Capitolo 45

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Ollie's POV.

Quando la mattina dopo mi svegliai, Harry non era a letto.

Mi voltai a guardare la sveglia sul comodino, la quale segnava le otto e un quarto, e sospirai stropicciandomi gli occhi.
Non avevo idea di come comportarmi una volta che mi sarei alzata; non sapevo neanche cosa lui si aspettasse veramente che io gli dicessi.
Il discorso che mi aveva fatto quella notte era... serio e importante.
Non volevo credere che non fosse vero, che non pensasse o non sentisse davvero tutte quelle cose che mi aveva detto.
Solo per il modo in cui le aveva dette e per la particolarità di dettagli con cui aveva descritto ogni sensazione... doveva essere la verità.

Mi girai a pancia in giù e affondai la faccia nel cuscino, mentre il mio cervello rielaborava tutto quello che era successo la sera prima.

Oddio, Mirea!
Carter non l'aveva portata qui.

A meno che non l'avesse fatto ed io non me ne fossi accorta; forse per questo Harry non era a letto.
Mi alzai di corsa e cercai il telefono, non ricordandomi dove l'avevo lasciato la sera prima.
Quando lo trovai, lessi un messaggio di Carter.


"Ciao. Tutto apposto? Non ti preoccupare per Mirea, l'ho lasciata dai miei. Spero vada tutto bene, fammi sapere."


Respirai profondamente e gli risposi ringraziandolo e dicendogli di non preoccuparsi.
A quel punto, misi il telefono sul comodino e mi diressi in bagno.
Durante il tragitto sbirciai in camera di Mirea e verso la cucina, ma non vidi traccia di Harry.
Dove poteva essere andato?
Non volevo che combinasse niente di stupido.

Feci la pipì e mi lavai la faccia, dopodiché andai in cucina e accesi la macchinetta del caffè.
Mi appoggiai al bancone con lo sguardo perso nel vuoto mentre il caffè scendeva con un rumore sordo; non mi accorsi che la macchina aveva finito fino a quando la porta alla mia destra non si aprì ed Harry non entrò.

Indossava dei pantaloncini sportivi blu, una maglia grigia e delle running ai piedi.

In testa aveva una fascia nera che impediva ai capelli di entrargli negli occhi, ed era talmente sudato che la maglia aveva un'enorme macchia bagnata su tutto l'addome.

-Ciao. -disse chiudendo la porta alle sue spalle.

Mi ci volle qualche secondo per riuscire a rispondergli.

-Ciao. -dissi infine, voltandomi verso la macchinetta. -Vuoi del caffè?

A quel punto fu lui ad impiegarci un po' per rispondermi, e non lo fece fino a quando non mi voltai a guardarlo.

-Oh sì, grazie. -disse togliendosi la fascia dalla testa per passarsi la mano tra i capelli bagnati.

Seguii i suoi movimenti fino a quando non si appoggiò al mobile della cucina alle mie spalle, aspettando che glielo facessi.
Nei secondi che seguirono l'unico suono che riempì la cucina fu quello della macchina del caffè, mentre io mettevo lo zucchero nel mio e rabbrividivo al pensiero che Harry mi stesse guardando intensamente.
Quando anche il suo fu pronto, misi un cucchiaino di zucchero anche per lui e glielo passai.

-Grazie. -disse prendendolo, ed entrambi ci appoggiammo al mobile, uno di fronte all'altra, guardando nient'altro all'infuori del caffè che avevamo tra le mani.

Era andato a correre.

Non ci andava spesso, preferiva andare in palestra o prendere a pugni il sacco da boxe che aveva nella stanza apposita.
Quello gli faceva sempre scaricare la tensione.

Mi resi conto in quel momento che probabilmente non aveva preso a pugni il sacco per non svegliarmi, e il mio cuore cominciò inaspettatamente a battermi forte nel petto.

BURNED || FMG 2 [h.s.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora