Capitolo 35

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Ollie's POV.

Anne era una donna meravigliosa.
Era dolce, simpatica, positiva e sempre con il sorriso sulle labbra... trasmetteva felicità.
Io ed Harry eravamo seduti affianco e lei era di fronte a noi; aveva già deciso i posti quando eravamo entrati.
Mi chiese un sacco di cose su di me, con vero interesse, e mi ascoltava fino a quando non finivo di parlare, poi puntualmente rivolgeva un ampio sorriso ad Harry, il quale non lo ricambiava quasi mai.
Purtroppo però, di qualsiasi cosa mi chiedesse sua madre, le risposte erano sempre negative; mi aveva chiesto del nuoto, che avevo abbandonato, della Cambridge, abbandonata pure quella, e poi della relazione tra me ed Harry.
Nella sala finì quindi per regnare un silenzio imbarazzante.

-Mi dispiace per tua madre. -disse poi ad un certo punto, veramente provata.

-Mamma, basta così. -intervenne Harry, guardandomi.

Sostenni il suo sguardo, non per ringraziarlo ma anzi: proprio lui parlava?
Anne si accorse del modo brutto in cui ci guardavamo e si appoggiò allo schienale della sedia, perdendo tutto l'entusiasmo.

-Forse avrei dovuto aspettare per organizzare questa cena. -mormorò.

-Oh no. -dissi subito. -Anne, la cena era fantastica. Era tutto molto buono e ho apprezzato davvero molto! Inoltre, sono contenta che abbia voluto vedermi... non mi ha posto nessuna domanda invadente, non si preoccupi.

Le rivolsi uno dei miei sorrisi migliori e lei, anche se titubante, ricambiò.

-Dammi pure del tu, Ollie. -disse poi.

-Okay... -le sorrisi di nuovo. -Ci proverò.

Restammo tutti e tre in silenzio, a guardare i nostri piatti vuoti, per un tempo che sembrò infinito.
Poi Anne parlò.

-Se volete andarvene non vi trattengo. -disse sincera, cercando di sorriderci.

-Io andrei, sono davvero esausta... -colsi l'occasione. -Ma grazie infinite per tutto!

-Figurati, tesoro. -mi rispose subito lei. -Quando vuoi!

Harry si alzò insieme a me ed io lo fulminai con lo sguardo: non volevo mi accompagnasse a casa.
Salutai sua madre, Harry fece lo stesso e mi seguì fuori.

-Vado a piedi. -lo anticipai prima che parlasse.

-Non dire sciocchezze, è troppo lontano e so per certo che ti fanno già male i piedi con quelle scarpe. -disse aprendo la macchina.

Ci guardammo per alcuni secondi e, quando non dissi nulla per troppo tempo, Harry aggiunse.

-Tranquilla, non ti bacio. -lo disse in modo sarcastico, molto fastidioso.

-Oh, non c'è pericolo per quello. -commentai. -Che non mi vuoi baciare l'ho capito già da quando sono salita in macchina stasera.

-E' un problema adesso per te? -chiese acido. -Lo è quando ti voglio baciare e anche quando non voglio, sei patetica.

-Chi vuoi baciare, Harry? -rimbeccai avvicinandomi.

Forse pensava che fossi stupida, ma non a tal punto da non aver capito che centrasse qualcun'altra; Kim me ne aveva dato la conferma solamente guardandomi.
Harry scoppiò a ridere e scosse la testa.

-Io me ne vado, se sali in macchina ti accompagno altrimenti fai come vuoi. -annunciò entrando. -Ti do cinque secondi.

Sbuffai, feci il giro dell'auto e mi sedetti al mio posto sbattendo la portiera.

-Sai cosa? -dissi ad un tratto, dopo che il silenzio regnava da minuti. -La California ti fa male, decisamente. Mi sembra di essere tornata a un anno fa, cazzo! Quando facevi lo stronzo pezzo di merda e mi trattavi male.

BURNED || FMG 2 [h.s.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora