You need me, I don't need you

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Non aveva con sé le chiavi della casa a lago. Dovette improvvisare.

Andò sul retro, dove c'era una finestra che era quasi rotta. Avrebbero dovuto farla aggiustare, ma in quel momento Krystal ringraziò che non l'avessero fatto. Riuscì a tirarla su facilmente ed entrò dentro la casa. Aveva deciso di aspettare fino a sera, in modo tale che Marcus non riuscisse a capire dove si trovasse. Andò su, nella sua camera da letto. Guardò a lungo la foto che aveva sul comodino, di lei, Thomas e Newt; dopo qualche secondo la prese e la scaraventò a terra. Era la prima volta che sentiva una tale rabbia nei confronti dei suoi genitori; in passato, vi erano state delle litigate tra di loro ma mai così grandi. Perché Thomas doveva fare così? Non voleva, forse, vederla felice? E Marcus? In pratica... l'aveva rapita. Si maledisse per l'ennesima volta di non aver dato ascolto al suo cervello che le diceva di lasciar perdere quell'uomo, che poteva diventare pericoloso... Si buttò sul suo letto e cercò di rilassarsi.

Quella sera sarebbe dovuta tornare a casa...


Marcus Edison, dopo ore di vana ricerca, si ritrovò davanti alla casa sul lago. Si ricordava che, tra le foto che Thomas mandava a sua moglie, ce n'era una di quella casa. Era esattamente come l'aveva trovata in fotografia. In un primo momento considerò l'idea di entrare, ma poi ci ripensò: il suo piano non era terminato, aveva solo preso una piega diversa. Ma forse, questo cambio di programma, si sarebbe rivelato addirittura utile. Erano mesi che lo pianificava, non poteva rinunciarci. Tornò indietro, attraversò la foresta, aprì la macchina e mise in moto.


1 mese prima

Si era recato al San Diego County Psychiatric Hospital di prima mattina. In principio si erano rifiutati di fargli vedere la donna, ma aveva insistito dicendo di essere il padre del suo "fidanzato". Con un po' di riluttanza, lo avevano fatto salire nella stanza 312. Non appena vide come Thomas aveva ridotto Teresa Agnes, il cuore gli si strinse dal dolore. Voleva molto bene a quella ragazza, ormai la considerava come una figlia. Non era mai stato in quell'ospedale, però, perché semplicemente non sopportava di vedere in che stato si trovasse. Non era più la ragazza di una volta, questo era certo... ma lui non aveva mai, e poi mai, creduto alla storia della pazzia della ragazza. L'aveva giustificata sempre come "ossessione eccessiva". Era convinto di riuscire a farla rinsavire, con l'idea che gli era venuta in mente.

-Teresa?- la chiamò. Aveva chiesto all'infermiere che lo aveva accompagnato, di aspettare fuori. Lei si alzò lentamente a sedere, perché era sdraiata sul letto e lo guardò.

-Marcus? Sei tu?- gli chiese.

-Sì... come stai, cara?-

-Peggiorata, dicono i medici...-

-Cosa vuoi che ne capiscano? Sappiamo tutti e due che stai benissimo... ed è per questo che voglio proporti di uscire da qui...-

Lei sembrò sorpresa ed emozionata da questa notizia.

-E come?- chiese, con eccitazione.

-Tu non preoccuparti... devo prima verificare una cosa... ritornerò a prenderti con un permesso apposito per farti uscire, dopodiché dovrai fare solo quello che ti dico io, ci siamo capiti?-

-Sì, ma... cosa...-

-Non vuoi riabbracciare Krystal?-

Gli occhi di Teresa si illuminarono a solo sentire quel nome. Un nome che era negli archivi della sua memoria e che non aveva il coraggio di pronunciare perché faceva ancora troppo male. Un nome che aveva seppellito perché le ricordava il male che aveva fatto a Thomas. Rimpiangeva tutti i giorni, di averlo torturato e di avergli sparato ad una gamba...

On Kystal's tracks ||Newtmas AU|| - Sequel "On Thomas' track's"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora