Tante pagine da scrivere e io non avevo neanche una parola.
" Il paesaggio dal finestrino comprendeva una distesa di pini, il sole nel punto perfetto, e una sensazione di calma. In quel momento mi sembrò di guardare nel punto giusto al momento giusto, eppure questo non saziava il senso di malinconia nella mia vita, lo affievoliva, ma niente di più. "
In quel periodo avevo cercato pace ovunque, in ogni luogo dove io potessi andare vicino a casa. Dai posti sperduti nella natura ai tramonti più mozzafiato, ma l'unica cosa che ci avevo guadagnato era il desiderio che con l'ultimo raggio del tramonto svanisse anche il battito del mio cuore, come a delimitare una fine che desideravo da tempo. La pace di un tempo ormai remoto, persa o sormontata dalla malinconia del mio cuore di un tempo ormai felice cessato dal nulla e sostituita da un senso di prigionia nella mia stessa casa. Mi accorgevo che ogni singolo giorno in cui mi svegliavo significava passare un altro giorno a tenermi in vita, come se fossi un peso per me stessa. Non vivevo veramente la vita anzi, lasciavo che scorresse indisturbata perché sentivo che non potevo viverla. Ogni cosa mi deludeva, le persone che mi circondavano mi facevano del male e io ormai avevo perso il controllo della mia vita. Cadevo ogni singolo giorno di più nel baratro e non potevo fermare la caduta e gli altri che non sapevano che stavo cadendo, che non sapevano come stavo realmente dentro non mi hanno mai teso una mano, eppure si vedeva da fuori che qualcosa non andava.
Mi ricordo la solitudine. Mi sentivo come se fossi rimasta l'unica al mondo nonostante fossi circondata da persone. Mi ricordo che delle volte mi fermavo in mezzo al centro commerciale e guardavo le persone camminare, ma ai miei occhi tutto andava a rallentatore e mi chiedevo dove andassero queste persone tanto di fretta da non notare nemmeno chi gli stava accanto o dove fossero realmente, loro camminavano indisturbate, senza guardarsi in torno. Mi sembravano tutti presi da qualcosa che non esisteva, come quelle persone che vedi camminare per strada in GTA, vuote e senza uno scopo, perse e cieche. Io li guardavo dalla ringhiera e notavo di essere quasi impercettibile ai loro occhi e non potevo fare a meno di chiedermi se ero io a essere esclusa dal loro mondo o erano loro a autoescludersi dal mio. Mi sembrava tanto irreale quella scena che ancora oggi ripensandoci mi sembra la scena di un film. Davvero le persone hanno perso la cognizione di ciò che gli sta attorno? Siamo noi quelli sbagliati o loro che ormai si sono persi? Anche in quel momento mi sentivo sola, l'unica persona a essere veramente presente. Vi siete mai fermati un secondo ad ascoltare il moto del pianeta che gira? è proprio in quel momento che ti chiedi se tutto questo è reale o siamo solo intrappolati in un mondo irreale, e si ci sentiamo delle vacche al macello che aspettano di essere macellate. Ve lo siete mai chiesto? Vi è mai sorto il dubbio? Siamo noi sbagliati o loro? Questa domanda continua ad attanagliarmi.
Comunque cerco sempre di mettere i miei pensieri su carta, anche se lo faccio raramente, perché sento che la mia storia debba essere raccontata. Quando tutto questo ebbe inizio, io ero relativamente ancora piccola e si parlava poco della depressione, tanto che i miei si vergognavano di avere una figlia con problemi mentali e le persone che non capivano il reale problema che sta dietro la depressione solo perché non se ne parlava ,eppure molte persone famose o importanti sono state depresse e hanno anche perso questa guerra, basta pensare ai vecchi scrittori e artisti che non venivano compresi. Per questo voglio parlare, per questo voglio scrivere quello che realmente ho passato in quegli anni e in questi, dove tutto non è ancora finito. Non voglio che altre persone si sentano sole, o le uniche a credersi pazze in questo mondo, voglio parlarne perché così se ne saprà di più e magari qualcuno leggendo le mie parole non avrà un percorso lungo come il mio. Magari possono anche evitare di fare errori per cui magari in futuro si pentiranno e magari chi sta leggendo queste parole senza sentirsi depresso, senza esserlo, può comprendere cosa realmente proviamo, perché è in un mondo di sapere che le persone sono libere dall'odio e dall'ignoranza.
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la mia depressione
General FictionQueste sono le bozze di quando scrivere era l'unica cosa ad aiutarmi. prendo in mano una biro e mi l'ascio trasportare dall'ispirazione, se ti fa battere il cuore metti una stellina.