L'errore più grande

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Del mio sesto compleanno non ricordo più nulla se non quella torta a terra, mia madre che piangeva e tutta la scuola che ci guardava.
Buio dentro.
Buio fuori.
Avevo sei anni e mi sono sentita morta. Non avevo più sentimenti, non riuscivo più a ridere, né a piangere, né a parlare.
Mi ero chiusa in un mondo tutto mio.

I miei si stavano separando ed eravamo noi piccoli a soffrirne di più.

Dopo una settimana dal mio compleanno, gli assistenti sociali ci hanno preso. Né mia madre né mio padre erano mentalmente disponibili a tenerci. Lei stava diventando pazza e lui si divertiva a stuzzicarla, la incontrava per strada con la spesa e gliela buttava a terra affinché lei non mangiasse, la torturava con la presenza della donna con cui l ha tradita... non so perché facesse così, godeva nel farla soffrire e più di tutto voleva toglierle i figli.
Per mia madre noi eravamo il suo mondo, e quando gli assistenti sociali ci hanno allontanati da loro lei è diventata depressa, ha regalato la nostra casa a una sua amica, e un giorno, davanti ai nostri occhi, ha tentato un suicidio mettendosi sotto a un camion che per fortuna si è fermato all ultimo secondo.
Lei è stata costretta ad andare in una casa famiglia, noi piccoli con nostro padre finché non si sarebbe arrivato a un punto.
Dopo aver visto nostra madre soltanto un giorno a settimana in presenza di un supervisore per un anno, dopo aver parlato con la psicologa e aver tenuto conto delle volontà di noi piccoli si era giunto a un accordo: io, ormai sette anni, tornavo da mia madre nella casa famiglia femminile, mio fratello Paolo andava a vivere con nostra sorellastra Stella che era sposata, mentre mio fratello Davide con nostro fratellastro Daniele che viveva solo.
Mio padre si è messo da parte, era troppo impegnato a vivere la sua nuova storia, come aveva lasciato i suoi figli con la prima moglie per vivere la sua storia con mia madre.
Mio padre non era in grado di fare il padre, né di amare.
Ci ha abbandonati, e fin qui andava bene, non ci mancava lui, eravamo abituati alla sua assenza.
Ma far dividere noi piccoli, quello era davvero una cosa insostenibile, è stato l'errore più grande.

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