio farmi andare via, dovevano lasciarmi a casa, ma Riccardo continuava a dire che voleva restare con me, così i suoi genitori mi dissero che se volevo potevo dormire da loro, avrei dormito con Federica. Ovviamente accettai. Passammo da casa mia per prendere il pigiama e altra roba, e andammo a casa di Riccardo.

Quando arrivammo, cominciò un via vai continuo di gente per salutarlo e sapere come stava. Poi, quando tutto si calmò, cenammo e dopo vedemmo un film sul divano.

Riccardo mentre guardavamo il film si divertiva a stuzzicarmi, ma alla fine era lui che, senza rendersene conto, si remava contro. Il dottore gli aveva raccomandato assoluto riposo per almeno due giorni, e poi poteva riprendere tutte le sue attività. Mi sussurrava all'orecchio:

- Ricordi a casa tua che il film non l'abbiamo più visto?

- Smettila, ci sono i tuoi.

- E allora? Mica sentono cosa dico?

- Ma io sì, scemo.

- Il mio intento è proprio questo.

- Ah si? Vuoi la guerra? Vuoi che inizio io a ricordarti le cose?

- No, no, mi arrendo, hai vinto tu.

Mi misi a ridere e continuammo a vedere il film.

Quella sera quando Riccardo si mise a letto, andai un po' da lui giusto per dargli la buona notte, e per assicurarmi che stesse bene. Il giorno dopo mi svegliai con qualcuno che mi accarezzava, ovviamente aprii gli occhi impaurita perché nel sonno non ricordavo dov'ero. Appena sveglia, vedere gli occhi di Riccardo che mi guardavano pieni di vita e lucenti come sempre, mi riempiva il cuore di gioia. Si mise sdraiato vicino a me e iniziò a dirmi:

- Stasy, ma tu lo sai che sei la persona più importante della mia vita?

- Si, me lo dici sempre.

- E lo sai che senza di te non potrei più vivere?

- C'è altro che devo sapere?

- Si... lo sai che siamo soli in casa?,- disse sorridendo maliziosamente.

Mi misi in piedi sul letto, e mentre uscivo dalla stanza gli dissi:

- E tu lo sai che sei in convalescenza?

Corsi in cucina e lui dietro di me, mi faceva il solletico, sapevo cosa voleva ma doveva stare a riposo. Così finsi di avere un improvviso mal di pancia, lui si fermò subito e mi chiese se avessi bisogno di qualcosa. Annuii, dicendogli:

- Una tazza di latte caldo e dei biscotti.

Riccardo scoppiò a ridere e mi disse che ero un'imbrogliona, e che questa gliela pagavo.

Sta di fatto che quella mattina fece il bravo. Io, visto che i suoi genitori erano al lavoro e Fede aveva lezione, ne approfittai per sistemare un po' casa, mentre lui era davanti alla play a distrarsi. Ogni tanto andavo a vedere se tutto era ok, e lo trovavo a litigare con i vari personaggi del videogioco.

Avevo preparato il pranzo, apparecchiato il tavolo e sistemato un po' in giro, così per quando furono tornati tutti a casa, era pronto da mangiare. Quando ci sedemmo a tavola, io li guardavo senza farmi vedere per capire se gradivano cosa avevo preparato, quando all'improvviso il padre di Riccardo disse:

- Mi raccomando Riccardo tienitela stretta, perché oltre tutti i pregi di cui già sappiamo, sa pure cucinare, e questa è una qualità da non sottovalutare.

- Certo papà, e anche se non sapesse cucinare me la terrei stretta e cucinerei io.

E Fede ridendo disse:

- E fu così che Stasy morì di fame!

Scoppiammo tutti a ridere e continuammo a mangiare.

Era perfetto, io e Riccardo eravamo insieme felici, quello che mi premeva ora era chiarire o almeno spiegarmi con Luca.

Il pomeriggio dissi a Riccardo se voleva venire con me al bar, il signor Pietro era stato gentilissimo, quando aveva saputo di Riccardo mi aveva dato tutto il tempo di cui avevo bisogno per stargli vicino.

