"Come lo diremo agli altri?"
"È presto, basta aspettare"
Non volevo ma aspettai tempo, che sembrava infinito, chiamai Federico per aggiornarlo e disse che era molto contento per noi, nulla poteva andare meglio. Poi dopo un paio di mesi, decidemmo di rivelarlo a tutti, ero davvero felice, era una sensazione bellissima. Lo amavo davvero tanto, ora però c'era l'ultimo ostacolo, il Coming Out.
Andai dai miei genitori
"Mamma, Papà, sedetevi."
"Pietro che succede?" Chiese mia mamma
"Mettetevi sul divano, per favore" io mi sedetti davanti a loro, su una sedia, mi tremavano le gambe, avevo paura di come l'avrebbero presa, si vedeva che non era una cosa semplice, li guardai entrambi negli occhi, sembravano tranquilli, mi calmarono un po'.
"Pietro dicci tutto" disse mio padre
"Mamma, Papà"
Presi un bel respiro
" sono Gay."
Si guardarono, li vidi tranquilli, mi calmai del tutto
"Va bene, qual'è il problema?"
"Sto con Giorgio."
Mia madre sorrise
"È un bravo ragazzo"
Tirai un respiro di sollievo e li abbracciai, mi sentì libero, tutto andava per il verso giusto, ora toccava a Giorgio dirlo ai suoi.
Murry's Pov
Non potevo dirglielo, mio padre è omofobo e mia madre anche.
"M-Mamma, p-papà, mettetevi qui sul divano"
Ci si misero subito subito
"Dicci"
Respirai, tremavo tutto, avevo già gli occhi lucidi
"Sono Gay, Sto con Giampy."
Mio padre sgranó gli occhi
"Cosa?!"
Persi un battito
Si alzò e se ne andó. Mia madre mi guardó di striscio, avevo fatto un casino.
"Hai visto che hai combinato? Giorgio, sei una delusione"
La prima lacrima scense.
La seconda
La terza
Corsi in camera e scoppiai in lacrime sul cuscino. Nulla potrebbe andare peggio. Avevo fatto piangere Federica, avevo fatto arrabbiare i miei genitori, avevo perso me stesso, o forse L'avevo trovato.. Il vero me stesso. Non lo sapevo.
Stavo male, Pietro mi chiamó, non posso dirgli che sto male, finsi un sorriso e risposi
"Tesoro?"
"Dimmi" cercai di non far notare la voce tremolante
"Che hai?"
Scoppiai in lacrime al telefono ma mi ripresi poco dopo singhiozzando
"C- com'è andata?"
"Io benissimo, tu un po' meno, vero?"
Non ce la facevo più
"Possiamo vederci?" Dissi con un filo di voce
"Vieni da me"
Corrsi di sotto e presi il mio Liberty, sfrecciai piangendo verso casa di Giampy, evitai ogni tipo di incidente che stavo per fare, anche se a un certo punto caddi dopo aver urtato una macchina, però me ne andai, non potevo aspettare dovevo andare da lui, mi ero fatto un graffio sul petto e sul viso, nulla di che, posai il Liberty e salì da lui, suonai, lui mi aprì e stava per baciarmi ma si fermò
"Che hai fatto?"
Preoccupatissimo
"Nulla, una macchina mi ha urtato, sto bene"
"E dove altro ti ha urtato?"
"Sul petto, sto bene."
Lo baciai, mi portó sul divano e mi tolse la maglia guardando il graffio, disse che era enorme, ma non era vero, stavo benissimo, ora che stavo con lui, mi rimisi la maglia e lo guardai
"Che ti hanno detto?"
Ci ripensai e scoppiai a piangere. Lui mi abbracció
"Piccolo, va tutto bene"
"Non mi vogliono più a casa Pietro!" Dissi urlando, di colpo arrivó sua madre sentendo il mio strillo che mi vide e chiese
"Che ha Giorgio?"
"I suoi non accettano che lui sia Gay e che siamo insieme"
La madre mi guardó
"Ci ripenseranno, sei loro figlio" io continuai a piangere stretto al petto di Giampy
"Non lo vogliono più a casa"
"Giorgio?" Mi disse la madre di Pietro
Mi girai a guardarla asciugandomi le lacrime, non mi staccai da Pietro che continuava ad asciugarmi le lacrime
"Perché non stai qui con noi?"
Li guardai entrambi
Pietro sorrise, Io guardai sua madre
"Io.. Non posso" Dissi con voce debole
"Quando ci sei te Pietro è più felice, è davvero migliore come persona, resta con noi qui dai"
Mi avvicinai a lei e la abbracciai
"Grazie."
Lei sorrise
Ero disperato ma ora avevo una casa, e una famiglia.************
Questo capitolo non mi convince molto...