3.11.2003
Oggi compio 6 anni, e sarà una festa indimenticabile.
07:00 am.
«Tanti auguri a te, tanti auguri a te, tanti auguri piccola Mari, tanti auguri a te!»La giornata è iniziata già meravigliosamente bene, mia madre mi porta un piccolo muffin al cioccolato con una candelina sopra mentre i miei fratelli mi saltano addosso e fanno la gara a chi mi tira le orecchie per primo. Meno male che dovevano farlo soltanto sei volte.
«Esprimi un desiderio»
Soffio sulla candelina ed esprimo il mio desiderio.
«Mamma ma papà è tornato?» chiedo.
«Sì ma se ne è andato stamattina presto, ti fa tanti auguri» mi dice mamma con un aria un po strana. «Comunque è ora di andare a scuola, alzatevi tutti e tre»
Noi tre fratelli ci lamentiamo un po' prima di alzarci a prepararci, ma alla fine l' ha vinta mia madre.Andavamo tutti e tre nella stessa scuola, io però ero appena entrata alle elementari, i miei fratelli alle medie.
Posso dire che la più intelligente dei tre ero io, ero la più giudiziosa, la più studiosa, la più ubbidiente, ero la bambina modello, praticamente tutto il contrario dei miei fratelli.08.45 am.
«Buongiorno bambini, Oggi la vostra compagna fa il compleanno!» Dice la maestra Anna e tutta la classe si alza in piedi a cantarmi la canzoncina del compleanno. Non mi stanco mai di sentirla, è il mio giorno e tutti me la devono cantare.
Dopo gli abbracci,i baci e gli auguri la maestra inizia a spiegare.
Le prime ore non passavano mai, guardavo ogni due minuti l'orologio appeso alla parete, non vedevo l'ora che arrivasse la ricreazione.10.20 am.
Guardavo fuori dalla finestra, il cielo era grigio, d'altronde era novembre, e mi immaginavo la torta che avrebbe portato mia madre, me la immaginavo tutta rosa, con i fiori e le principesse disegnate, mi immaginavo come sarebbe stato bello festeggiare il mio compleanno con i miei nuovi amici ma ad un tratto si sentono delle voci provenienti dall'aula dei bidelli affianco la classe.
Si sente la porta sbattere e entra nella classe un uomo grande, grosso, rosso di rabbia, era irriconoscibile all'impatto. Era entrato gridando, aveva spaventato tutta la classe, io lo ero più di tutti.
Quel viso mi era familiare, era il mio papà.
Non l'avevo mai visto così arrabbiato.
Mi ero immobilizzata.
Nessuno riusciva a bloccarlo, né a farlo ragionare.
«ALZATI!» mi grida. «P-perché?» rispondo terrorizzata. «ALZATI TI HO DETTO!!»
Si avvicina al mio banco, mi prende dal braccio e mi trascina via abbandonando lì i miei libri e i miei amici.
Cercavo aiuto con gli occhi, non capivo cosa stesse succedendo, c'era silenzio e ad un tratto un boato. Tutto causato da quell'uomo che doveva tenermi al sicuro e in quel momento non lo ero proprio.Mi trascina verso l'uscita e vedo la mia mamma con i miei fratelli che stavano portando la torta in classe.
Era rosa con le farfalle, non era come me l'ero immaginata ma mi sarebbe piaciuta comunque.L Ultima cosa che ricordo è quella torta che un secondo prima era perfetta e un secondo dopo era a terra.
Mio padre mi ha trascinato via da tutti e nessuno riusciva a fermarlo.Dopo di che ricordo soltanto urla.
03.11.2003
È il mio compleanno, doveva essere indimenticabile.
Lo è stato.
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Al Sicuro.
RomantiekEro una bambina di sei anni felice, sprizzavo gioia da tutti i pori, immaginavo mondi fatati ma presto ho dovuto imparare a cavarmela da sola. La vita non è tutta rosa e fiori, la vita ti butta giù per farti rialzare più forte di prima. Con me l'ha...