Capitolo 10.

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Il suono della campanella mi risvegliò dal torpore che aveva invaso il mio corpo. Non ho ascoltato neanche 10 secondi della lezione di biochimica e non me ne importa nulla, mi farò passare gli appunti da Clara, la mia vicina di casa. Una ragazza minuta e silenziosa, con un paio di occhiali enormi che faceva capolino sopra al suo piccolo nasino all'insù. Capelli biondo cenere spenti ed occhi vuoti, spesso mi chiedevo cosa succedesse nella sua vita, era una ragazza strana, lei per davvero. Era sempre stata gentile nei miei confronti, dal primo istante, per questo non mi sono mai permessa di parlarle alle spalle come tutto il resto della scuola. Fortunatamente era l'ultima lezione della giornata.

Prima di uscire dalla classe mi avvicino a Clara: "Ei, senti scusa so che sono già tre giorni di seguito che te lo chiedo ma non è che potresti passarmi gli appunti? Oggi proprio non ci riuscivo a seguirlo" dissi indicando con la testa il professore. "Tranquilla" mi rispose Clara con il suo solito sorriso e la sua inconfondibile erre moscia "lo sai che per me non ci sono problemi!"
"Per sdebitarmi" la interruppi "ti invito sta sera a casa mia, pizza, biscotti e un film. Che ne dici?"
L'espressione che si tracciò sul suo volto era come quella di un bambino che ha appena ricevuto il leccalecca tanto desiderato. Mi abbracciò e rispose di si.

Mi sento bene con me stessa oggi, forte e felice. Sto camminando lungo il marciapiede per tornare a casa fissando la scuola, un piccolo edificio giallo uovo sbattuto con un orologio enorme posto sopra all'entrata. Sono le 12.45, devo sbrigarmi. Oggi devo badare sempre a quell'ammasso di pulci che mi abita accanto. Scocciata, dopo aver mangiato ciò che Maddalena mi aveva lasciato sulla tavola, mi alzo, apro la porta e trovo davanti a me la mano tesa di quella vecchia zitella con al guinzaglio il suo botolo. "La cortesia ormai l'abbiamo persa?!" le dico fissandola in cagnesco. Sbatto la porta dietro di me e mi allontano in silenzio. I pensieri volano e il suono dei miei stivaletti sul marciapiede mi rimbomba nel cervello. Sono felice di aver invitato Clara e non vedo l'ora di conoscere qualcosa della sua vita. Ho pochi amici e sono contenta quando mi do la possibilità di allargare la cerchia ed oggi sono riuscita ad abbassare le mie difese. Insomma non penso che Clara mi possa ferire, credo sia simile a me. E poi se riuscirò a restare qua con Maddalena, Fede partirà ed io che farò? Resterò da sola? Almeno avrò lei al mio fianco.

Il cane tira e vuole tornare a casa, così lo accontento senza problemi. Appena arrivo sul portone mi ritrovo davanti la mia compagna, ero un po' in ritardo.
"Ciao!! Scusa ma stavo portando a spasso Boris, il cane della zitella"
"Tranquilla" disse con un sorriso a trentadue denti "sono arrivata un po' in anticipo anche io".
Entriamo in casa, ordiamo la pizza e lei resta sorpresa dalla mia scelta: "non pensavo fossi una da pizza con la cipolla."
"Oh cara non sai nulla di me" dissi con sguardo ammiccante alla James Bond. Scoppiammo a ridere entrambe, si spetta una serata fantastica. Discutiamo un po' sul film da scegliere prima di fare i biscotti, lei voleva guardare un horror, ma l'ho convinta e quindi vedremo "Orgoglio e Pregiudizio".
"Cipolla e Jane Austen, sei veramente piena di sorprese", scoppiai a ridere come mai prima d'ora, perché non l'avessi invitata prima proprio non lo sapevo.

Con l'impasto dei biscotti su tutte le mani e nel mezzo di una conversazione qualunque decisi di confidarmi con lei.
"Non prendermi per pazza, so che ci stiamo conoscendo solo ora, ma avrei bisogno di un consiglio. Ricevo delle lettere da questo ragazzo, non so bene chi sia, non so se devo rispondergli ancora. Mi sto pentendo di averlo fatto."
"Adele, non so che consiglio darti, dopo cena vorrei leggere le sue lettere ma una cosa è sicura. Tu non sai chi sia questa persona, potrebbe essere il principe azzurro sul cavallo bianco come l'orco che abita le caverne. Stai attenta, ma non precluderti le possibilità." Stranamente, erano proprio le parole che volevo sentire, mi aveva tranquillizzata come solo Fede era riuscita a fare prima.

Dopo cena le diedi le lettere... "Non posso immaginare il motivo per cui ti abbia scritto, certo inviare lettere in questo millennio è superato e poi come diavolo avrà avuto il tuo indirizzo? Secondo me hai due possibilità Dele o è un pazzo o è un ragazzo vecchia maniera, il che equivarrebbe a un diamante in una miniera di carbone"
"Speriamo la seconda" risposi addentando un biscotto al cioccolato. Avevo un po' paura effettivamente, nessuno si era mai posto il problema di chi fosse realmente Michele, né io, né Fede né tanto meno Maddalena.
"Dai non fare quella faccia" ridacchiò Clara guardandomi, ero un attimo sovrappensiero con la mia solita faccia da ebete. "La vita non è cosi dura se la guardi dalla prospettiva giusta" continuò "lo dice sempre mio fratello" e sorrise.
"Non sapevo avessi un fratello"
"Si, siamo in quattro: io, lui, mamma e papá. Anche se ormai resteremo in tre, si trasferisce tra poche settimane a Londra per l'università" una sfumatura di malinconia era comparsa nella sua voce.
"Gli vuoi davvero bene" colsi al volo. "Eh si" rispose sospirando "ma adesso silenzio il signor Darsy sta arrivando, non voglio perdermelo!!" ridemmo entrambe e per il resto della serata ci godemmo il signor Darsy, il signor Bingley e le loro dichiarazioni d'amore sognando nel profondo che esistessero ancora ragazzi del genere.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 25, 2017 ⏰

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