act thirteen : changing

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"È bello qui."

"Si, perché ci sei tu."

Tutti e due scoppiarono a ridere e Chanyeol continuò a parlare. "Abbiamo dei genitori omofobi, degli amici di merda, mio padre è addirittura un drogato, eppure guardaci." disse, stringendogli la mano. "Pensi che staremo mai bene?"

"Penso che avremo sempre dei problemi, tutti li hanno." rispose sinceramente. "Ma finchè siamo insieme avremo dove aggrapparci. Insomma, ci saremo sempre l'uno per l'altro, no?"

Chanyeol annuì. "Non so che fare."

"Dovresti parlargli, non vorrai che la cosa diventi più seria." gli suggerì preoccupato.

"Sai, stavo pensando di affittare un appartamento. So che non sono pieno di soldi, ma continuando a lavorare e magari facendo qualche turno extra -."

"Chanyeol non puoi dividerti in quattro, stai ancora studiando."

"Tu non vuoi venire a vivere con me?"

Baekhyun scosse la testa. "Certo che voglio, in futuro sarebbe un sogno riuscirci. Ma non sono ancora indipendente, non ho nemmeno un lavoro, sarebbe inutile provarci." disse. "Senza i nostri genitori non andremmo da nessuna parte, almeno non ancora."

"Solo perché i tuoi ti hanno messo quest'idea in testa non vuol dire che sia vera, dovrai iniziare a sperimentare cosa vuol dire essere indipendente, prima o poi."

"Io non sono pronto." disse piano e Chanyeol gli accarezzò i capelli.

"Scusa, a volte dico cose senza senso."

"È vero. Ma sembra tutto così difficile, non voglio essere un adulto." piagnucolò.

"Io non vedevo l'ora di diventarlo, eppure ora vorrei non aver aspettato questi giorni così intensamente, non ci ho guadagnato niente."

"Hai guadagnato me."

Chanyeol riflettè. "Si, in effetti tu sei una delle poche cose belle che ho."

+++

Passò qualche settimana e dopo quella conversazione entrambi volevano cambiare le cose, era diventato stancante.

Chanyeol aveva parlato con suo padre e nonostante fosse stato difficile riuscire a comunicare con lui l'uomo decise in fretta di accettare di farsi aiutare e di andare in un centro di riabilitazione, per la seconda volta. Sarebbe partito alla fine del mese e Chanyeol sperava lo aiutasse ad uscirne una volta per tutte, perché gli aveva confessato che non se ne era mai del tutto liberato.

Però sapeva in cosa si stava cacciando, che gli avrebbe distrutto la vita e che lo avrebbe portato a molte cose negative. In quei giorni aveva anche preso delle vacanze dal lavoro e stava a casa sempre, per evitare tentazioni. Motivo per cui Chanyeol non poteva vedere spesso il suo fidanzato.

Nella vita di Baekhyun invece non c'erano stati cambiamenti rilevanti, nonostante avesse iniziato a cercare qualche lavoretto estivo - senza risultati. Aveva messo in vendita dei vecchi videogiochi online e aveva guadagnato un po' di soldi, unica cosa positiva.

Tuttavia non aveva la forza e la voglia di fare qualcosa di davvero importante, aveva programmato di andare a giocare a biliardo con Jongdae quella sera e non aveva buone intenzioni.

Avrebbe voluto provare a parlargli della situazione, senza entrare troppo nei dettagli. Per quanto fosse stato possibile.

Non aveva detto niente a Chanyeol ma non ce n'era bisogno, non avrebbe fatto il suo nome.

Aspettò con pazienza il tramonto, cenò come tutte le sere insieme ai suoi genitori ed uscì. I due si trovavano bene insieme, erano amici dalle scuole elementari e se avesse dovuto fare coming out con qualcuno lui era la prima persona sulla lista.

Il piano era questo: parla, se ti viene l'ansia smetti. Lo aveva ripetuto tutto il giorno e doveva ammettere che essere di fronte all'altro, da soli e in quella circostanza gli faceva venire voglia di non dire niente.

Ma poi se ne sarebbe pentito, quindi no. Doveva farlo.

Erano fuori al bar, avevano fatto un paio di partite e avevano lasciato il posto ad altri ragazzi. Baekhyun continuava a mangiucchiarsi le unghie e l'altro sapeva che lo faceva solo quando era nervoso quindi si incuriosì.

"Va tutto bene?"

"Volevo parlarti." disse. Il cuore gli batteva davvero forte e se continuava così avrebbe iniziato a piangere. Non era esagerato, si sentiva davvero male.

"Che succede?" chiese interessandosi, poggiando la birra sul tavolino e guardandolo negli occhi. "Sai che puoi dirmi tutto."

Baekhyun scosse la testa. "Mi vorrai ancora bene?"

"A meno che tu non abbia ucciso qualcuno si." sorrise. "Quella sarebbe l'unica cosa che non accetterei."

Lui sorrise e si rassicurò. "Allora mi accetterai, spero." disse, Jongdae fece un cenno con la testa come per dirgli di continuare e Baekhyun parlò. "Lo dirò senza troppi giri di parole, sono gay."

Il sorriso di Jongdae non si spense, anzi, diventò ancora più luminoso. "Okay, e? Non mi parli del ragazzo che ti piace? Sono curioso."

Baekhyun ridacchiò e si morse il labbro. "Non pensavo avresti reagito così." disse, l'altro poggiò la testa al muro e corrugò le sopracciglia.

"Come avrei dovuto reagire? Non penso sia niente di così eclatante, sei sempre Baek e sei sempre il mio migliore amico." continuò. "Non va bene?"

"Va benissimo, cazzo se va bene. Sono felice." disse sorridendo. "Vorrei che anche gli altri reagissero così."

"Baekhyun, tutti i veri amici reagiscono come ho fatto io. Se non lo fanno non sono tuoi amici, e puoi farne a meno." disse. "Non mi parlerai di lui?"

"Sarebbe sbagliato."

"È Chanyeol, vero?"

Baekhyun si sentì imbarazzato e scosse la testa. "Come fai a saperlo?"

"Ti conosco da quando eri piccolo così." disse poggiando la mano all'altezza del tavolino. "Non che ora tu sia cresciuto, ma comunque. Le capisco le cose, vedo come lo guardi. Per non parlare di quando vi ho visti baciarvi, è stato bello."

Baekhyun annuì e prese un sorso dalla sua bottiglia di birra. "È lui."

"E come ti trovi?"

"Benissimo, è una persona meravigliosa." fece una pausa. "Ti prego, non dire niente a nessuno."

"Non lo farei mai, dovrai farlo tu quando ti sentirai pronto. Ti dico solo che puoi farlo il prima possibile, non andrà male e ti starò vicino se ti servirà aiuto."

"Grazie Jongdae, ti voglio bene."

together - chanbaekDove le storie prendono vita. Scoprilo ora