8- Di drammi e relazioni

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Josh si alzò di scatto, e riservò a Brooke uno sguardo pieno d'astio. Era arrabbiato a morte con la sua... Amica? Fidanzata? Non sapeva nemmeno come chiamarla, era impossibile avere una conversazione normale con lei, e quindi non sapeva nemmeno se stessero insieme. In ogni caso, sperava di no, era troppo infuriato. Lui e Brooke non erano fatti l'uno per l'altra, era evidente. La sua era solo una cotta. Non-erano-compatibili. Josh si fiondò nella propria camera, abbandonando i suoi amici nel bel mezzo dell'incontro col Doc. Non gli importava. Era troppo arrabbiato. Il problema è che il ragazzo non sapeva, o meglio, non ammetteva di non essere arrabbiato con Brooke ma con sé stesso, perché quelle cose erano tremendamente vere. Ma non poteva farci niente. Ogni persona nella propria vita incontra degli ostacoli. Ognuno deve affrontare le proprie battaglie. Ognuno deve soffrire. C'è chi evita il dolore e i sentimenti, costruendo un muro fra sé stesso e gli altri. C'è chi non ha paura di affrontare le proprie emozioni, e ne parla apertamente. C'è chi piange e si dispera. E c'è chi, come lui, nasconde dolore e debolezze dietro ad un sorriso un po' sbilenco, finta sicurezza e senso dell'umorismo. Questo era il suo modo per tirare avanti. E nella vita aveva spesso avuto bisogno di questo metodo. Per prima cosa, era orfano. O meglio, suo padre non l'aveva mai conosciuto, era scappato dopo aver scoperto di aver messo incinta la sua ragazza sedicenne. Sua madre era morta suicida quando lui aveva solo tre anni. Erano poveri, e lei non poteva più farcela: aveva appena vent'anni, e la sua vita era già a pezzi. Josh era andato all'orfanotrofio, passando da una famiglia affidataria all'altra. Tutti lo cacciavano dopo un paio di mesi. Non era "adatto". A scuola era anche peggio. Era un disastro in ogni materia, non poteva permettersi i libri e non aveva nessuno che lo aiutasse a studiare. Gli altri ragazzi lo prendevano in giro. A quattordici anni scappò di casa, e fu catturato dalla polizia poco dopo, accompagnato però da denuncia per furto e atti vandalici. Sarebbe dovuto andare in riformatorio, ma era risultato "mentalmente instabile", e quindi mandato lì ad Oz. Per tre anni. E la situazione non era affatto migliorata. Ogni volta che riusciva a farsi degli amici, dopo qualche tempo venivano dimessi. A quanto pare loro avevano più tempo, dedizione e buona costanza di lui. O semplicemente, erano entrati nelle grazie del Doc. O i loro genitori avevano soldi da spendere per tirarli fuori dai guai. In ogni caso, ogni suo amico se ne andava. Aveva conosciuto Liam e Brooke da un anno, ma temeva che Liam se ne sarebbe andato da lì a poco, e non voleva più parlare con Brooke. Sperava tanto che McFreak non se ne andasse... Fra tutti, quello era il suo amico più fidato, gli voleva davvero bene. Fingeva di non sapere il suo nome, ma in realtà lo sapeva benissimo, come sapeva tantissime altre cose di lui. Ma Josh era fatto così, pur di non rimanere ferito, tradito o deluso, era il primo a fingere di non affezionarsi alle persone. Eppure, non credeva che Liam gli avrebbe mai voltato le spalle. Non sapeva né come né perché, ma quel ragazzo lo sopportava anche quando si comportava da stronzo totale. Liam lo accettava così com'era. E adesso che Josh aveva intenzione di lasciare Brooke, Liam non sarebbe più stato geloso. L'avrebbe avuta tutta per sé.
Si accostò alla porta della propria stanza, e sentì dei rumori di passi. Probabilmente la seduta era appena finita. Meglio, adesso avevano un po' di tempo libero, e intendeva passarlo col proprio migliore amico. Se Liam fosse andato via, non voleva sprecare il tempo che gli rimaneva con lui. Ma prima doveva fare un discorso a Brooke.
Uscì dalla stanza e si ritrovò la ragazza davanti a sé.
"Ciao Josh!" Esclamò lei tutta contenta. "Come va?"
"Ehm.. bene credo. " La cosa strana di Brooke era che a volte era semplicemente lei. Senza altereghi. Una persona con cui è piacevole parlare. Una bella persona. Josh a quel punto si accorse di una cosa: lui non voleva lasciare Brooke perché era strana. La voleva lasciare perché lei meritava di meglio. Qualcuno che l'amasse per la sua gentilezza, il suo entusiasmo, la sua fantasia, la sua incredibile personalità. Non qualcuno che la amasse semplicemente perché era "bella" o "bionda". Non qualcuno che l'aveva baciata per togliersi dalla testa qualcun'altro...
Josh si accorse anche di un'altra cosa: lui non la amava. E non era attratto da lei per il suo aspetto. Proprio per nulla. Lei era la sua migliore amica. Non sapeva nemmeno perché l'avesse baciata. Forse erano stati gli sbalzi d'umore, forse il timore di perderla, forse il senso di solitudine, forse le faceva solo tenerezza. Forse era solo una distrazione.
Non lo sapeva. Sapeva solo due cose. La prima: era una ragazzo tremendamente confuso. La seconda: Brooke meritava di meglio.
Fortunatamente la ragazza sembrava pensare la stessa cosa, perché disse: "Josh... Ti devo parlare. Quel bacio. Secondo me, né tu né io lo abbiamo apprezzato per ciò che era. Un bacio. Credo di vederti più in termini di... Amicizia. E... Credo che anche tu stia pensando la stessa cosa. Che ne dici, ritorniamo amici? "
Josh sorrise. "Ovvio."
"Bene!" Brooke sembrava molto sollevata. "Perché a Lou tu non piaci affatto! Ed ero stanca di sentirla lamentarsi IN CONTINUAZIONE! L'unico che ci shippava era il Coniglio Periglio. Adesso però non so dove sia... Vado a cercarlo se non ti dispiace." Detto ciò Brooke se ne andò lasciandolo da solo. Ma aveva qualcos'altro da fare. Si diresse verso Liam. Quando lo raggiunge, Liam alzò la testa di scatto, e per poco non gli caddero gli occhiali dal naso. "Hey Liam... Mi chiedevo... Ti va di passare il resto della giornata con me? È da un po' che non passiamo una giornata fra ragazzi! E... Ho paura che... Insomma... Tu te ne vada. Non voglio rimanere da solo. Ti prego? " Josh lo guardò implorante.
C'era qualcosa che non andava nell'espressione di Liam... Era stranissima.
Finalmente, McFreak aprì la bocca, e disse: "Certo Josh. Io non vado da nessuna parte."  Josh aveva gli occhi lucidi, ma non voleva mostrare a Liam questa parte di sé, almeno non adesso. Si asciugò gli occhi velocemente con la manica, e sorrise  al suo migliore amico. Liam sorrise a sua volta. E poi lo abbracciò. Era una abbraccio bellissimo, Liam lo avvolse interamente, come una coperta di sicurezza e speranza. Quel ragazzo era la sua casa, un senso di sicurezza che non aveva mai provato. Si sentiva accettato, benvoluto. Ricambiò l'abbraccio con impeto. I ragazzi si abbracciano? Non lo sapeva, e sinceramente non gli importava minimamente.

La speranza è la prima a morireDove le storie prendono vita. Scoprilo ora