7- Di tempo, dedizione e buona costanza

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La prima cosa che Zoe fece quando arrivò nella sua stanza, fu guardarsi allo specchio. Rabbrividì. Non si piaceva. C'era troppo grasso sulle cosce, le braccia erano flaccide, le clavicole non si vedevano quasi per via di tutto quell'orribile grasso che ANDAVA ELIMINATO. Ripensò a ciò che aveva mangiato il giorno precedente: uno yogurt magro bianco e una mela. Si sentiva divorata dal senso di colpa... Era complicato: voleva mangiare, ma quando mangiava si sentiva in colpa, si pentiva, voleva strapparsi lo stomaco con le proprie unghie, per rimuovere il cibo e tutto il grasso con esso. Voleva solo questo. Si diresse verso il bagno e vomitò i biscotti, lo yogurt, l'anima, ogni cosa. Si lavò i denti e si pettinò un po' i capelli. La fame la stava divorando nuovamente, ma non poteva farci nulla, o meglio, non VOLEVA farci nulla. Si alzò traballante: doveva andare verso la sala comune. Di lì a poco ci sarebbe stato l'incontro giornaliero col dottor Lewis, stavolta di gruppo. Era un po' sollevata, probabilmente avrebbe parlato poco per lasciare spazio al nuovo arrivato di presentarsi, e per lei non c'era nessun problema. Non aveva voglia di aprirsi, parlare, spiegare... Ma non voleva nemmeno rivedere suo fratello, lo odiava troppo. Tutti pensavano che fosse così dolce a preoccuparsi per lei, ma Zoe sapeva la verità: era semplicemente invidioso, la voleva far ingrassare, la costringeva a mangiare, l'aveva persino seguita ad Oz! La voleva veder fallire, quell'infido verme. Ma non ci sarebbe riuscito! Sarebbe tornata a prendere la barretta, l'avrebbe mangiata e poi sarebbe tornata in camera e avrebbe vomitato. Era un'idea geniale! Gli avrebbe fatto credere di aver mangiato, e non sarebbe neppure ingrassata! Si congratulò con se stessa dell'ottima trovata, e si diresse velocemente a prendere la barretta, per poi andare in sala comune con tutti gli altri. Quando arrivò, c'era solo un posto libero: quello vicino a Liam. Suo fratello e Logan avevano già fatto amicizia, e Josh e Brooke facevano i piccioncini come al solito. Chissà cosa ci trovava Josh in quella svitata... Non era neppure magra!
Zoe si sedette affianco a Liam che la salutò con un "Non li sopporto più... Quando la smettono di fare i piccioncini? Mi danno la nausea..." Indicò con un cenno del capo Brooke e Josh.
Zoe non poteva essere più d'accordo: aveva una cotta per Josh da un bel po' di tempo, e anche se Brooke era quasi sua amica, a volte non la sopportava. Fare un discorso con lei faceva venire il mal di testa. Per non parlare del fatto che mangiava quello che le pareva, senza preoccuparsi delle calorie!
"Concordo" disse a Liam sbuffando. "Con me sfondi una porta aperta... Non li sopporto, e non riesco a capire cosa ci trovi Josh in quella matta! Sono così invidiosa...Tu no?"
Liam non sapeva cosa rispondere. Doveva fingere di essere geloso di Logan e di essere innamorato di Brooke, dire di non essere geloso ma solo disgustato da troppa sdolcinatezza o confessare la verità, ovvero che era innamorato del suo migliore amico? Optò per la seconda, scusa più credibile e meno impegnativa. Zoe annuì e fece una smorfia fra il divertito e il disgustato.
"Che mi dici di quello nuovo?" Chiese Liam. "È simpatico? Ci hai parlato?"
"Un po'... È un tipo a posto. L'ho quasi ucciso con una barretta dietetica" si vantò la ragazza. E poi aggiunse "Vorrei conoscerlo meglio, è carino." Logan era di una bellezza un po' particolare - pensò Zoe - di quelle che non si notano subito, si confondono un po' in mezzo agli altri, il solito ragazzo da parete. Ma una volta che hai l'occasione di conoscerlo, osservarlo bene, noti tanti piccoli ma deliziosi particolari: i suoi occhi neri come il petrolio erano splendidi, ti ci perdevi dentro. Aveva un piccolo neo, proprio sotto l'occhio sinistro, e gli donava moltissimo. I suoi capelli ricci, lunghi e spettinati, all'apparenza neri, avevano in realtà delle ciocche bionde, come oro in una miniera di carbone. Aveva anche un bel fisico, peccato che lo coprisse sempre con delle maglie larghe dalle maniche lunghe.
