NJ:TUO FIGLIO

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Ma guarda, guarda che sorriso fiero ti dona. Quelle sue guance sode e il suo sorriso uguale al tuo, guarda com'è.
Sembra stia guardando un angelo, ma tu non sei un angelo. Cosa pensa facciamo quando vieni a casa mia? Che urli perchè ti faccio vincere alla play? Che ti inginocchi per legarmi le stringhe?
Tsk, seriamente. Dovrei dirle tutto così le faccio sparire quel sorriso idiota dalla faccia.
Ma non posso, no, dobbiamo stare in silenzio.
«Sono Kim NamJoon, un amico di Tae»
Ti costerà caro, Kim.

Rivolgo il mio sguardo verso di te, sorridi come lei. Avrei voglia di picchiarti ma mi servi, da solo non ci so stare.
Mia madre lo sa, perchè la tua no? Comunque è stato gentile da parte tua dirmelo cinque minuti prima di bussare, so che ti piace vedermi incazzato.
Idiota.

Bella casa, piccola, ma bella casa. Ora capisco perchè nella mia la prima volta ti sei perso, fa nulla, ti perdono.
Sorrido, una casa deliziosa, dico e mi siedo dove la donna che ti ha messo al mondo mi indica. Sei uno stupido Kim TaeHyung, ma da solo non ci so stare.
Ti siedi appena di fianco a me, dei bambini picchiettano le dita sulle mie cosce, da uno strappo si intravede si intravede un livido.
Un ghigno si apre sul mio viso, «Giochi a calcio?»
Ma Cristo, con tuo fratello a casa credi che io perda il mio tempo a giocare? Ragazzini.
Annuisco, tu mi sorridi ancora.
«Vai a giocare con loro! Non devi per forza rimanere a tavola» mi dici.
A casa te la faccio pagare, davvero. Mi alza e riesco a sentire il suo sguardo sul mio pacco.
Maturo da parte tua fissarmi il cazzo, davvero maturo.
Trattengo una risata e quei marmocchi mi trascinano in giardino, mi dicono tira! ma a me non va.
Sorrido, giocate voi, io vi guardo e faccio il tifo.
Cazzata, devo solo spiare il vostro vicino.

Mi alzo, giocano, non si accorgono di me. Faccio qualche passo sull'erba bagnata, qui tutto profuma di pioggia. Sembra triste ma tu mi dici che non è vero, ho vissuto benissimo e in allegria, mi ripeti.
Ma con me stai meglio, te lo leggo in faccia. Non me lo dirai mai, ma ti conosco.
Spio tra gli spazi della tua staccionata blu, giusto per osservare il ragazzo di cui mi parlavi tanto.
Il mio primo ragazzo, mi dicevi quando prendevano un frullato a casa mia, si chiamava e si chima tutt'ora Min YoonGi, sorridevi, il mio vicino di casa.
Capivo perchè ti piaceva, insomma, bel ragazzo.
Forse troppo bianco ma, bel ragazzo. I tuoi non sapevano nemmeno di lui, vero?
Poi YoonGi si gira, vede il mio sguardo e sorride alzando la birra in segno di saluto.
Mi gratto la nuca, mormoro uno scusa e poi sento le tue mani sulle mie spalle.
«Hyung, è pronta la cena»
Mi viene voglia di baciarti quando mi guardi, ma sorrido e ti seguo in silenzio.

Cena fantastica!, dico alla fine della cena, poi mi guardi.
«Mamma, noi andiamo. Si è fatto tardi ed è stata una settimana pesante»
Baci le sue guance, con quelle dopo bacerai me. Mi viene voglia di pulirtele.
La cena a casa tua non è mai silenziosa, ma io non ho parlato tanto. Hai parlato tu per me, poi mi hai chiesto di descrivere il tempo passato in Nuova Zelanda.
Noi non siamo mai andati via da Daegu, tua madre ridacchiava dicendolo e si copriva le labbra con un tovagliolo, è interessante sapere che gli amici di Tae viaggiano.
TaeHyung è uscito da Daegu, dalla Corea e l'ho portato in America e in Galles. Ma questo non potevo dirlo, così sono rimasto in silenzio e ho sorriso.

Il viaggio in macchina è più silenzioso e penoso del previsto.
«Scusa Hyung» sussurri appoggiando una mano sul mio ginocchio. Ti ignoro, continuo a canticchiare i Paramore alla radio e ti ignoro. Quasi con eleganza lo faccio.
Poi nell'appartemento mi lascio andare sul divano, mi tolgo la giacca e accendo la tv.
Tu fermo, sulla soglia, pensi.

Ti avvicini lentamente, io ti guardo. Il maglione ti lascia scoperta la clavicola e la pelle perennemente abbronzata mi invita quasi a morderla.
Ti sporgi su di me e mi baci le labbra, lentamente, come fai sempre.
Io ti accarezzo la nuca e poi ti inginocchi.
Okay, forse ti perdono.

BAMBINI VIZIATIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora