Non ci poteva credere, il tutto ai suoi occhi sembrava irreale. Pensava di essere in un sogno e che, a breve, si sarebbe risvegliato. Invece era tutto vero.
Frank stava entrando nello studio, sorridente e pieno di vita. Indossava un completo nero, con la camicia bianca e la cravatta blu. Inoltre era illuminato da un faro, che faceva risplendere la sua bellezza da tutti i pori.
In cuor suo, sperava non tanto di fare pace con Gerard, ma principalmente che la televisione lo facesse sembrare un poco piú alto. Nei camerini gli avevano consigliato dei mocassini con il tacchetto, che aveva prontamente indossato. Non sapeva se avrebbe fatto effetto, ma dicevano che tra alcuni politici di grande fama erano in voga e si era convinto.
Intanto suo marito sbatteva ripetutamente le palpebre, ancora incredulo. "Eh la madonna se é figo", pensava con foga. Continuò ad attuare questo riflesso, anche dopo che Frank si era accomodato sulla poltroncina e lo fissava dal monitor della busta.
"Gee, stai bene?"
"Oddio sta parlando con me, non ci credo, che qualcuno mi aiuti vi prego".
"Tesoro..."
"MI HA CHIAMATO TESORO PORCA PALETTA MI AMA ANCORA. ANCHE IO PICCOLETTO I MISS YOU SO MUCH ILY".
"Way, ci sei o stai avendo un attacco di congiuntivite?"
"NO NUL..." si fermò, rendendosi conto che era rimasto imbambolato per troppo tempo e che stava urlando.
"No é che avevo una ciglia nell'occhio, tranquillo. Sai, a volte non riesci proprio a toglierle e diventi cieco per un tempo indefinito, non so se mi spiego...".
"Ti credo sulla parola" tagliò corto Frank "sono venuto qui perché ho pensato di darti una seconda possibilità, anche perché forse ho sbagliato ad essere cosí precipitoso, al punto di andarmene da casa".
"No ma tranquillo, ho solo pianto per un mese intero, con Ray e Mikey che cercavano di consolarmi preparandomi dei pancakes e comprandomi dei fumetti. Insomma, sono stati una trentina di giorni come tutti. In breve non collassavo perché ho continuato a credere nel nostro amore, in quello che avevamo creato nel corso degli anni. Sai Frankie, io ti voglio ancora bene e sai perché? Tra un pianto e l'altro, andavo a leggere quello che scrivevi sui vari social e ho notato talmente tante parole dolci rivolte a me che mi riempivano il cuore. Ciò alimentava la mia speranza nel poterti riavere all'interno nella mia vita. É una cosa stupida, lo ammetto, ma sentivo che il nostro rapporto avrebbe continuato a bruciare: può ridursi ad una fiamma o divampare in un incendo, ma non si spegnerà mai, i nostri cuori non smetteranno mai di ardere".
Aveva detto tutto ad un fiato. Come ebbe finito, cercò di respirare normalmente, per non sembrare una persona che aveva appena finito una maratona. Intanto il coninuge l'aveva ascoltato con attenzione.
"Gerard ma quelli che ti rivolgevo erano insulti, alcuni anche un tantino pesanti..." disse Frank, con un'espressione un po' stranita. Sapeva dell'innocenza del marito, ma non pensava potesse arrivare a tanto.
"Si ma erano rivolte a me" gli rispose, facendo l'occhiolino amorevolmente mentre Frank, di tutta risposta, si mise una mano in volto, in modo afflitto.
La convinzione di Gerard, però, aveva una base piú che valida: lui sapeva che nelle coppie piú affiatate, era di norma rivolgersi insulti, quindi ha sempre pensato che i 'vaffanculo' di suo marito fossero un'alternativa a un 'ti amo'.
"Comnque Franco, ho chiamato una persona. Un cantante per la precisione, che so che adori. É un mio modo per scusarmi perché, anche io, ho esagerato con questa storia. Ho buttato la tua riserva di latte di soia nello scarico del lavandino Frank, nel fottutto lavandino della cucina. É una cosa di cui non mi perdonerò mai..."
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Maria, apri la busta
FanfictionFrank e Gerard sono una coppia di sposini very much emo. É da un po' che pensavano di allargare la famiglia, adottando un animale domestico ma, a causa di ciò, tra di loro si crearono dei disguidi: infatti il primo voleva addottare un cane, il secon...