capitolo 7

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Raccolsi i miei appunti e misi tutto in borsa, aspettai fuori davanti all'ingresso che uscisse Luca, e mentre stava per raggiungermi, passò Riccardo che stava andando via. Luca mi mise un braccio intorno alle spalle e sorridendomi disse:

- Beh, andiamo?

Sorrisi e annuii, mentre vidi il volto di Riccardo diventare paonazzo. Mi dispiacque un po', ma gli stava bene. Chiesi a Luca se potevamo andare al bar per chiedere le informazioni per il lavoro, ovviamente disse che non c'era problema e ci incamminammo verso la macchina. Se fosse capitato qualche mese prima, non sarei mai salita sulla macchina di un ragazzo che avevo visto appena due volte. Mi sentivo osservata e questa cosa un po' mi piaceva. Al bar, ci siamo accomodammo e ordinammo da bere, io un caffè e lui una birra con degli stuzzichini. Preso il caffè gli chiesi di aspettarmi perché avrei chiesto informazioni su quell'annuncio visto poco prima in bacheca. Il titolare del bar mi fece accomodare ad un tavolo, mi squadrò un po' e poi mi disse che l'orario di lavoro era dalle diciannove a mezzanotte circa, poi avrei dovuto dare una pulita ai tavoli e sarei potuta andare a casa. Per quando riguardava lo stipendio avrei guadagnato 600 euro. Era ottimo, dissi che per me andava benissimo e lui mi disse:

- Per me puoi cominciare domani.

- Ottimo grazie, sarò puntuale.

Mi strinse la mano, si girò verso il bancone e disse ai due ragazzi che stavano lavorando:

- Questa ragazza, Stasy, da domani è dei nostri.

Loro alzarono la mano in segno di saluto ed io ricambiai.

Andai da Luca, e gli dissi che ero stata assunta e lui:

- Era ovvio, sei bella, educata ed ora bisogna festeggiare. Che ne dici se stasera ti passo a prendere e ti porto a mangiare una pizza?

Rimasi un po' in silenzio, colta dall'imbarazzo. Lui sembrava aver capito la mia difficoltà, e per togliermi dall'imbarazzo se ne uscì dicendo:

- Tranquilla, non ti mangio, usciamo come amici, due amici potranno pure andare a mangiare una pizza insieme, no?

Sorrisi e gli dissi: - Ok, ci servirà per conoscerci un po', però ora accompagnami a casa, altrimenti non riuscirò a prepararmi in tempo.

Erano le diciotto quando Luca mi lasciò a casa, e rimanemmo che sarebbe passato per le venti e trenta. Salita a casa feci una doccia calda, scelsi cosa avrei messo per la serata e poi mi sedetti sul divano ancora con l'accappatoio addosso, volevo aggiornare Fede su cosa era successo. Provai a chiamarla ma non rispondeva, allora le mandai un messaggio: "volevo dirti cosa è successo oggi".

Lei rispose dopo pochi minuti: "mi sa che già lo so, il vigile del fuoco".

Come corrono in fretta le notizie, pensai, di sicuro doveva averlo saputo da Riccardo, allora scrissi di chiamarmi appena poteva, per parlarle. Iniziai a prepararmi e squillò il telefono, corsi a rispondere ed era Fede che mi disse:

- Non immagini com'è incazzato Riccardo.

- E per cosa? Mica sono la sua ragazza, e poi che vuole da me?

- Ah non lo so, so solo che è venuto nella mia stanza e mi ha detto, testuali parole: la tua amica si è già fatto l'amichetto, e pure vigile del fuoco, tanto santarella e ha già un altro.

- Dì a tuo fratello che la santarella ha finito di stare male per lui, poi digli che la smettesse di seguirmi, di guardarmi e di farsi i fatti miei. Adesso chiudo Fede che mi devo preparare.

- Esci?

- Sì, digli pure che stasera vado a cena con Luca il vigile del fuoco, ciao, ci sentiamo.

- Ciao.

Riagganciai, avevo una rabbia dentro che se non mi fossi calmata, nell'impulso del momento per dispetto potevo fare cose di cui mi sarei pentita. Alle venti e trenta, puntuale, mi fece uno squillo Luca segno che dovevo scendere perché era arrivato. Appena uscii dal portone vidi lui che mi aspettava appoggiato alla portiera della macchina, aprì la portiera per farmi salire e notai che mi guardava con un sorrisino malizioso, ma non gli diedi peso, dopotutto era pur sempre un ragazzo.

Ci dirigemmo in un localino sul lungo Tevere molto grazioso e suggestivo, ci accomodammo e iniziammo a guardare il menù. Io come al solito ordinai una semplicissima margherita, mentre lui optò per una capricciosa. Mentre aspettavamo la pizza parlammo di noi, delle nostre vite, scoprii che lui era originario di Palermo e io gli spiegai come mai mi trovavo a Roma. Venne una signorina molto gentile che portò le nostre pizze e mentre mangiavamo notai che Luca di tanto in tanto faceva cadere l'occhio sulla mia scollatura. Cercai di aggiustare la maglietta e lui in imbarazzo mi disse di scusarlo, ma era stato un gesto d'impulso.

Finita la cena andammo a fare una passeggiata, certo che Roma di notte era davvero bella, suggestiva e piena di luci che la rendevano davvero unica, ora capivo del perché la chiamano "la città eterna".

Ad un certo punto mi affacciai su un muretto che dava sul fiume, Luca strinse i miei fianchi e mi irrigidii un po', vidi una scaletta che scendeva giù da dove potevi passeggiare lungo l'argine, allora con la scusa di scendere mi divincolai da lui e scesi. Mi seguì e una volta raggiunta, mi fermò e girandomi mi accarezzò il viso, mi sentivo in imbarazzo, ad un certo punto mi disse che ero bellissima e mi baciò, non riuscii ad oppormi, il problema era che non volevo illuderlo, non per il bacio di per sé, ma non volevo ferirlo come lo ero stata io.

Però stranamente mentre pensavo queste cose, non riuscivo a staccarmi dal quel bacio. Era dolce, e lui aveva un buon profumo, uno di quelli che ti senti fin dentro nella testa.

Mi piaceva e decisi di non rovinare tutto.

Quando si staccò da me continuava ad accarezzarmi il viso, ci sedemmo su una panchina e stetti un po' tra le sue braccia, però volli essere sincera, gli raccontai per sommi capi quello che era successo con Riccardo, di come lui giocava con me, gli dissi che mi piaceva stare con lui ma che in quel momento ero confusa. Lui mi guardò dritta negli occhi dicendomi:

- Non preoccuparti, io non pretendo nulla, prenderemo ciò che verrà, e se riuscirò a farti dimenticare quello che ti tormenta, ok. Altrimenti vorrà dire che sono riuscito a farti distrarre, e se stai bene mi basta.

Sorrisi ringraziandolo, e stranamente sentii l'impulso di baciarlo, e lo feci.

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