Mentre Zoe fantasticava su quel ragazzo misterioso, la porta cigolò ed il dottor Lewis entrò.
"Buongiorno a tutti ragazzi! " Esordì, pimpante come al solito. "Vi trovo bene!" Peccato che i ragazzi seduti in quella stanza non aspettassero altro che uccidere se stessi o il dottor Lewis, a seconda della necessità.
"Allora, chi vuole cominciare?" Proseguì il dottor Lewis, incurante del malumore generale. L'unico che non sembrava annoiato o innervosito era Logan, evidentemente non aveva ancora assistito ai fantastici incontri con il dottor Lewis. Sono quegli incontri che ti rimangono, sono pieni di significato, ti lasciano qualcosa...
...la voglia di suicidarsi...
"Perché non cominci tu, Logan?" Proseguì il dottor Lewis. Il ragazzo annuì, a disagio, e il dottor Lewis iniziò con le sue solite domande:
"Bene Logan. Per prima cosa, secondo te, perché ti trovi qui?"
Logan scrollò le spalle. "Perché sono pazzo?" Lewis lo guardò con disappunto. "No, Logan, tu non sei pazzo. Sei solo... Particolare. Ma puoi cambiare se lo vuoi. Ti servono solo tempo e dedizione. Tempo, dedizione e buona costanza." Il dottor Lewis sorrise, con il suo sorriso falso che faceva venire la nausea a Zoe. Desiderava tantissimo tirargli un pugno sul naso, e uno suoi denti, rovinargli quel finto sorriso incoraggiante. Il dottor Lewis spostò lo sguardo da Logan a Josh, e chiese a quest'ultimo "E tu Josh, secondo te, perché ti trovi qui?" Josh sorrise e poi disse ironico "Non saprei dottore. Io sono qui da circa tre anni. Ci ho messo tutto il tempo, la dedizione e la buona costanza che possiedo, eppure sono ancora qui! Forse c'entra il fatto che sono...cleptomane, vandalo e scappato di casa? Mmmh non credo... Probabilmente è solo il mio scarso utilizzo di tempo, dedizione e buona costanza!" Liam stava fissando Josh a bocca spalancata. Tutti erano ammutoliti. Il dottor Lewis sembrava irritato dall'insolenza del ragazzo, ma abituato ad essa. Josh aveva un sorrisetto tronfio dipinto in faccia. Lewis gli scoccò un'occhiata rassegnata e lo rimproverò "Forse, se ti impegnassi seriamente a guarire, te ne andresti-" "E non sarebbe così male, vero? Scommetto che non ne può più di me" lo interruppe Josh col suo solito sorrisetto.
"Come stavo dicendo, se ti impegnassi davvero, con tempo, dedizione e buona costanza" (giramento di occhi e di altre cose generale) "potresti uscire di qui."
"Come se avessi un posto dove andare..." Sbuffo Josh guardando i propri piedi. Il dottor Lewis lo ignorò deliberatamente e continuò "Se Josh ci permettesse gentilmente di continuare questo incontro senza incentrare tutte le attenzioni su di sé" (borbottio di Josh su come non fosse colpa sua se era così irresistibile da avere tutte le attenzioni) "porgerei la stessa domanda a Brooke. Perché ti trovi qui, secondo te?" Brooke spalancò la bocca, fissando un punto indefinito nel vuoto ed esclamò "Stavo facendo un picnic col coniglio Periglio, e mi sono ritrovata qui! Forse c'entra quell'alpaca antipatico... Non la smetteva di guardarmi! Probabilmente voleva rubarmi il miele per metterlo sull'hot-dog! O almeno, io lo faccio..." (gridolino disgustato di Zoe accompagnato da un commento sulle calorie di un simile accostamento) "in ogni caso, mi sono ritrovata ad Oz, ho seguito il sentiero di mattoni gialli, ma non ho trovato nessuna strega...Aspetti:
... Lei signor Lewis assomiglia incredibilmente alla strega malvagia, lo sa? E tu Zoe mi ricordi un po' lo spaventapasseri senza cervello. Senza offesa. È solo che sei moooolto magra. E non hai il cervello, perché se lo avessi capiresti che ti stai facendo del male da sola. Forse Liam è il leone fifone, perché non ha il coraggio di ammettere i suoi sentimenti. Josh è l'uomo di latta, è molto intelligente, e sotto sotto ha un cuore, ma non lo dimostra... E nasconde la sofferenza che prova con delle battute. " Brooke concluse il suo discorso con un sorriso smagliante, e tutti la fissavano cruci. Un po' perché erano offesi. Un po' perché sapevano perfettamente che quella era la verità.

La speranza è la prima a morireDove le storie prendono vita. Scoprilo ora