Arrivata al bar, andai subito a salutare Giulia, le raccontai quello che era successo a Riccardo, e che dovevo chiarire con Luca.

Tirai un bel sospiro profondo, e dissi a Riccardo che avevo mandato un messaggio per chiedere a Luca di venire al bar, come pensavo non ne fu contento, però capii che dovevo farlo anche per stare bene con me stessa. Dopo poco vidi entrare Luca, che appena mi vide sorrise, poi accortosi di Riccardo si rabbuiò subito e si diedero un'occhiata che era tutto un programma. Così chiesi a Luca di sedersi per parlare, mentre Riccardo si sedette al bancone a parlare con Alessandro e col signor Pietro, ma continuava a guardarci con la coda dell'occhio:

- Stasy, allora dimmi.

- Certo Luca. Scusami se ti ho fatto venire così senza preavviso ma avevo bisogno di chiarirmi con te.

- C'è poco da chiarire, ho capito tutto, hai fatto la tua scelta.

- Hai ragione però tu sapevi cosa provavo, sapevi che non era così semplice stare con me, te l' avevo detto, sapevi che amavo Riccardo. Tu stesso mi hai detto che volevi provarci, e che se non mi fossi innamorata di te avresti capito

- Hai ragione è vero, io l'ho detto. Ma dirlo è una cosa e reagire bene un'altra

- Luca io non voglio che ora facciamo finta di non conoscerci, tu sei una persona fantastica e devo ringraziarti perché hai reso le mie giornate belle, e senza di te non so se sarei riuscita ad essere felice.

Forse Luca vide che i miei occhi erano sinceri, allora sorrise dicendo:

- Ok, mi hai convinto. Sai mi hanno trasferito a Palermo, mi rimandano a casa quindi probabilmente sarebbe finita comunque, almeno ti lascio sapendo che sei felice. Stasy io ti ho voluto davvero bene.

- Lo so, Luca.

Poi si alzò, guardò Riccardo e gli fece segno "posso?", Riccardo sorrise con gli occhi e Luca mi abbracciò e mi sussurrò all'orecchio:

- Diglielo al bell'imbusto che se ti fa del male torno a spaccargli la faccia.

- Grazie Luca, ne terrò conto,- risi.

Poi Luca mi salutò e quando stava per uscire, con mia sorpresa Riccardo allungò una mano in segno di saluto e Luca ricambiò, così si salutarono lasciando da parte tutta la tensione c'era tra loro.

Salutammo tutti, e andammo via. Al ritorno chiesi a Riccardo di fermarsi un attimo sotto casa mia, avevo bisogno di prendere delle cose. Salita a casa, andai in camera per prendere le cose da portare a casa di Riccardo, lui mi aspettava giù in macchina.

All'improvviso sentii bussare, aprii la porta e senza averne il tempo mi sentii spingere verso il muro e baciare con un trasporto così grande, che sentii le gambe cedermi, per fortuna c'era Riccardo a sorreggermi, Dio quanto l'amavo.

Ovviamente con grande difficoltà fermai sul nascere quello a cui, quel bacio così profondo ed intenso avrebbe portato. Riccardo aveva un'espressione proprio scocciata, così gli dissi che mi sarei fatta perdonare. Tornati a casa, la serata andò avanti tranquilla.

La mattina seguente, sapevo che eravamo di nuovo soli in casa, così andai in stanza da Riccardo. Prima però feci il giro della casa per essere davvero sicura lo fossimo davvero. Appena entrata nella sua stanza, mi svestii e intrufolai nel suo letto, lo svegliati baciandolo e ancora assonnato non aveva capito, ma appena portai una sua mano su di me, lessi stupore nei suoi occhi. Quella mattina fu favolosa, non solo perché i nostri corpi erano un tutt'uno tra loro, ma perché era successo tutto in modo così dolce, come se quella fosse la nostra prima volta.

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