Quando qualcuno prende una decisione le persone devono imparare a rispettarla, questo è stato l'insegnamento della mia giornata. Due volte in meno di ventiquattro ore mi è stato posto davanti questo fatto: non si possono, né si devono, fare scelte al posto degli altri. In fondo la vita non è la tua e se poi la persona in questione si accorgerà che avevi ragione potrai goderti il privilegio di dire le quattro parole magiche "te lo avevo detto".
Stavo tornando a casa da un weekend in montagna con la famiglia di Fede, era passato ormai tanto tempo dalla lettera di Michele ed io ero contentissima di non avergli risposto. Era stato un fine settimana di quelli davvero felici, di quelli che vivi senza pensieri. Del ritorno, però, non si poteva dire lo stesso. Fede aveva iniziato a litigare con suo padre per i suoi progetti futuri. Ma non era una di quelle discussioni passeggere, che dopo dieci minuti tutti si sarebbero scordati, era una di quelle che fa calare i silenzi assordanti e che rovina le giornate. Io mi ero trovata nel mezzo di questa baraonda e mi ero rintanata nel mio angolino accettando il ruolo di muta spettatrice.
"Papà non puoi pensare di decidere tu per me, io l'anno prossimo voglio andarmene da qua" disse Fede rossa di rabbia.
"Tesoro, ma tu non capisci, non sei pronta per una autonomia del genere! I soldi dove pensi di trovarli?" La pacatezza nella sua voce gelava il sangue. Si capiva che era arrabbiato, ma restava molto bravo nel celarlo. Non era affatto come sua figlia che si scaldava subito urlando e scuotendo le mani. Lui ti fissava con quegli occhi capaci di sfondare i muri e parlava col suo tono di voce normale. Le sfumature però tradivano a volte le sue emozioni. Erano proprio quelle che ti facevano rabbrividire. Io nel mio spazietto stavo comunque bene, mi dispiaceva da morire per la mia amica, ma in fondo che potevo farci? Di certo non mettermi a discutere con suo padre. L'unica cosa che volevo e potevo fare era starle accanto e farle capire di avere il mio appoggio completo. Quando la prima fase del litigio fu completata iniziò la seconda. Calò un silenzio di tomba, la macchina sfrecciava sulla strada e l'unico rumore udibile erano le frecce di posizionamento che a volte venivano accese. Mi ritrovai a pensare che in fondo ero fortunata a stare con Maddalena. Per una volta confrontandomi con i genitori di qualcuno mi ritenni fortunata. Parlando chiaramente lei non sarà certamente una cima, né la persona migliore del mondo, ma mi vuole bene e mi tratta quasi come una figlia, come una amica. Mi ascolta e mi comprende e per la prima volta mi ritrovai a pensare che se mi chiedesse di restare con lei, sarei quasi tentata di accettare. La mia vita con lei accanto è sicuramente meglio che senza, è la mia guida in questo casino.
Finalmente arrivai a casa, ed ecco qui la seconda sorpresa della giornata. Quell'odore penetrò immediatamente nelle mie narici e subito il mio cuore iniziò a battere. Gli occhi puntarono il tavolo, era lì: una nuova lettera blu. Mi avvicinai, questa volta il mittente c'era ed era sempre lui: Michele. Inspirai profondamente tentando di trovare la calma, ma cosa vorrà ora? Quel profumo, come sempre, mi tranquillizzò. Non so con quale forza ma la aprii.
"Che ragazzina irriverente che sei! Non me lo sarei mai immaginato da una che canta a squarcia gola e poi si nasconde nel cappuccio. Avevo proprio ragione, sei misteriosa. Comunque se proprio ci tieni ad incontrarmi, possiamo organizzare.
Michele"
Tutto questo non aveva senso, perché sarei irriverente? Perché scrive che ci tengo a vederlo? Io non gli ho risposto ed invece lui sembra convinto del contrario. "Probabilmente è pazzo" pensai "uno stalker coi fiocchi". Stavo per girarmi per andare a sdraiarmi sul divano alla ricerca di risposte. Arrivarono però senza neanche troppi sforzi per trovarle. Un post it sotto alla busta chiarì il mistero: "tesorino, non ti arrabbiare, gli ho risposto io per te. Non puoi farti scappare uno così. Maddalena" Sbattei i pugni sul tavolo, mi sembrava di essere stata chiara con tutti. Questo ragazzo io non lo voglio nella mia vita, perché si era presa questa libertà? Non lo conosce neanche, io non lo conosco neanche! Ma la cosa che più mi assillava era: cosa diavolo gli avrà scritto per spingerlo a dire che sono irriverente? Corsi in camera e nascosi la faccia nel cuscino. Lo sentivo, era diventata tutta rossa, un misto tra rabbia e vergogna.
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Il profumo della carta blu
ChickLitAdele è una ragazza rinchiusa in una città che le sta troppo stretta, non è contenta della sua vita, desidera molto più di ciò che ha. Ma un giorno un dolce mistero avvolge la sua quotidianità e lei ci si immerge dentro, senza guardarsi indietro.